domenica 15 settembre 2013

GLI STUCCHI (prima parte)



Un prodotto che si usa spesso in falegnameria è lo stucco, che serve a rifinire le superfici imperfette, a chiudere le piccole fessure o i forellini che si sono creati durante le lavorazioni, oppure a ricostruire spigoli o sbrecciature nel legno creati da urti o altri eventi.
I tipi di stucco più frequenti sono quattro: lo stucco da rasare, lo stucco bicomponente per legno, lo stucco bicomponente per metallo e lo stucco a cera in stick. Questi prodotti vengono usati prima di far verniciare il manufatto in lavorazione (ad eccezione dello stucco a cera) e si applicano con una spatola metallica flessibile.

Lo stucco da rasare, o stucco francese, lo si trova già preparato in barattoli di plastica con coperchio a perfetta tenuta, per mantenere umido il prodotto che, essendo a base acquosa, non deve essicarsi finchè è nel suo contenitore; è costituito da Gesso di Bologna amalgamato con colla di pelle di coniglio. 


Lo stucco base è bianco, ma esistono anche versioni già tinte per accoppiarsi bene ad alcuni legni; comunque nella maggior parte dei casi ci si prepara lo stucco del colore giusto per il legno che si sta lavorando, tingendolo con delle polveri di vari colori che si chiamano terre e che vanno aggiunte in varie proporzioni fino al raggiungimento della tonalità voluta.
E’ importante sapere che per ottenere una stuccatura del giusto colore, bisogna preparare uno stucco di una tonalità più scura del legno grezzo che stiamo lavorando; il motivo è che gli stucchi colorati, quando si asciugano, diventano più chiari, per effetto dell’evaporazione dell’acqua.
Per preparare lo stucco del colore giusto in genere si passa una spugna umida sul legno grezzo, per simulare il colore del legno dopo la verniciatura (che lo scurisce); a questo punto abbiamo il riferimento di colore giusto per preparare lo stucco nella tonalità adeguata, che si provvederà ad applicare nei punti necessari.
Dopo alcune ore lo stucco si sarà asciugato (mentre il legno lo sarà da un pezzo, visto che è stato solo inumidito superficialmente) ed avrà assunto il tono di colore del legno grezzo; con la successiva verniciatura trasparente, sia il legno, sia lo stucco diventeranno un po’ più scuri, ma mantenendo una discreta affinità di colore.
Una cosa importante è che, per effetto dell’evaporazione dell’acqua, questo stucco si ritira (il residuo secco è circa l’80% del prodotto umido), quindi bisogna applicarlo con una certa abbondanza, se vogliamo darlo una volta sola. Altrimenti dobbiamo procedere con due passate, aspettando 3 o 4 ore tra l’una e l’altra.
Questo sistema diventa obbligatorio quando la profondità della stuccatura è notevole e la prima mano potrà mostrare anche delle screpolature durante il ritiro.
In generale per l’applicazione dello stucco francese, bisogna assicurarsi che la zona da trattare sia priva di polvere o avanzi di vecchie stuccature e, volendo facilitare l’aggrappaggio del prodotto, possiamo leggermente inumidire la parte da stuccare.
Ad essicazione avvenuta la stuccatura, che sarà sempre eccedente il legno, andrà carteggiata con carta vetrata fine, per prepararlo alla fase di verniciatura.
Ovviamente, nel caso che il legno debba essere laccato, quindi coperto con una vernice pigmentata, non è necessario preoccuparsi di colorare lo stucco, ma basterà usarlo bianco, tanto verrà comunque coperto dalla laccatura.

Un’ottima alternativa allo stucco precedente è lo stucco bicomponente per legno, questo prodotto è composto da una base, che esiste in diversi colori, e di un tubetto di catalizzatore, che va dosato con proporzioni varianti tra 1% e 4%, in funzione della rapidità che si vuole ottenere nella fase di indurimento, e della marca del prodotto.
Non è utile aumentare la quantità di catalizzatore, sperando in un indurimento più rapido; il catalizzatore eccedente non reagirà con la base e potrebbe provocare un danno, perché il perossido di dibenzoile (che sarebbe la sostanza che costituisce il catalizzatore) potrebbe dare origine ad alcune macchie in fase di verniciatura.
Naturalmente pensare di calcolare esattamente le giuste percentuali non è facile per nessuno e, viste le scarse quantità di stucco che abitualmente si preparano, nessuno si azzarda ad usare una bilancia elettronica per pesare i due componenti.
In effetti bisogna un po’ arrangiarsi, tenendo conto che dovete proporzionare il quantitativo del barattolo con quello del tubetto e dovreste riuscire a finirli contemporaneamente o quasi.


I vantaggi di questo tipo di stucco sono: la rapidità di indurimento che oscilla tra i 20 e i 30 minuti, e la mancanza di ritiro volumetrico; questo permetterebbe di rasare lo stucco a filo col pezzo, ma nell’uso pratico non succede mai e si tende comunque ad abbondare un po’, per spianarlo con la carta vetrata ad indurimento avvenuto.
Rispetto allo stucco francese, questo può otturare difetti anche di notevole profondità con un unico intervento, evitando quindi la doppia passata.
Come lo stucco francese, anche questo può essere colorato a piacere, ma anziché le terre (che sono ossidi di ferro naturali), in questo caso bisogna usare gli ossidi che sono ossidi di ferro sintetici. (fine prima parte)