giovedì 27 settembre 2018

UNA CORNICE PARTICOLARE





Era da tempo che dovevo costruire una cornice per un quadretto che mi era stato regalato da una mia amica, piuttosto brava col pennello; purtroppo, per un motivo o per un altro, ho sempre dovuto rimandare fino a pochi giorni fa quando ho potuto realizzarla.
Per questo quadretto volevo fare qualcosa di insolito ed ho cominciato a piallare due righetti di abete fino ad ottenere una sezione di 48 x 28 mm. per una lunghezza di circa un metro, che era una misura sicuramente abbondante per la realizzazione della cornice.


Nella foto precedente si vede la tela appoggiata sui due righetti iniziali; per contenere la cornice dovevo preparare un battente piuttosto stretto perché il disegno era molto vicino al bordo della tela nel lato superiore, quindi ho effettuato nei listelli due tagli incrociati sulla sega circolare in modo da asportare una sezione di legno di 23 x 5 mm., come si vede dalla foto successiva. 


Poiché ho utilizzato dell’abete rosso, le sacche di resina sono all’ordine del giorno (l’abete bianco è completamente privo di resina, tranne sulla corteccia) e, piallando e segando, ecco che ne salta fuori una in diagonale. 


Fortunatamente su un lato era apparsa subito, quindi ho lavorato i profili in maniera da sistemarla dietro e all’interno, quindi nella zona a contatto con la tela; per il tipo di trattamento che avevo intenzione di fare è necessario ripulirla bene e stuccarla con un prodotto bicomponente, molto resistente, ma lo farò alla fine della lavorazione.
Dopo aver creato i quattro tagli a 45° alle estremità, evitando i nodi più vistosi, mi traccio le posizioni in cui eseguire i tagli successivi, tenendo conto della dimensione della tela che dovevo inserire, quindi facendo partire la tracciatura dal lato interno della cornice.


Poi ho adoperato un attrezzo studiato appositamente per l’incollaggio delle cornici, che ho effettuato con la colla vinilica. 


Una volta liberata la cornice, l’ho carteggiata insistendo particolarmente sugli spigoli esterni per darle un aspetto un po’ rovinato; come si nota nella foto la sacca di resina è completamente nascosta, ma c’è ancora ed è all’interno del righetto più in basso.


Poi è cominciato il trattamento speciale: l’ho sottoposta ad una bruciatura continua nella parte a vista, utilizzando quella che viene comunemente chiamata “lampada da idraulico”; l’intervento può essere più o meno intenso in funzione del risultato che si vuole ottenere. Io non ho insistito particolarmente, poi l’ho ripulita con due spazzole rotative in fibra, insistendo in maniera diversa nelle varie zone.
Ed ecco il risultato:


Per potere appendere la cornice ho praticato un foro inclinato nel retro del traverso superiore, in cui si inserirà il chiodo fissato nel muro; da qui si vede che la bruciatura non è stata effettuata posteriormente e nella parte interna. 


A questo punto non resta che inserire la tela nella cornice, fermandola con alcuni chiodi che verranno piantati nella parte di cornice che sporge dietro alla tela; ed ecco il risultato finale: