sabato 21 novembre 2015

LA COSTRUZIONE DEL MOBILE 2




Questa volta vediamo quali lavorazioni sono necessarie per allestire la carcassa di una base da 60 cm. per una cucina componibile. Considerando di utilizzare il truciolare nobilitato da 18 mm. che ho previsto nel disegno, e supponendo di bordare i pannelli con PVC o ABS da 0,5 mm., per ottenere una carcassa di 720 x 600 x 560 mm. finita, dovremo tagliare il foglio commerciale (generalmente di 3760 x 1860 mm.) in modo da ottenere i seguenti pezzi:

N° 2  di  719 x 559  (+ 0,5 per ogni bordo = 720 x 560)               FIANCHI
N° 2  di  564 x 559  (+ 0,5 bordo davanti e dietro = 564 x 560)   BASE  E  CAPPELLO
N° 1  di  562 x 524,5 ( + 0,5 bordo solo davanti = 562 x 525)      RIPIANO

Le lavorazioni sui fianchi sono 3: la foratura della “cremagliera” cioè dei fori in cui inserire i reggipiani, solitamente di diametro 5 mm. e con interasse 32 mm. (se vogliamo rispettare il passo commerciale, altrimenti lo possiamo decidere come ci pare), la fresata a circa 20 mm. dal bordo posteriore per inserire la fodera e di spessore leggermente superiore al materiale usato per costruire la fodera, e la foratura per l’inserimento delle spine di accoppiamento in corrispondenza di base e cappello.
Le lavorazioni su base e cappello si limitano alla fresata per la fodera e alla foratura per le spine in testa ai pannelli.
Naturalmente, al termine di queste lavorazioni, che industrialmente vengono fatte con i centri di lavoro CNC, bisogna effettuare la bordatura sui lati previsti, cioè: 4 per ciascuno dei fianchi, 2 per la base ed il cappello e 1 per il ripiano (comunque esistono anche aziende che bordano il ripiano su tutti i lati).
Quando il lavoro viene fatto artigianalmente, nel caso che non si disponga di un centro CNC, si usa di solito una macchina che si chiama foratrice e che provvede a fare i vari fori in posizione perfetta, che è questa:


La fresatura viene effettuata con una toupie o, nel peggiore dei casi con varie passate sulla sega circolare.
In ultima ipotesi, se si vuole costruire la carcassa a livello hobbistico e non si disponga di una foratrice (dando per scontato di farsi squadrare i pezzi da una falegnameria) si può sempre intervenire effettuando la foratura per le spine con il sistema che ho mostrato nell’articolo del 15/04/2015.
In alternativa a questa soluzione si può usare la fresatrice per linguette che trovate nell’articolo del 14/07/2014.
Per la bordatura potete utilizzare i bordi precollati oppure quelli senza colla, adottando i sistemi di cui ho parlato negli articoli del 3 e del 13 giugno 2015, facendo però attenzione agli spessori, che variano da un materiale all’altro.
Resta da fare soltanto la cremagliera; per questa operazione conviene prepararsi una dima, cioè una sagoma che abbia i fori da 5 mm. nella posizione in cui vogliamo intervenire sui fianchi. Le soluzioni di solito sono due: se dobbiamo costruirci tutta una cucina è meglio costruire la dima in metallo, perché verrà utilizzata diverse volte ed i fori non si devono deformare con l’uso, come questa: 


Se invece ci limitiamo a fare uno o due mobili possiamo adottare un metodo più rapido ed economico: basta procurarsi un pannello di MDF da 25 mm. del tipo più compatto.
Il pezzo deve essere ovviamente squadrato perfettamente e su di esso dobbiamo segnare con la matita i punti in cui effettuare i fori, creando un reticolo di rette parallele ai bordi. Questi fori devono essere praticati necessariamente con un trapano a colonna per essere sicuri che siano perpendicolari alle facce del pannello.
Prima di costruire la dima dobbiamo prendere una decisione, perché abbiamo due possibilità: forare i fianchi quando sono ancora smontati, oppure forare a carcassa montata; nel primo caso conviene preparare un pannello delle stesse dimensioni del fianco, a cui bisogna applicare in testa due righetti di battuta su due lati contigui, dopo aver fatto la foratura col trapano a colonna.
Questi righetti dovranno sporgere almeno un centimetro da ogni parte, cioè se il pannello di MDF è di 25 mm., i righetti dovranno avere uno spessore di 45 mm.; questa sporgenza servirà a posizionare la dima in battuta perfetta sia sui fianchi sinistri che su quelli destri (segnatevi con un pennarello lo spigolo a cui appoggiare i righetti della dima e la facciata della dima relativa al fianco destro e sinistro).
Ho consigliato il pannello da 25 mm., anziché uno più sottile, perché questo vi dà una discreta garanzia di perpendicolarità durante la foratura manuale dei fianchi; inoltre, avendo la dima della stessa misura dei fianchi, una volta posizionata sui pezzi da forare e bloccati con un paio di morsetti per evitare che si spostino, avrete modo di controllare il perfetto allineamento dima-fianco semplicemente controllando i bordi; per una maggior comodità sarebbe meglio usare due “grip” che si manovrano con una mano sola, come questa: 



Se invece decidiamo di forare i fianchi quando la carcassa è montata, possiamo forare il nostro pezzo di MDF da 25 mm. tenendo conto che andrà appoggiato contro la fodera e sulla base; questo significa che la dimensione della nostra dima dovrà essere più piccola della precedente, ma tale da coprire la zona dove effettueremo i fori, senza dimenticare che anche questa dovrà essere fermata da due morsetti nella zona più vicina al bordo esterno.
Questa soluzione richiede però attenzione alla larghezza interna dei mobili che dobbiamo forare; mi spiego meglio: se abbiamo una base da 300 mm. all’esterno, significa che all’interno ne abbiamo 264 e da questi dobbiamo detrarre i 25 mm. della dima. Di conseguenza lo spazio utile per operare è soltanto 239 mm. ed in questo spazio dobbiamo entrare con un elettroutensile il quale ha una punta che sporge dal mandrino e deve esserci lo spazio anche per la mano che lo comanda.
In questo caso l’unico strumento utilizzabile è l’avvitatore angolare che, per le sue ridotte dimensioni trasversali, riesce a lavorare in uno spazio così ristretto.
Parlando poi di punte per effettuare i fori nei fianchi, dimentichiamoci di utilizzare le classiche punte da metallo a punta conica; queste punte non darebbero un buon risultato perché sbreccerebbero l’imboccatura del foro.
Le punte adatte a forare i materiali in questione devono essere dotate di due rasanti esterni in Widia ed avere la puntina al centro per mantenerla in posizione durante la foratura.


La presenza dei due rasanti è indispensabile per ottenere un foro con il bordo perfetto, infatti i due rasanti entrano in funzione prima dei taglienti e recidono con estrema perfezione l’area sottoposta a foratura, sia che foriamo nel legno sia che lavoriamo dei pannelli in nobilitato o in laminato (per i quali il Widia è fondamentale).
Prima di assemblare la carcassa, se è in nobilitato o laminato, sarebbe opportuno carteggiare il fianco nella zona dell’incollaggio per irruvidire la superficie e fare quindi in modo che la colla vinilica si aggrappi meglio su quel lato.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   (continua)


mercoledì 11 novembre 2015

LA COSTRUZIONE DEL MOBILE 1




Oggi, dopo tutta la trattazione preparatoria, credo che possiamo cominciare a parlare di costruzione di mobili in maniera concreta; iniziamo con qualcosa di semplice: una base di una cucina componibile. Eccola qua: 




Le dimensioni sono: larghezza 600 mm., profondità 581 mm. (compreso lo sportello) e altezza da terra 820 mm., compresi i piedini alti 100 mm.; le parti legnose che costituiscono il mobile sono 3: la cartassa, il ripiano e lo sportello. A queste si aggiungono gli elementi di ferramenta, che sono: 2 cerniere a scodellino, 4 piedini (che possono essere di metallo o di plastica), 4 reggipiani (in metallo o in plastica) e la maniglia, generalmente in metallo, ma con diverse alternative.
Questo disegno, che mostra le proiezioni ortogonali della base in questione, è visibile anche su Dropbox per chi ha un programma di disegno (tipo Autocad, Progecad, ecc.) al seguente link: 


https://www.dropbox.com/sh/70kskd99mqtyyc8/AAAOcR2ijiRzg1N2I8iKBpnXa?dl=0

Il vantaggio di poterlo analizzare con un programma del genere permette di effettuare degli zoom per ingrandire l’oggetto a piacere, evidenziando certi particolari che non si notano nel JPG precedente.
Partiamo dalla carcassa; nel disegno che ho preparato ho previsto di usare del truciolare nobilitato da 18 mm. di spessore, non ho segnalato la finitura che può essere un colore a tinta unita, con disegni particolari o in finto legno.
Questo è il materiale standard che viene scelto dalle aziende nella maggior parte dei casi; se vogliamo ipotizzare invece una realizzazione artigianale si può pensare ad un truciolare idrofugo placcato da due lati con un laminato a scelta oppure, volendo ottenere una struttura “ricca”, si può usare del multistrati placcato in laminato o anche un nobilitato con l’interno in listellare rivestito in MDF.
Esistono inoltre altri materiali ricchi che sono i bilaminati, che hanno un supporto di vario genere e le superfici costituite da un laminato di basso spessore, che si posizionano a metà strada tra i nobilitati e i pannelli rivestiti in laminato.
Se lo sportello lo immaginiamo in legno, si può adottare una soluzione “ricchissima”, dove la carcassa è costruita con un multistrati placcato con un’impiallacciatura del medesimo legno dello sportello; in questo caso è indispensabile effettuare la verniciatura degli elementi che costituiscono la carcassa prima di assemblarla. 


Tecnicamente questa proiezione non è corretta perché in pianta lo sportello è chiuso, mentre la Sezione B-B lo mostra aperto; l’ho fatto solo per evidenziare le cerniere.
Vediamo adesso quali sono i componenti della carcassa, qualunque sia la versione che si sceglie: lateralmente ci sono due fianchi a tutta altezza (720 mm.) bordati su tutti e 4 i lati; sopra e sotto abbiamo il cappello e la base, bordati solo davanti e dietro perché sono in luce e vanno incollati tra i fianchi, quindi la presenza del bordo nella zona di contatto sarebbe solo di disturbo in fase di incollaggio.
C’è un altro elemento che entra nella costruzione della carcassa: la fodera; questo componente non ha nessuna funzione portante, ma è fondamentale per tenere il mobile in squadro e viene incastrata nella carcassa, andandosi ad infilare in una fresata di spessore adeguato praticata su tutti gli elementi del mobile e viene inserita al momento dell’assemblaggio, e non è più sfilabile.
Anche per questo elemento esistono diverse variabili: si parte dall’MDF da 5 mm. laccato bianco da un lato, per accoppiarlo con le carcasse in nobilitato bianco; si può inoltre usare un pannello sottile (compensato, truciolare o MDF) placcato con lo stesso laminato oppure con la stessa impiallacciatura della carcassa.
In casi molto particolari, in cui si richiede una resistenza agli urti e allo sfondamento altissimi, si può utilizzare lo stratificato che è praticamente un laminato bifacciale che, nel nostro caso potrebbe avere uno spessore di 4 o 5 mm..
Questa soluzione è stata da me adottata in alcuni casi come, per esempio, per diversi mobili che abbiamo costruito negli anni ’90 per le boutiques di Gianfranco Ferrè; naturalmente migliorando le prestazioni crescono anche i costi, per cui è da ritenere un materiale usato molto raramente.
Invece nei casi più poveri si usa anche la masonite con un lato colorato o finto legno, in modo da adattarsi al resto della carcassa.

                                                                                                                                     (continua)