martedì 31 maggio 2022

Vetrina con farfalle (seconda parte)

 

Oggi sono andato a ritirare i pannelli di plexiglass trasparenti da 3 mm. per completare la gabbia. 

 

Per tenere in posizione questi pannelli durante il montaggio dei fermavetri, visto che tra l’uno e l’altro deve rimanere lo spazio per far passare la vite, ho eseguito quattro fori svasati per ogni pannello; dato il poco spazio a disposizione ho utilizzato delle viti svasate da 2,5 x 16.

Come specificato nell’articolo precedente, per la realizzazione dei fermavetri ho usato i listelli che sono rimasti dalla costruzione dei profili a L che costituiscono la gabbia, fresandone poi uno spigolo a 45° per ricavare un piano in cui inserire le teste delle viti di fissaggio.

Per forare in squadro questi fermavetri mi sono costruito un accessorio inchiodando ed incollando, su un pezzo di truciolare, due avanzi di fermavetro paralleli e distanziati in modo da ospitare i listelli in posizione tale da avere in orizzontale il piano ricavato con la fresatura a 45° dello spigolo. 


 
Ho quindi eseguito la foratura e la seguente svasatura dei fermavetri con il trapano a colonna. 


 
A questo punto incollo il ramo verniciato nel foro che avevo predisposto nel basamento; a questo scopo, vista l’irregolarità del ramo nella parte che devo infilare, preferisco usare una colla bicomponente epossidica in modo che riempia gli spazi che rimangono vuoti tra le due parti. Faccio poi una prova per vedere l’effetto che fa il ramo inserito nella gabbia. 


 
Prima di chiudere con il plexiglass la gabbia mi devo preoccupare di dare un riferimento preciso per il posizionamento della gabbia e del basamento del ramo sul pannello in lamellare di abete prima della verniciatura; faccio alcune prove per trovare il posto più opportuno per il basamento e lo segno utilizzando dei pezzi di scotch di carta sistemati in punti particolari del suo perimetro in modo da ritrovarne la posizione immediatamente quando dovrò passare all’assemblaggio finale.

Per la gabbia preferisco affidarmi a quattro spine che incollo nel pannello di lamellare dopo aver effettuato quattro fori passanti che collegavano la gabbia con il pannello; naturalmente nella gabbia i fori sono stati fatti nella parte che sarebbe stata coperta dai fermavetri. 


 
Per il fissaggio definitivo ho previsto una serie di fori perimetrali per la gabbia e tre fori per il basamento del ramo. 


 
A questo punto posso cominciare a dare il fondo trasparente ad acqua alla gabbia ed ai fermavetri (il pannello in lamellare l’avevo già verniciato); il giorno dopo provvedo alla carteggiatura con grana 240 ed applico la finitura trasparente, sempre ad acqua.

Ad essicazione avvenuta tolgo le pellicole protettive ai pannelli di plexiglass ed inizio a fissarli all’interno della gabbia, poi comincio ad avvitare i fermavetri: prima il perimetro orizzontale superiore, poi quello inferiore.

Purtroppo quando sistemo il primo fermavetro verticale mi accorgo che è più corto di 3 mm. dello spazio che deve occupare; provo anche gli altri tre che si rivelano tutti ugualmente corti: evidentemente ho sbagliato qualcosa e devo rimediare senza rifare completamente i quattro fermavetri.

Mi viene in mente che qualche tempo fa ho acquistato una colla che viene pubblicizzata come un prodotto che permette di incollare i legni chiari senza che si noti la linea di giunzione, che appare solitamente scura, e che svela il punto di incollaggio.

La colla è della Titebond e decido che questo è il momento giusto per testare la veridicità di quello che asserisce la casa produttrice; recupero quindi degli avanzi che sono rimasti dopo il taglio dei fermavetri, ne taglio un paio di millimetri per parte con la troncatrice per essere sicuro che le facce combinino perfettamente e cerco di adattare le venature, per quanto risulta possibile, considerando che non sono proprio i pezzi tolti da quei listelli. 


 
Ho pensato a lungo come riuscire a tenere premute le due parti insieme per ogni fermavetro ed alla fine ho capito che la cosa migliore che potevo fare era utilizzare il foro più vicino all’estremità infilando una vite a cui agganciare un elastico robusto che sarebbe passato all’esterno dell’avanzo da incollare. 


 

 

(fine seconda parte)

domenica 22 maggio 2022

Vetrinetta con farfalle (prima parte)

 

Era un po’ di tempo che volevo costruire una cosa insolita che mi era venuta in mente l’anno scorso e questa volta avevo lo spirito giusto per realizzarla. Ho quindi comprato una tavola di abete rosso di prima qualità, quindi senza nodi, da 40 mm. di spessore e ne ho piallata una parte a filo ed a spessore, solo per la quantità che mi serviva, fino a portarla a 35 mm.; poi l’ho trasformata in tanti righetti che sono stati piallati a spessore nell’altro senso fino ad ottenere dei quadrelli di 35 x 35 mm.

Con due tagli di sega circolare ho trasformato i righetti in una serie di profili a L di spessore 20 mm. di cui mostro un avanzo con le quote.


 
Con questi profili ho poi creato due telai laterali, giuntati a spizza, che ho collegato fra di loro con 4 traversi opportunamente orientati per creare una “gabbia”, come si vede dalla foto seguente. 


 
Per sostenere questa struttura ho comprato un pannello di lamellare di abete di 600 x 800 mm. che ho sagomato sui lati corti per ricavare due maniglie laterali. 


Le maniglie sono dotate all’esterno di un invito inclinato a 45° per poterle prendere con le mani senza fatica quando si trova appoggiato su un piano. 


 
Ho quindi effettuato una serie di fori sul pannello in corrispondenza del perimetro di base della gabbia e, da sotto, ho bloccato assieme i due elementi lasciando un centimetro di margine tutto attorno alla struttura. 


 
Dopo aver verificato che tutto corrispondeva al progetto che mi ero fatto al CAD, ho preparato i fermavetri che avrebbero tenuto fermi i pannelli di plexiglass trasparente da 3 mm. che avevo ordinato. In pratica ho realizzato una struttura di 600 x 550 per un’altezza di 650 mm. con una sezione perimetrale come mostro nel disegno seguente: 


 
Tra il profilo ad L ed il fermavetro smussato si notano i pannelli di plexiglass da 3 mm. che sono sufficientemente scarsi in altezza e larghezza da permettere il passaggio delle viti di fissaggio dei fermavetri.

Nel mese di febbraio, prima che la vegetazione cominciasse a sentire l’effetto della primavera facendo spuntare le gemme, avevo tagliato un piccolo ramo del melograno giapponese che ho nel mio giardino e l’ho fatto seccare.

Quando ho ritenuto che si fosse stabilizzato, ho realizzato una base provvisoria con un disco di multistrati di pioppo, forato al centro, ed ho verniciato il ramo con una mano di cementite bianca e un paio di mani di finitura verde ad acqua.

I trattamenti sono stati effettuati esclusivamente a pennello; ed ecco il risultato finale: 


 
Però questo ramo era destinato a ricevere una base completamente diversa; infatti avevo disegnato un basamento costituito da otto strati di MDF da 4 mm. sagomati e progressivamente ridotti in pianta, incollati fra loro come se fossero la rappresentazione topografica di una piccola collina. Anche in questo caso ho dato una mano di cementite a solvente come fondo, ma la finitura è stata eseguita con una vernice ferromicacea grigio scuro applicata con una bomboletta spray. 


 

(fine prima parte)