domenica 13 gennaio 2013

IL TAGLIO DEL TRONCO IN TAVOLE



IL  TAGLIO  DEL  TRONCO  IN  TAVOLE




Quando i tronchi vengono tagliati hanno una percentuale di umidità che si aggira attorno all’ 80 - 100% e, dopo il taglio in tavole deve essere ridotta al 12%-15% per essere ritenuta giusta per la commercializzazione. Ma vediamo in quali modi si può tagliare un tronco: il sistema più frequente è quello che utilizza una sega a nastro di dimensioni generose (il nastro è circa 6-7 cm. di larghezza) e taglia il fusto rifilando la parte più esterna, totalmente convessa e quindi non utilizzabile, chiamata  sciavero. In questo caso la sega è fissa ed è il tronco che si muove avanti e indietro, fissato con delle graffe particolari ad un carrello, che si muove su rotaie, il quale viene avvicinato alla sega secondo degli spostamenti programmati, in funzione dello spessore delle tavole che si vogliono ottenere, come si vede da questo filmato:

A volte, con questo tipo di macchina, il tronco viene fatto ruotare sul proprio asse, dopo il taglio del primo sciavero, per procedere al taglio di quello opposto e procedere nei tagli successivi, secondo programmi che non sempre seguono la stessa sequenza. Comunque siamo in presenza di una macchina che opera per tagli verticali, all’interno di capannoni adeguati e dotati di sistemi di asportazione continua del tavolame tagliato.
Per rimanere nel settore delle seghe a nastro, ne esiste un tipo in uso soprattutto nell’America del Nord che lavora con il nastro in posizione orizzontale; il questo caso l’attrezzatura per il taglio è di dimensioni molto più contenute e viene utilizzata per operare all’aperto, vicino alla zona di abbattimento. Il tronco questa volta viene fissato all’interno di due binari su cui viene spinta, manualmente o meccanicamente, una incastellatura che porta la sega a nastro (con un nastro molto più stretto del precedente) mossa da un motore a scoppio, come viene mostrato in questo video:


oppure in maniera più modesta in quest’altro:

Ovviamente alla fine di ogni corsa, bisogna togliere la tavola appena tagliata, portare indietro l’incastellatura ed abbassare manualmente la sega, posizionando il nastro in modo da tagliare la tavola successiva dello spessore desiderato.
Un altro sistema per tagliare i tronchi è quello che utilizza una sega circolare di notevoli dimensioni; in questo caso la lama ruota in una posizione fissa ed è il tronco che si sposta avanti e indietro, traslando lateralmente alla fine di ogni corsa per tagliare una nuova tavola. Questo sistema va bene finchè la dimensione dei tronchi si mantiene attorno ai 50-60 cm. di diametro; se si superano queste misure bisogna tagliare il tronco con due lame, montate una sopra ed una sotto il tronco, sullo stesso piano di taglio, ma sfalsate (una più avanti e una più indietro), con un’interferenza di taglio di qualche centimetro, per essere sicuri che il taglio sia completo. Questo filmato vi mostra come funziona il taglio con la sega circolare:

C’è un altro modo per tagliare i tronchi e si utilizza quando il diametro del tronco è veramente eccezionale, per esempio quando si taglia un tronco di Boubinga, che supera agevolmente i 2 metri di diametro. In questo caso si usano delle speciali seghe a nastro o a catena che tagliano il fusto, tenuto orizzontale, secondo un piano orizzontale; a volte ricavando le tavole in sequenza, fino ad esaurire il tronco, e a volte tagliandolo prima a metà, poi in quarti, per ridurlo ad una dimensione più adatta ad essere poi preso in carico dalle macchine più tradizionali.
Fino ad ora abbiamo parlato di tagli di tronchi per ottenere delle tavole con  tagli tangenziali  che sono quelli che mettono in mostra la “ fiammatura “ del legno, che è quel disegno a forma di finestra gotica (tanto da chiamarla anche: fiammatura tipo cattedrale) dovuta all’alternanza chiaro-scuro degli anelli di accrescimento.




Se invece vogliamo una venatura rigata dobbiamo effettuare dei tagli radiali, cioè riducendo prima il tronco in quarti, poi lo si blocca in modo da poter effettuare dei tagli secondo piani paralleli al piano mediano del quarto, denominato generalmente: “taglio alla francese “:



Abitualmente le tavole vengono segate in senso tangenziale e molto spesso, se si tratta di latifoglie pregiate, vengono sistemate una sull’altra nell’ordine in cui sono state tagliate, separate da listelli a spessore costante, per poter fare circolare l’aria su tutte le facce in maniera omogenea, ricostituendo così il tronco primitivo; il pacco di tavole così sistemate viene chiamato, con un francesismo: boule


Il motivo per cui si preparano le boules  è per poter dare la possibilità di acquistare delle tavole tutte con le stesse caratteristiche morfologiche, in modo da avere, per uno stesso lavoro, la garanzia che l’aspetto estetico del manufatto sia lo stesso in tutte le sue parti. Cosa che sicuramente non accade se vengono acquistate tavole dello stesso legno, ma provenienti da tronchi diversi.