martedì 22 marzo 2016

LA COSTRUZIONE DEL MOBILE 14



Riprendendo il discorso della costruzione dei cassetti, ne possiamo prendere uno a caso, tanto quello che conta è il sistema costruttivo che è uguale per tutti, a prescindere dall’altezza delle sponde.
Come ho scritto nell’articolo precedente le sponde sono diverse, guardando la sezione orizzontale B – B, la fila di cassetti a sinistra ha la sponda destra più lunga dell’altra e, poiché la contromostra è curva il collegamento di quest’ultima con le relativa sponde non è facile.
Ovviamente, se il cassetto fosse rettangolare, il collegamento si farebbe in un attimo usando una fresatrice per linguette o una dima per la spinatura; nel nostro caso il collegamento standard si potrebbe effettuare tra la contromostra e la sponda più lunga, visto che sono praticamente perpendicolari e l’appoggio per la fresatrice per linguette si potrebbe fare appoggiando la battuta all’esterno.
Dall’altra parte della contromostra però le cose si complicano perché l’appoggio esterno lo si ha soltanto per la sponda, e per fare la fresata per l’accoppiamento sulla contromostra bisogna lavorare a rovescio, perché abbiamo la possibilità di appoggiare l’elettroutensile solo dal lato interno; di conseguenza bisognerà fresare la contromostra facendo prima dei tentativi per trovare la giusta posizione di accoppiamento, utilizzando un avanzo del guscio.
Un’altra cosa a cui si deve fare attenzione è la direzione della vena nel multistrati di betulla che serve per realizzare le sponde: è indispensabile che la venatura di questi elementi sia sempre parallela alla fresata che bisogna preparare per alloggiare il compensato di betulla che costituisce il fondo del cassetto.
Il motivo di questa scelta è dovuto al fatto che se il multistrati viene fresato in senso trasversale si sbreccia lungo tutto il solco che si produce, rovinando l’estetica dell’interno del cassetto.

Non abbiamo ancora parlato di dimensioni in larghezza dei cassetti; è arrivato il momento di farlo, non interessa tanto la larghezza dei cassetti in sé, ma la differenza tra la larghezza  del vano in cui si inseriscono i cassetti e la loro dimensione trasversale; questa differenza cambia col cambiare delle guide che si montano per fare scorrere i cassetti.
Oggi il mercato ci offre sostanzialmente tre tipi di guide: quelle a sfere, che si inseriscono in una fresatura della sponda, quelle a rotellina (vedi articolo del 23/09/2014), oppure le Guide Quadro, sempre nello stesso articolo alle pagine 970 e 971 (la versione a sinistra) o similari con il rientro ammortizzato.
Quelle a sfere, se si scelgono piccole per renderle poco visibili (e per tenere le sponde dei cassetti molto vicini ai fianchi del mobile) sopportano un carico molto basso e sono da evitare; quelle a rotellina hanno una buona tenuta, ma non hanno il rientro ammortizzato ed ingombrano per 12,5 mm. per lato.
Le guide Quadro o simili, con il rientro ammortizzato sarebbero le migliori, anche perché terrebbero i cassetti molto vicini alla carcassa, ma hanno un problema di applicazione perché vanno agganciate dietro al cassetto e non si possono montare sfalsate come serve nel nostro caso.
Per cui ho previsto le guide a rotellina, che verranno montate sfalsate, in modo che nel cassetto si inseriscano entrambe in appoggio contro il lato interno della mostra, mentre sui fianchi verranno applicate alla medesima distanza dal bordo anteriore della carcassa.
In questo modo le due parti di guida fissate al cassetto si inseriranno contemporaneamente nelle due parti fissate ai fianchi, permettendo una perfetta escursione; il cassetto risulterà 25 mm. più stretto del vano che lo contiene.
Una dimensione importante da tenere presente nell’uso delle guide a rotellina è la distanza tra un cassetto e quello immediatamente superiore: quando si inserisce un cassetto (e gli altri sono già stati infilati) dobbiamo innestare le guide applicate al cassetto sulle relative controparti fissate ai fianchi del mobile.
Nel compiere questo movimento dobbiamo alzare le guide del cassetto fino a fare scavalcare le rotelline fissate ai fianchi e questo provoca uno spostamento verso l’alto di tutto il cassetto approssimativamente di 17 mm.; per motivi cautelativi si è soliti tenere i cassetti distanti fra loro di 20 mm. per evitare interferenze durante l’inserimento.
Queste guide hanno un fermo in uscita, per evitare che il cassetto cada in terra, ma si può sfilare facendo la manovra opposta a quella eseguita per l’inserimento.
La carcassa di contenimento dei cassetti è stata prevista in MDF laccato e, se non si vuole far impazzire il laccatore, bisogna fornirgli il mobile avendo l’accuratezza di tenere la fodera smontata e farla laccare a parte; se il mobile venisse consegnato con la fodera montata il getto d’aria compressa che fa uscire la vernice dalla pistola a spruzzo verrebbe respinta dalla fodera ed il laccatore se la vedrebbe ributtare in faccia…e questo non lo farebbe felice.
Inoltre anche la laccatura, se il mobile non ha uno sfogo posteriore, non verrebbe al meglio e si potrebbero verificare delle sgradevoli ed antiestetiche colature di vernice.


L’ultimo elemento da descrivere è il top che è costituito da una sagoma di MDF da 19 mm. che risulterà più scarsa di un millimetro su tutto il perimetro, per ospitare il bordo in acciaio inossidabile. Su questa sagoma di MDF viene incollata una lastra di acciaio inox con la medesima forma e successivamente l’acciaista vi dovrà saldare (con molta attenzione ed altrettanta pazienza) una strisciolina sempre di acciaio inox, seguendo il percorso del piano, fino a bordarlo completamente nascondendo il pannello di supporto.
L’operazione successiva è la smerigliatura della saldatura per rifinirla adeguatamente ed infine la satinatura che viene effettuata con una cartatrice a nastro, tranne che per i bordi dove viene fatta manualmente o con un elettroutensile opportuno.
Finite queste operazioni, il top può essere fissato sulla struttura del mobile avvitandolo dall’interno della cassettiera; a questo punto basta forare i cassetti per poter inserire le viti che fisseranno i pomoli ed il mobile è completo.



sabato 12 marzo 2016

LA COSTRUZIONE DEL MOBILE 13




Siamo arrivati all’ultimo elemento del mobile ellittico, quello più complicato da costruire: la cassettiera doppia. 


Come si vede i cassetti sono dieci, ma non sono tutti uguali; infatti quelli in alto e in basso sono stati previsti con un’altezza inferiore ed il motivo di questa differenza nasce dall’esigenza di avere tutte le mostre esterne della stessa altezza, per motivi estetici, ma quelle di questi cassetti devono coprire anche i piani orizzontali: il cielo della carcassa esterna per quelli alti e la base per quelli bassi.
Questa situazione si nota bene nella sezione A – A del disegno completo; in effetti si sarebbero potuti progettare tutti alti uguali, adeguando l’altezza ai cassetti alti e bassi ma, per favorire il contenimento di oggetti sfusi ed impedire che cadano fuori dai cassetti, quelli centrali sono stati progettati con l’altezza massima disponibile.
Il materiale previsto per costruire questi cassetti è il multistrati di betulla da 15 mm. per le sponde e il compensato di betulla da 4 mm. per il fondo. La scelta di questo prodotto è stata dettata dalla sua robustezza e dalla sua versatilità: si può lasciare naturale (verniciandolo con il trasparente), lo si può tingere per dargli la tonalità di un legno se si sta costruendo il mobile con un determinato legno, oppure lo si può laccare nel colore che si preferisce. 


Nel nostro caso ho previsto di lasciarli naturali; questi però non sono cassetti normali, costituiti da quattro elementi rettilinei, infatti la contromostra è curva e si deve adattare perfettamente alla mostra esterna.
Quindi in questo caso bisogna costruire uno stampo curvo per incollare i vari fogli, in modo che assumano la giusta curvatura (vedi articolo del 5 Marzo 2015); però in questo caso, per essere sicuri che la mostra si possa accoppiare perfettamente con la contromostra di ogni cassetto, si deve fare uno stampo che comprima tutti i fogli insieme, frapponendo un sottile foglio di polietilene tra i compensati di betulla della contromostra e i pannelli di MDF che compongono la mostra esterna.
E’ necessario dividere i due pacchetti di fogli con un materiale a cui non aderisce la colla perché, durante la pressata, un po’ di colla vinilica esce dai bordi e si riversa su quelli sottostanti incollando tutto ciò che trova sul suo percorso, mentre le mostre e le contromostre devono potersi lavorare separatamente.
A questo punto è necessario fare una scelta; infatti abbiamo davanti due opzioni che riguardano la costruzione dello stampo (e del controstampo): possiamo decidere di stampare un pannello curvo completo, cioè grande abbastanza da ricavare tutti gli elementi che ci servono in una pressata unica oppure, se abbiamo tempo, possiamo preparare uno stampo più piccolo per incollare soltanto i fogli per ottenere le mostre e le contromostre di due cassetti affiancati.
Questa scelta comporta però di fare cinque pressate in sequenza per avere il giusto quantitativo di materiale per costruire la cassettiera.
I vantaggi dello stampo piccolo sono: una maggiore agilità nella costruzione dello stampo, che quindi può essere eseguito da una persona sola, un minor peso che facilita la movimentazione delle parti e l’incollaggio può essere fatto sempre dalla stessa persona, viste le ridotte dimensioni dei materiali.
Come accennato prima, gli svantaggi sono rappresentati dalla necessità di provvedere a cinque pressate (quindi con un maggior dispendio di tempo) e dalla spianatura iniziale di un bordo sulla pialla a filo per ognuna delle dieci parti ottenute con le stampate: cinque coppie di mostre e cinque coppie di contromostre.


Se invece si sceglie di fare una pressata unica il vantaggio è che si ottiene in un colpo solo il guscio da cui ricavare le mostre e quello da cui ottenere le contromostre e che la spianatura sulla pialla a filo si farà una volta sola per ottenere i primi elementi; i successivi si otterranno tagliando in sequenza i gusci con la sega circolare.
Gli svantaggi sono: la necessità di costruire uno stampo grande e pesante da muovere, e questo richiede l’intervento di più persone; inoltre la pressata, essendo i fogli da piegare più grandi e quindi più resistenti alla flessione, sarà molto più faticosa e sarà più complicato chiudere il controstampo tenendo in posizione i vari fogli.
Serviranno più persone e molti morsetti per portare a termine l’operazione ottenendo il giusto risultato e il rischio che qualcosa vada storto durante la pressata è più alto.
Comunque, dando per scontato che in un modo o nell’altro le mostre e le contromostre vengano realizzate correttamente, dobbiamo preoccuparci di realizzare la carcassa e le parti rimanenti dei cassetti.
Per la carcassa non ci sono grossi problemi, si usano dei pannelli di MDF (visto che devono essere laccati) e serve soprattutto una certa precisione nell’assemblaggio per centrare perfettamente il divisorio centrale, sagomare opportunamente il cielo e la base e tagliare i bordi verticali dei fianchi in modo che si raccordino bene con la curvatura frontale.
E’ molto importante la precisione nel dimensionare la carcassa perché è l’elemento che serve a collegare tutti gli altri, creando un corpo unico, senza fessure; solo dall’interno di questo elemento si possono mettere le viti che fisseranno le altre parti per ottenere l’ellisse intero.
Una volta che è stata assemblata la carcassa con le rimanenti parti del mobile, si dovranno costruire i cassetti; come si vede dai disegni le sponde hanno una profondità diversa e questo complica un po’ la realizzazione, prima di tutto per l’esecuzione dei cassetti, poi per la scelta ed il posizionamento delle guide.


                                                                                                                                     (continua)


mercoledì 2 marzo 2016

LA COSTRUZIONE DEL MOBILE 12




Anche questa volta parliamo di un mobile curvo, a pianta ellittica, dotato di 10 cassetti; vista la forma un po’ insolita, questo mobile va posizionato, per esempio, in una grande camera da letto, distante dal muro (se doveva essere accostato al muro la parte posteriore avrebbe dovuto essere rettilinea), oppure all’interno di un negozio come mobile da centro ambiente. 


Come al solito il link per chi possiede Autocad è può accedere a Dropbox è:


Questo mobile è costituito da uno zoccolo ellittico su cui vengono fissate le quattro parti in cui è suddiviso il mobile e cioè: la cassettiera doppia centrale, i due fianchi esterni sagomati e l’elemento posteriore, anche questo curvo.
Il tutto viene corredato da un top, a filo col mobile, rivestito in metallo; l’dea iniziale era quella di farlo in acciaio inox satinato, ma esistono tante alternative. Le dimensioni del mobile sono: larghezza 1400 mm., profondità 800 mm., altezza 920 mm. 


Come si può notare dal disegno, l’unico elemento sfruttabile è la cassettiera, mentre le altre parti sono inutilizzabili; si può dire che questo è un mobile decorativo, che quindi non ha grandi doti di contenimento e funzionalità, ma serve a dare un tocco di prestigio all’ambiente in cui viene collocato.
La finitura esterna che ho previsto è la laccatura, che può essere lucida o opaca e naturalmente il colore è da accordare con il resto dell’ambiente.
Cominciamo ad analizzare lo zoccolo: 


E’ costituito da due pannelli ellittici di truciolare da 18 mm., svuotati nella parte centrale per renderli più leggeri, e distanziati tra loro da un certo numero di pannellini verticali, in posizione radiale, incollati ed inchiodati sul perimetro esterno; l’altezza di questi pannellini è 58 mm., in modo da ottenere una struttura di supporto alta 94 mm. sotto la quale si incolla un ellisse di MDF da 6 mm. per avere uno spessore da poter piallare nelle posizioni in cui il pavimento dovesse presentare delle anomalie di complanarità, senza intaccare la zoccolatura.
Su questa struttura, che è diventata alta 100 mm. si andranno ad incollare e graffettare delle strisce di compensato in sequenza, perché non esiste un compensato così lungo da poter ricavare una striscia unica.
Sul compensato si andranno ad incollare delle strisce di MDF di 4 mm. che andranno accuratamente stuccate nelle giunzioni (è consigliabile lo stucco metallico, quello che usano i carrozzieri, tanto per intenderci), per avere una superficie esterna adatta ad essere laccata.
Su questo basamento vengono fissati gli altri elementi, utilizzando sempre le spine come riferimento di posizione, che non ho disegnato, (i fori andranno fatti da sotto, passando entrambi i pannelli dello zoccolo); consideriamo adesso le due zone laterali, cioè le due “teste”: 


La struttura è costituita sempre da elementi di truciolare da 18 mm. di spessore, di cui uno di forma rettangolare che funge da schiena ed è a contatto con il modulo centrale con i cassetti.
Perpendicolarmente a questa schiena vengono incollate ed avvitate 6 sagome che hanno la forma dell’estremità dell’ellisse; quando la colla vinilica avrà fatto presa, e i pezzi risulteranno maneggiabili, si effettuerà un rivestimento con due fogli di compensato di pioppo da 4 mm. con la vena verticale, in modo da piegarli nel senso in cui fanno meno resistenza, sempre incollati e graffettati sulla struttura come è stato fatto per gli elementi curvi del mobile precedente.
Naturalmente anche qui avremo un centimetro di eccedenza dei fogli rispetto alla carcassa, sia sopra che sotto ed anche sui fianchi. Sui compensati si andrà ad applicare un foglio di MDF da 4 mm., sempre per predisporre il volume alla laccatura.
La scelta di utilizzare solo un foglio di compensato nello zoccolo è dettata esclusivamente da questioni di economia (di materiale e tempi di lavorazione), visto che in basso le eventuali lievi deformazioni che si potrebbero verificare passerebbero inosservate, mentre le fiancate del mobile devono essere perfette e ombre e riflessi farebbero subito notare le imperfezioni del guscio esterno.
Una volta che i bordi sono stati pareggiati, eliminando le eccedenze di materiale dei compensati e dell’MDF e portandoli a filo della carcassa, non dobbiamo preoccuparci di bordare le teste dei fogli sopra e sotto, in quanto non si vedranno mai, ma quelli verticali dobbiamo rivestirli con un bordo per prepararli alla laccatura.
In effetti, quando il mobile sarà montato, una parte della schiena di queste teste sarà in vista e precisamente quella che sarà di fronte ai bordi verticali delle mostre dei cassetti.
In altre parole, quando i cassetti verranno aperti scopriranno circa due centimetri della parte posteriore delle teste lungo i bordi verticali, che quindi dovranno essere laccati.
In maniera analoga si costruirà l’elemento posteriore che completerà la sagoma ellittica del mobile.



                                                                                                                                                                                                                                        (continua)