IL TAGLIO DEL TRONCO IN TAVOLE
Quando i tronchi
vengono tagliati hanno una percentuale di umidità che si aggira attorno all’ 80
- 100% e, dopo il taglio in tavole deve essere ridotta al 12%-15% per essere
ritenuta giusta per la commercializzazione. Ma vediamo in quali modi si può
tagliare un tronco: il sistema più frequente è quello che utilizza una sega a
nastro di dimensioni generose (il nastro è circa 6-7 cm. di larghezza) e taglia
il fusto rifilando la parte più esterna, totalmente convessa e quindi non
utilizzabile, chiamata sciavero. In questo caso la sega è
fissa ed è il tronco che si muove avanti e indietro, fissato con delle graffe
particolari ad un carrello, che si muove su rotaie, il quale viene avvicinato
alla sega secondo degli spostamenti programmati, in funzione dello spessore
delle tavole che si vogliono ottenere, come si vede da questo filmato:
A volte, con questo tipo di macchina, il tronco viene fatto ruotare sul proprio asse, dopo il taglio del primo sciavero, per procedere al taglio di quello opposto e procedere nei tagli successivi, secondo programmi che non sempre seguono la stessa sequenza. Comunque siamo in presenza di una macchina che opera per tagli verticali, all’interno di capannoni adeguati e dotati di sistemi di asportazione continua del tavolame tagliato.
Per rimanere nel
settore delle seghe a nastro, ne esiste un tipo in uso soprattutto nell’America
del Nord che lavora con il nastro in posizione orizzontale; il questo caso
l’attrezzatura per il taglio è di dimensioni molto più contenute e viene
utilizzata per operare all’aperto, vicino alla zona di abbattimento. Il tronco
questa volta viene fissato all’interno di due binari su cui viene spinta, manualmente
o meccanicamente, una incastellatura che porta la sega a nastro (con un nastro
molto più stretto del precedente) mossa da un motore a scoppio, come viene
mostrato in questo video:
oppure in maniera più modesta in quest’altro:
oppure in maniera più modesta in quest’altro:
Ovviamente alla fine
di ogni corsa, bisogna togliere la tavola appena tagliata, portare indietro
l’incastellatura ed abbassare manualmente la sega, posizionando il nastro in
modo da tagliare la tavola successiva dello spessore desiderato.
Un altro sistema per
tagliare i tronchi è quello che utilizza una sega circolare di notevoli
dimensioni; in questo caso la lama ruota in una posizione fissa ed è il tronco
che si sposta avanti e indietro, traslando lateralmente alla fine di ogni corsa
per tagliare una nuova tavola. Questo sistema va bene finchè la dimensione dei
tronchi si mantiene attorno ai 50-60 cm. di diametro; se si superano queste
misure bisogna tagliare il tronco con due lame, montate una sopra ed una sotto
il tronco, sullo stesso piano di taglio, ma sfalsate (una più avanti e una più
indietro), con un’interferenza di taglio di qualche centimetro, per essere
sicuri che il taglio sia completo. Questo filmato vi mostra come funziona il
taglio con la sega circolare:
C’è un altro modo per
tagliare i tronchi e si utilizza quando il diametro del tronco è veramente
eccezionale, per esempio quando si taglia un tronco di Boubinga, che supera
agevolmente i 2 metri di diametro. In questo caso si usano delle speciali seghe
a nastro o a catena che tagliano il fusto, tenuto orizzontale, secondo un piano
orizzontale; a volte ricavando le tavole in sequenza, fino ad esaurire il
tronco, e a volte tagliandolo prima a metà, poi in
quarti, per ridurlo ad una dimensione più adatta ad essere poi preso in carico dalle
macchine più tradizionali.
Fino ad ora abbiamo
parlato di tagli di tronchi per ottenere delle tavole con tagli
tangenziali che sono quelli che
mettono in mostra la “ fiammatura “ del legno, che è quel disegno a forma di
finestra gotica (tanto da chiamarla anche: fiammatura tipo cattedrale) dovuta
all’alternanza chiaro-scuro degli anelli di accrescimento.
Abitualmente le tavole
vengono segate in senso tangenziale e molto spesso, se si tratta di latifoglie
pregiate, vengono sistemate una sull’altra nell’ordine in cui sono state
tagliate, separate da listelli a spessore costante, per poter fare circolare
l’aria su tutte le facce in maniera omogenea, ricostituendo così il tronco
primitivo; il pacco di tavole così sistemate viene chiamato, con un
francesismo: boule.
Il motivo per cui si
preparano le boules è per poter dare la
possibilità di acquistare delle tavole tutte con le stesse caratteristiche
morfologiche, in modo da avere, per uno stesso lavoro, la garanzia che
l’aspetto estetico del manufatto sia lo stesso in tutte le sue parti. Cosa che
sicuramente non accade se vengono acquistate tavole dello stesso legno, ma
provenienti da tronchi diversi.