sabato 22 luglio 2017

LE LAME PER SEGHE CIRCOLARI (quinta parte)




Con questo articolo concludo la trattazione delle lame per seghe circolari. Una lama un po’ particolare è quella che si usa nelle multilame, che sono quelle macchine che trasformano una tavola di legno in tanti listelli con una sola passata; naturalmente l’operazione viene effettuata da una serie di lame affiancate e tenute in posizione da una serie di distanziatori e bloccate da un dado in testa all’albero a sbalzo, oppure con altri sistemi a braccio mobile (Vedere articolo del 15/03/2014).
Le lame usare in queste macchine hanno un foro centrale più grande del solito ed anche due tacche di fianco al foro che servono per il trascinamento; infatti sull’albero della macchina sono fissate due “chiavette” lunghe come l’albero su cui vanno innestate le lame per garantire che tutte le lame ruotino simultaneamente. 
Nel corpo lama si notano delle aperture che non hanno niente in comune con le asole di dilatazione; in queste posizioni infatti vengono saldate delle placchette di Widia con la funzione di “rasanti”. Questi sono allineati ai denti ed hanno una duplice funzione: la prima è quella di far uscire dalla macchina dei listelli con una finitura laterale simile ad una piallatura; l’altra funzione è quella di tenere il legno lontano dalle lame durante la lavorazione, evitando l’attrito che provocherebbe il riscaldamento delle lame ed il conseguente peggioramento del taglio. 


Un’altra categoria di lame in uso nella falegnameria, soprattutto in fase di montaggio nei luoghi di installazione, è quella utilizzata nelle seghe circolari portatili; tanto per intenderci quelle che vengono usate facendole scorrere su un binario piatto in alluminio che serve da guida per ottenere dei tagli rettilinei.
In questi elettroutensili le lame hanno generalmente diametri ridotti che oscillano fra i 150 mm. ed i 200 mm., salvo casi particolari; poiché si lavora con la stessa lama sia per il taglio lungo vena che quello in senso trasversale, per i denti si usa un passo di tipo universale che si può adattare ad entrambe le lavorazioni ed il numero dei denti varia da 24 a 36.
Queste lame lavorano in posizione contraria a quelle montate sulle macchine fisse e quindi tagliano il materiale partendo dal lato inferiore; questo significa che il lato “bello” è quello sotto, mentre quello sbrecciato sarà quello a contatto con l’elettroutensile. 


Una lama un po’ insolita, che comunque è fondamentale in falegnameria, è l’incisore che è quella piccola lama che lavora accoppiata ad una lama normale nelle sezionatrici e nelle seghe circolari fisse professionali. Il suo dente viene definito “conico” anche se ha una forma trapezoidale e la funzione di questo utensile è quella di aprire un piccolo solco nella faccia inferiore del pannello prima del passaggio della lama principale.
Il motivo per cui si usa questa piccola lama (che ruota in senso contrario a quella tradizionale) è che, nel taglio di materiali come i nobilitati o i pannelli impiallacciati quando vengono tagliati in senso trasversale alla vena, la lama principale tende a produrre delle sbrecciature nella faccia inferiore del pannello perché strappa il materiale superficiale di rivestimento quando esce dal pannello.
L’incisore, avendo i denti con questa forma particolare, viene allineato con la lama principale e regolato in altezza fino a creare un solco che risulti leggermente più ampio di quello prodotto dalla lama, evitando quindi il contatto dei denti di quest’ultima con la finitura superficiale della faccia inferiore del pannello che viene tagliato.
Con questo sistema il pezzo avrà una finitura ottima sia sulla faccia superiore che su quella inferiore. Attenzione però a non esagerare nel sollevare l’incisore, altrimenti il suo passaggio si noterà sicuramente nel bordo del pannello e, se questo deve essere bordato, rimarrà una piccola ma antiestetica fessura tra la faccia del pannello e il bordo, evidente soprattutto nei materiali chiari.
Esistono anche lame speciali che hanno i denti con una conformazione un po’ diversa dal solito e sono quelle con i denti concavi in pianta. 


Questa forma concava, che fa quindi lavorare per prime le creste esterne del dente, è stata studiata per riuscire ad avere buoni risultati nel taglio dei pannelli nobilitati anche in assenza di un incisore. Io non ho mai avuto occasione di provarla, quindi non sono in grado di dare un giudizio sull’effettivo risultato di taglio con questo tipo di lama.

Un’ultima annotazione sulle lame: come si vede dal filmato inserito nell’articolo del 2 luglio scorso, non si taglia solo il legno ed i suoi derivati con le lame al Widia, ma anche i metalli. Oltre al tipo diverso di composizione del Widia però cambia anche l’angolo di attacco del dente: nel legno si lavora con un angolo che può andare da 12° a 15°; per le leghe leggere, con cui si usano le placchette piano-trapezoidali, l’angolo scende molto ed in certi casi diventa addirittura negativo, mentre per le leghe ferrose si attesta attorno a 0°.


(fine)



mercoledì 12 luglio 2017

LE LAME PER SEGHE CIRCOLARI (quarta parte)





Vediamo ora le caratteristiche principali di una lama per sega circolare: 

www.metalnuova.com

In questo schema sono mostrate tutte insieme le varie opzioni per la costruzione di una lama e qui di seguito c’è la tabella con la specifica delle sigle utilizzate. 

www.metalnuova.com

Naturalmente dallo schema vengono prese di volta in volta le caratteristiche che interessano per la costruzione di una lama con determinate prestazioni; per esempio prendiamo in considerazione il tipo standard per le seghe circolari. 


Questo tipo di lama viene definita “universale” per via del numero di denti che vengono realizzati in questo modello, che non è specifico per il taglio lungo vena (che richiede pochi denti), né per il taglio di traverso alla vena (che richiede un notevole numero di denti). In questa lama sono stati praticati solo i tagli di espansione che servono a compensare le dilatazioni della lama che, quando lavora, si scalda per l’attrito prodotto dal contatto con il materiale; se non ci fossero questi tagli la lama potrebbe deformarsi.
Però una lama come questa, mentre ruota vorticosamente, per effetto della turbolenza creata dalle cavità presenti determinate dagli spazi tra i denti e dai tagli di espansione, produce un fischio abbastanza fastidioso soprattutto quando gira a vuoto.
Pertanto, dopo vari studi, si è capito che producendo sul corpo lama dei tagli con il laser aventi una forma particolare (diversa per ogni azienda) e riempiendoli di poliuretano termoplastico, che è elastico e fonoassorbente, si riducono le vibrazioni della lama ed il rumore globale viene abbassato notevolmente e le lame assumono questo aspetto: 


Come ho scritto prima, le lame per il taglio lungo vena devono avere pochi denti molto distanziati per avere la possibilità di scaricare i trucioli con facilità; se però si lavorano legni duri e compatti si è soliti utilizzare lame dotate di limitatore di truciolo come questa: 


Il limitatore di truciolo, che sta su una circonferenza leggermente più piccola di quella su cui ci sono i denti, diminuisce la quantità di legno che il dente successivo potrebbe asportare ad ogni passaggio, in pratica serve a controllare l’aggressività del dente evitando quella che viene abitualmente chiamata “sovralimentazione”.
Questa funzione è importante per non generare un avanzamento eccessivo del legno in lavorazione (quando l’alimentazione è manuale) e per non ricevere contraccolpi quando si incontrano dei nodi morti, quindi staccati dall’involucro, che sono frequenti nelle conifere. 
Nel caso che si affrontino dei tagli trasversali alla venatura del legno vengono generalmente usate lame con molti denti (soprattutto sulle troncatrici), in modo da suddividere il truciolo in particelle piccolissime e conseguentemente riducendo notevolmente le sbrecciature nel lato della tavola in cui esce la lama, cosa che si verificherebbe sicuramente se si utilizzasse la stessa lama usata per i tagli lungo vena, soprattutto per i legni teneri e poco compatti. 





(Fine quarta parte)

domenica 2 luglio 2017

LE LAME PER SEGHE CIRCOLARI (terza parte)




Proseguendo nella spiegazione della forma delle placchette al Widia che costituiscono i denti delle lame per le seghe circolari attuali, notiamo che nella prima riga in alto dello schema mostrato nell’articolo precedente i due denti al centro hanno la stessa forma, ma simmetrica; la loro funzione è quella di tagliare il pannello rifinendolo solo da un lato, che è sempre quella dove la placchetta ha l’angolo acuto in alto.
Questo tipo di lama si usa soprattutto nelle macchine che squadrano i pannelli di truciolare o Medium Density usciti dalle presse (ovviamente una a destra ed una a sinistra del pannello); queste lame sono generalmente dotate di truciolatori esterni, che sono dei settori dentati applicati alle lame per polverizzare il residuo della rifilatura dei pannelli ed agevolarne l’asportazione mediante il sistema di aspirazione. 



Esistono anche degli incisori con lo stesso tipo di dente, che vengono utilizzati quando il taglio perfetto deve essere eseguito solo da un lato e vengono tarati come un incisore con dente conico, spostandoli lateralmente fino alla posizione opportuna e facendo lavorare solo il lato più alto della placchetta dove c’è l’angolo acuto.

Un altro dente sagomato in maniera particolare ed è do uso generale è l’ultimo in basso nello schema, quello che viene definito “sbozzatore”; le lame con questo tipo di dente sono generalmente utilizzate per il taglio delle materie plastiche.
I denti con la forma a cuspide o solo trapezoidali hanno un uso limitato e destinato a lavorazioni specifiche su richiesta del cliente.
Per concludere il discorso su queste placchette, vorrei ricordare che il Widia non è un materiale che ha sempre le stesse caratteristiche costruttive; gli utensili che vengono prodotti utilizzando questo materiale possono avere funzioni diverse e lavorare materiali diverse, infatti con le lame al Widia si possono tagliare anche i metalli: dalle leghe di alluminio (che è quello che si taglia più facilmente, anche con le lame per il legno) fino alle leghe di acciaio, oppure materiali per l’edilizia. 


Naturalmente per questi casi cambia la composizione dei materiali e la granulometria del carburo di tungsteno, oltre ai leganti per la sinterizzazione del materiale; inoltre i denti che supportano le placchette vengono costruiti più robusti perché lo sforzo di taglio aumenta.

Restando comunque nel campo delle seghe circolari in generale, per dare rigidità alle lame ed evitare che oscillino durante la rotazione, viene eseguita un’operazione che si chiama “tensionatura” e viene effettuata da una macchina che preme una rotellina sul corpo lama, producendo un leggero solco circolare subito all’interno della dentatura. 



Questo solco è sufficiente ad irrigidire la lama, creando una specie di “nervatura” che permette di effettuare tagli perfettamente lineari e senza vibrazioni laterali. 



Un altro fattore importante è lo spessore della lama, e con questo si intende lo spessore in corrispondenza dei denti; le lame non hanno tutte lo stesso spessore (che varia da 2 mm. circa a 5 mm. circa) e di solito questo aumenta con l’aumento del diametro, che a sue volta è legato al tipo di macchina.
Ci sono però dei casi in cui conviene utilizzare gli spessori sottili e questo capita quando si lavora del legno molto pregiato, in cui si cerca di limitare al minimo lo scarto, quindi anche quello dei tagli longitudinali e trasversali.