martedì 28 febbraio 2017

UNA VETRINETTA (parte seconda)




Nell’articolo precedente abbiamo visto il progetto nelle sue linee generali; adesso dobbiamo entrare nello specifico, sviluppando i vari pezzi che lo compongono ed evidenziando le misure che dovranno avere alla fine delle lavorazioni. 


Iniziamo con i montanti posteriori, che sono alti 1355 mm.; questi vengono ottenuti da due rigoni piallati a filo e spessore fino alla sezione di 50 x 50 mm. e poi fresati per asportare una porzione di 42 x10 mm. per i due lati che saranno rivolti all’interno.
Dopo aver fresato un lato sarà necessario provvedere a fresare il lato successivo facendo scivolare il pezzo su una striscia di MDF da 10 mm. per compensare la mancanza del materiale asportato con la lavorazione precedente, riuscendo i questo modo a mantenere il pezzo appoggiato correttamente contro la parallela.
I fermavetri ad angolo sono ottenuti unendo a 45° due strisce alte 335 mm. e di sezione 36,6 x 10 (N. B.: teniamo sempre presente che le quote riportano le dimensioni esatte ricavate dal progetto disegnato al computer) e tagliando lo spigolo creando uno smusso di 3 x 3 mm..
Questi fermavetri, oltre che bloccare i vetri e lo specchio posteriore, serviranno anche come supporto per i ripiani in vetro che verranno realizzati scantonandoli dietro per adattarli ai montanti posteriori.


I montanti anteriori sono diversi perché devono ospitare lo sportello in luce. 


Vengono ricavati da due rigoni di sezione 50 x 40 mm. e poi fresati, prima per asportare la parte di 32 x 10 mm. e poi quella di 25,5 x 15 mm.. I fermavetri sono concettualmente uguali ai posteriori, ma un lato sarà più corto per non interferire con lo sportello.
I traversi della struttura centrale, sopra e sotto, sono ottenuti da dei righetti di sezione 50 x 25 mm. fresati sul lato stretto per 17 x 10 mm., dove appoggeranno i vetri laterali e lo specchio; in questo caso i fermavetri sono dei semplici righetti di sezione 11,6 x 10 mm. ed hanno una piccola fuga di 1,5 x 1,5 mm. per evitare il contatto diretto con gli spigoli dei traversi.
In questo modo, anche se ci fosse un piccolo sfalsamento nel loro posizionamento, la fuga aiuterebbe a mascherarlo.
Di elementi elaborati sono rimasti solo quelli che costituiscono il perimetro dei piani tamburati, superiore ed inferiore, del corpo centrale. 


Gli elementi in vista sui tre lati esterni sono fresati sul bordo frontale creando due lati inclinati di 30° rispetto al piano orizzontale, a scopo decorativo; nel bordo interno si devono creare due fresate di 20 x 4 mm. per ospitare i pannelli di compensato di pioppo che serviranno a chiudere i tamburati, ovviamente imbottiti con il cartoncino a nido d’ape di 36 mm..
L’elemento posteriore del perimetro è in luce tra i due laterali ed è praticamente di sezione rettangolare, salvo le fresate sul bordo interno per il compensato.
Per lo “sgabello” di supporto non ci sono delle lavorazioni particolari oltre alla piallatura: le gambe hanno una sezione di 50 x 50 mm. ed i traversi sono di 50 x 25 mm..



                                                                                                                    (fine seconda parte)

lunedì 20 febbraio 2017

UNA VETRINETTA (prima parte)



Chi non ha mai desiderato di possedere una vetrinetta per poter esporre oggetti più o meno preziosi, o trofei da mostrare agli amici, evitando di lasciarli alla polvere sopra una mensola?
Penso quasi tutti; oggi vi mostro il progetto di una vetrinetta da terra il cui corpo centrale è alto 1355 mm., largo 500 mm. e profondo 400 mm.. E’ dotata di tre ripiani fissi in vetro, uno sportello intelaiato con vetro, come pure le fiancate, mentre la fodera posteriore è costituita da uno specchio.
Lo sportello si apre tirando un pomello per vincere la forza di trazione di una calamita a disco al neodimio e ruota girando su una cerniera a nastro. 


Nei traversi del corpo centrale verranno fatte passare le viti che serviranno a vincolare la struttura centrale alla base ed al cappello, che sono costituiti da due tamburati di 44 mm. di spessore ed impiallacciati in Toulipier, che è lo stesso legno utilizzato per le parti in massello.
La parte inferiore ha una struttura analoga a quella superiore ed è simile ad uno sgabello che verrà avvitato, da sotto, alla base del corpo centrale. 


Per avere un’idea precisa di come è costruita la vetrinetta, diamo un’occhiata alla sezione orizzontale A – A. 



In questo disegno vediamo che ci sono 4 montanti di 50 x 50 mm. sagomati per ospitare lateralmente due vetri da 5 mm. e posteriormente (nel lato che andrà appoggiata al muro) c’è invece uno specchio di 5 mm. di spessore.
I particolari si vedono meglio nel disegno seguente, che mostra la parte posteriore con lo specchio: 


E quella anteriore in cui c’è lo sportello incernierato a destra: 


Come si può notare, i fermavetri verticali (che sono suddivisi in 4 parti) sono giuntati a 45° ed hanno uno spessore di 10 mm.; nella parte anteriore sono leggermente diversi per la presenza dello sportello che è incassato a filo con i montanti.
Questo sportello ha i montanti interi ed i traversi in luce, tutti a sezione rettangolare come i traversi della struttura centrale e di quella inferiore, di dimensione 50 x 25 mm.
Gli ultimi elementi strutturali sono la base ed il cappello che sono costituiti da 4 rigoni di sezione 80 x 44 mm. di cui uno rettangolare, che va contro il muro, e tre con due fresate esterne inclinate di 30° e giuntati tra loro a 45°.
Questi rigoni sono stati sbattentati sopra e sotto nel lato interno per una profondità di 20 mm. ed uno spessore di 4 mm. per ospitare i due compensati che racchiuderanno al loro interno il cartoncino a nido d’ape da 36 mm. per realizzare i due tamburati da rivestire con l’impiallacciatura di Toulipier, per dare una veste rifinita a questi due elementi. 


La dimensione di questi due elementi, che sporgono 50 mm. dal corpo centrale, è 600 x 450 mm.



                                                                                                                        (fine prima parte)

mercoledì 8 febbraio 2017

UN COMODINO CON LE ANTE CURVE (settima parte)




E se volessimo trasformare le ante rivestendole in legno, anziché laccarle? Non è difficile; dobbiamo innanzitutto procurarci dell’impiallacciatura del legno desiderato e la dobbiamo tagliare di una dimensione che risulti un po’ più abbondante per ogni lato. Io ho scelto del ciliegio ed ho giuntato due fogli per ottenere la larghezza sufficiente a coprire con abbondanza i pannelli curvi, quindi servono quattro teli come quello che si vede al centro della foto per due esterni e due interni. 


Quelli che si trovano attorno al telo sono i pannelli per rivestire i bordi che sono costituiti da due fogli sovrapposti di impiallacciatura da 0,6 mm. perché questo spessore non è sufficiente per fare un buon lavoro e quindi se ne incollano due per ottenere uno spessore di 1,2 mm. che è quello giusto per bordare.
Il motivo di questo raddoppio è dovuto al fatto che non si può lasciare uno spigolo vivo tra il pannello ed i bordi, perché la vernice si deposita correttamente solo se lo spigolo è leggermente arrotondato ed uno spessore di 0,6 mm. è troppo sottile per garantirci un arrotondamento adeguato, senza correre il rischio di carteggiare troppo ed andare a scoprire il materiale sottostante.
Un altro consiglio per l’incollaggio delle impiallacciature è quello di non mettere mai i fogli con la stessa venatura sovrapposta; in genere si cerca sempre di incrociarla girando uno dei due fogli. Questo accorgimento ci garantirà che non si verifichino col tempo delle fessurazioni dovute alle tensioni interne del legno, perché questo sistema è simile a quello usato per la costruzione dei compensati.
Naturalmente ricavare le strisce per rivestire i bordi rettilinei non è un problema perché la sega circolare ci permette di ottenere un ottimo risultato, soprattutto se sotto le due impiallacciature mettiamo un pannellino di pochi millimetri per evitare che la lama tenda a strappare; le strisce dovranno essere larghe circa 26/27 mm..


La cosa è leggermente diversa per i bordi di testa, che sono curvi; in questo caso dobbiamo utilizzare una striscia di larghezza tale da contenere tutto l’arco dello sportello curvo, considerando alcuni millimetri di margine per ogni lato, come si può notare dalla foto che mostra lo sportello in piedi su uno dei pannellini destinati a rivestirne le teste.
Per placcare, cioè rivestire, le ante curve dobbiamo utilizzare nuovamente lo stampo ed il controstampo; dovremo spalmare la colla vinilica con una spatola dentata sui pannelli all’interno e all’esterno, applicando poi su ogni faccia un telo ottenuto con i due fogli di impiallacciatura. Per evitare che durante le lavorazioni il ciliegio si muova lo fermiamo con uno scotch particolare fatto con la carta di riso che, essendo molto sottile, non marcherà l’impiallacciatura quando stringeremo lo stampo con i morsetti.
Lo scotch di carta tradizionale ha uno spessore tale che, soprattutto se lavoriamo con una pressa idraulica, affonda nell’impiallacciatura, lasciando un’impronta ribassata che si noterà sempre, rovinando il lavoro.
Una volta affiancati i pannelli con l’impiallacciatura fissata al posto giusto, li possiamo depositare dentro lo stampo (si nota il colore arancione di questo scotch particolare); adesso possiamo inserire il controstampo e stringere con i morsetti come durante la stampata dei fogli di MDF per realizzare i pannelli. 


Dopo due o tre ore togliamo i pannelli dallo stampo, togliamo lo scotch ed eliminiamo la carta gommata forata che abbiamo usato per tenere uniti i due fogli del telo, carteggiando con un levigatore orbitale con cui diamo una prima ripulita al pannello placcato. Nella foto seguente si vede a sinistra un pannello appena tolto dallo stampo a fianco di uno già carteggiato.


Dopo aver applicato i quattro bordi di testa poi i bordi rettilinei, il lavoro si presenta così: 


La differenza di colore tra il pannello di MDF e l’impiallacciatura si nota poco, ma vi garantisco che adesso i pannelli sono tutti rivestiti de legno, come dimostra questa foto: 



Le piccole imperfezioni che si notano vengono cancellate con l’applicazione del fondo trasparente, che riempirà i piccoli spazi vuoti, e dalla successiva carteggiatura.