domenica 24 agosto 2014

CERNIERE A 30° E A 45°




Fino ad ora abbiamo guardato delle cerniere che permettevano il movimento di sportelli posizionati a 90° rispetto alla carcassa, quindi perpendicolari ai fianchi; esistono però delle versioni di cerniere che sono nate per risolvere problemi di funzionamento su strutture con angoli di battuta diversi.
La cerniera della HETTICH che vi presento adesso è stata progettata per muovere uno sportello che chiude un mobile inclinato di 30° rispetto ai fianchi, ed il posizionamento della stessa viene effettuato sul fianco più corto. 

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Naturalmente, data la posizione insolita della cerniera, l’aspetto estetico del mobile (che, visto il disegno, potrebbe essere un pensile da cucina al termine della composizione, dal lato sinistro) cambia e non si ottengono più i sormonti dello sportello come nei casi visti nell’articolo precedente, ma richiedono una lavorazione dei fianchi della carcassa più complicata. 

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Inoltre i conteggi per la posizione del centro del foro da 35 mm. dello scodellino vanno fatti seguendo l’equazione che è stampata sotto le diciture “In battuta – Scala 1 : 1” e “A filo – Scala 1 : 1”.
E’ ovviamente importante seguire le indicazioni della tabella iniziale che riguarda la fuga da mantenere tra fianco e sportello; in funzione dello spessore del fianco, vengono indicate le altezze delle basette consigliate per il buon funzionamento della cerniera.
Una cosa che salta all’occhio è la diversa posizione della serie di fori sui fianchi che, nel caso delle cerniere a 90° viste precedentemente, era a 37 mm. dal bordo anteriore del fianco, mentre in questo caso le cose cambiano e conviene stamparsi il foglio con i disegni in scala 1 : 1 per determinare tale distanza (evidenziata dalla posizione della punta da trapano).
Nella pagina tecnica c’è una NOTA importante che aiuta a trovare la giusta posizione della cerniera, ma io mi permetto di darvi un consiglio: se usate delle cerniere con angolazioni al di fuori dei 90°, preparatevi un campione con gli stessi spessori del fianco e dello sportello che dovete usare, e studiatevi la situazione dal vivo; eviterete di fare degli errori e dei lavori sbagliati e, dopo aver fatto le prove adeguate, avrete la certezza di ottenere un buon funzionamento dello sportello.
In aggiunta alla cerniera inclinata di 30° esiste anche una versione a 45°, che ha una funzione analoga alla precedente, ma permette una riduzione maggiore della profondità del fianco esterno, su cui usare questo tipo di ferramenta. Lo scopo è quello di ridurre ulteriormente l’impatto visivo del fianco terminale, quando ce lo troviamo di fronte. 

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Le soluzioni di applicazione di questo tipo di cerniere sono maggiori rispetto alla precedente, per dare più scelta a chi deve decidere il modo di utilizzarle. 
  
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Se non l’avete notato, vi sottolineo che queste cerniere che lavorano fuori squadro hanno la possibilità di essere montate su sportelli che hanno uno spessore maggiore: si passa infatti dai 22 mm. della cerniera a 90° ai 28 mm. di queste ultime.
Le cerniere con angolazioni particolari sono nate per venire incontro alle esigenze degli arredatori e dei clienti in certe occasioni: immaginiamo, per esempio, di dover arredare una camera da letto, con l’obbligo di posizionare l’armadio con un fianco proprio di fronte all’apertura della porta della stanza.
Entrare e trovarsi di fronte questo fianco largo 60 cm. ed alto circa 270 cm. non è molto piacevole, pertanto i progettisti di cerniere hanno costruito dei meccanismi per ridurre l’impatto frontale, che si può ottenere riducendo il fianco di fronte alla porta, utilizzando cerniere con angolazioni di 30° o 45°, che parzializzano notevolmente lo scontro visivo con la spalla esterna.
Quindi, quando si entra nell’ambiente, ci si trova di fronte un elemento inclinato, con un fianco molto stretto, che va a raccordarsi, in profondità, con il resto dell’armadio, ottenendo in questo modo che lo sguardo scivoli su questo sportello inclinato, togliendoci la sgradevolezza di un impatto frontale.

Naturalmente queste cerniere, che sono state presentate con la comoda dotazione dell’ammortizzatore interno, esistono anche nella versione più semplice e più economica, senza ammortizzatore.

giovedì 14 agosto 2014

CONTINUANDO A PARLARE DI CERNIERE




Continuando a parlare di cerniere a scodellino, volevo mostrarvi questa cerniera della HETTICH (nelle tre versioni), cercando di spiegarvi come fare per calcolare la posizione in cui fare il foro per lo scodellino, in funzione degli altri parametri di lavorazione.
Cominciamo col dire che il foro per lo scodellino va effettuato con una punta particolare, dotata di riporti in Widia, visto che nella maggior parte dei casi si lavorano dei pannelli di nobilitato, di truciolare rivestito di laminato o con impiallacciature varie, oppure di MDF laccato.
La punta in questione viene chiamata in diversi modi: punta levanodi, punta da cerniere, mecchia (poco appropriato); poiché esistono cerniere con lo scodellino di diverse dimensioni (diametro 26, 35 o 40 mm.), deve essere utilizzata ogni volta la punta adeguata.


Nel caso della cerniera che vi mostro, il foro è di 35 mm.; questa, in particolare, è dotata di ammortizzatore interno, ma esiste anche la versione senza ammortizzatore. 


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Come indicato in alto nella pagina, si possono utilizzare degli sportelli con spessore compreso tra 15 e 22 mm.; nella maggior parte dei casi lo spessore oscilla tra 18 e 20 mm..
Per semplicità limitiamoci a considerare la versione da avvitare TH 52 in battuta, ma i concetti sono gli stessi, a prescindere dal sistema di fissaggio dello scodellino e dalla versione della cerniera.
Immaginiamo quindi di dover montare uno sportello da 20 mm. di spessore per chiudere un pensile da cucina che ha la carcassa costruita in nobilitato da 18 mm. di spessore; lo sportello sarà in battuta e ipotizziamo di usare una basetta a croce (di cui parleremo più avanti) di spessore “0”. 


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A questo punto, guardando in quest’ultima pagina, sotto alla cerniera in battuta, notiamo che c’è un’equazione: D = C + B – A, dove D è lo spessore della basetta (nel nostro caso: 0 mm.), C è la distanza del bordo del foro da 35 mm. dall’estremità dello sportello, B è il sormonto del solo scodellino e A è il sormonto dello sportello sul fianco.
C’è un altro valore evidenziato nel disegno: è F, cioè la fuga che deve rimanere tra l’estremità sinistra dello sportello e l’esterno della carcassa; questa indicazione è importante perché determina lo spazio necessario allo sportello per aprirsi e chiudersi senza che lo spigolo esterno sfreghi per esempio contro un muro adiacente o una colonna frigo.
Le dimensioni di F sono in alto nella pagina tecnica e sono relativi ai vari spessori di sportelli utilizzabili (nel nostro caso è 20 mm., quindi circa 1 mm. di fuga).
Sotto all’equazione suddetta troviamo una tabella che ci aiuta a determinare la misura della distanza C; infatti se consideriamo che con una fuga di 1 mm., su un fianco di 18 mm., il sormonto è 17 mm., usando una basetta “0” (spessore D), la distanza C indicata dalla tabella risulta essere di 4,5 mm..
A questo punto il centro del foro di 35 mm., che deve ospitare lo scodellino di questa cerniera, deve essere a 17,5 + 4,5 = 22 mm. dal bordo esterno dello sportello.
Naturalmente le opzioni sono diverse e, per esempio, se usassimo una basetta da 1,5 mm. (D = 1,5), la distanza dal bordo (distanza C) cresce fino a 6 mm. ed il centro del foro si sposta a 23,5 mm..

Poiché la precisione nel fare il foro da 35 mm. non è totale, a meno che non si usino delle macchine computerizzate, l’eventuale errore che si verifica può sempre essere corretto agendo sulla vite di registrazione laterale, sistemata sopra il braccio della cerniera.

martedì 5 agosto 2014

LA FERRAMENTA: LE CERNIERE





Le cerniere erano già conosciute nell’antichità ed il loro principale sviluppo si è compiuto soprattutto con l’avvento dei mobili, come elemento di vita quotidiana nelle case della gente.
La forma delle cerniere ha avuto diverse evoluzioni ed è andata di pari passo con le varie necessità e le funzioni che dovevano assolvere: dall’apertura del coperchio di un semplice cofanetto, al complicato movimento della porta blindata di un caveau di una banca.
Cambiano le dimensioni ed i materiali per far fronte ai diversi carichi che devono sostenere, cambiano le forme per avere funzionalità ed eleganza, ma la funzione resta sempre la stessa: permettere l’agevole apertura e chiusura di uno “sportello” vincolato ad un contenitore.
Naturalmente la tecnologia degli ultimi decenni ha permesso di costruire cerniere con caratteristiche sempre più sofisticate ed anche complicate; parlando della cerniera usata per la costruzione dei mobili, possiamo notare che fino ai primi anni del dopoguerra per l’arredamento si utilizzavano le cerniere che il mercato offriva in quel momento, cioè: le cerniere a libro e quelle a nastro. 


Poi le cose sono cambiate quando l’arredamento ha compiuto una svolta decisiva, introducendo i mobili componibili, soprattutto le cucine. C’è stata anche una continua ricerca estetica e si è voluto nascondere tutto ciò che poteva disturbare la bellezza del mobile; pertanto si sono studiate delle cerniere che permettessero di aprire e chiudere gli sportelli, senza però che se ne notasse la presenza quando il mobile era chiuso.
Sono nate così, nei primi anni ’60 le cerniere “a scodellino”, che sono note anche come cerniere “da cucina”, perché proprio in questi mobili hanno fatto la loro prima apparizione.
Naturalmente, visto il successo di questo nuovo tipo di ferramenta nei mobili componibili da cucina, la cerniera a scodellino si è cominciata ad usare anche per tutti gli altri mobili dell’arredamento contemporaneo: dai mobili da soggiorno, agli armadi, ai mobili da bagno.
L’importante era costruire dei mobili in cui non si vedessero le cerniere e, nell’evoluzione del mobile moderno, si è arrivati alla nascita del mobile “a spalla continua”, cioè a quella serie di mobili che si potevano assemblare creando strutture con larghezza a piacere, utilizzando dei moduli di dimensioni predefinite, ma che si potevano comporre sviluppandole teoricamente all’infinito.
Bastava aggiungere dei ripiani ed un altro fianco, poi altri ripiani ed un altro fianco, fino a raggiungere la larghezza desiderata.
Chiaramente l’applicazione degli sportelli su queste strutture avveniva in modi diversi, in funzione della diversa disposizione e posizione degli stessi; per poter permettere la loro normale funzione di apertura e chiusura senza interferenza con gli sportelli adiacenti; le cerniere furono diversificate in tre tipologie principali: in battuta, in mezza battuta e a filo (detta anche in luce).
Probabilmente non ci avete mai fatto caso, ma sono strutturalmente diverse e la differenza sta nella dimensione del cosiddetto collo che è la parte del braccio della cerniera che si aggancia allo scodellino.
La cerniera in battuta è la tipica cerniera da cucina, in cui il movimento dello sportello è legato ad una carcassa chiusa, che ha i fianchi di spessore generalmente variabile da 18 a 20 millimetri e, come si nota dal disegno, con questo meccanismo lo sportello “batte” sui fianchi, coprendo lo spessore degli stessi quasi completamente. 

CERNIERA  IN  BATTUTA        www.hettich.it

Le cerniere in mezza battuta si usano invece quando due sportelli devono essere incernierati sullo stesso fianco (situazione molto frequente negli armadi e nei mobili a spalla continua); come si può vedere, il sormonto dello sportello nei confronti del fianco è molto minore, perché va condiviso con l’altro sportello e, tra i due deve rimanere lo spazio sufficiente all’apertura contemporanea delle ante (altro nome per indicare gli sportelli). L’alternativa è costituita dalla possibilità di utilizzare fianchi mosto grossi, ma risulterebbe decisamente antieconomico e di difficile gestione durante il montaggio.

CERNIERE  IN  MEZZA  BATTUTA          www.hettich.it

L’ultimo caso, quello della cerniera a filo, è quello meno frequente; utilizzando questo tipo di ferramenta si viene a peggiorare l’estetica del mobile, perché con lo sportello in luce si viene a mettere in evidenza tutta la struttura del mobile (fianchi e ripiani) che invece rimane nascosta nei casi precedenti. E’ una soluzione che si utilizza volutamente quando i fianchi hanno il bordo anteriore con una conformazione particolare, che si vuole evidenziare, mantenendo spesso gli sportelli in battuta sui ripiani.

CERNIERA  A  FILO           www.hettich.it

Le prime cerniere che fecero la loro comparsa erano molto semplificate, spesso avevano lo scodellino in plastica alettato esternamente, e venivano incastrate nel foro praticato nello sportello con un colpo secco, senza l’uso di viti di fissaggio; inoltre avevano la possibilità di essere registrate solo in profondità (molto rudimentale) ed in larghezza. 

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In seguito c’è stato un miglioramento continuo ed oggi, guardando le caratteristiche di questa cerniera della HETTICH, sappiamo che possiamo disporre di cerniere registrabili nelle tre direzioni dello spazio, con il montaggio a scatto (quindi senza perdere tempo a fissarle con la vite sulla basetta).
In aggiunta a questi miglioramenti, dal 2004 la HETTICH ha iniziato a produrre dei modelli di cerniera dotati di ammortizzatore esterno, per poter lasciare andare lo sportello, in chiusura, senza farlo sbattere; nel 2007, sempre per migliorare l’estetica della cerniera, che oggi è importante che sia bella da vedere anche quando si apre lo sportello, l’ammortizzatore è stato portato all’interno del gambo, quindi invisibile, mantenendo la stessa funzionalità.