I miei lavori




Lavoro N° 1.

Questa vetrinetta è stata eseguita in multistrato di pioppo da 20 mm. placcato noce e assemblata con i lamelli; il telaio dell’anta l’ho costruito in massello di Afrormosia, placcato ovviamente con lo stesso noce e unito con il sistema tenone-mortasa.




Il vetro è stato decorato con profilo di piombo adesivo, successivamente stagnato nelle giunzioni, e dipinto con colori vari, naturalmente da vetro; viene mantenuto in sede dai classici righetti fermavetro avvitati. Le dimensioni sono 565x335x125 mm. per la carcassa (che ha la fodera in MDF da 4 mm. rivestita in carta col giglio fiorentino marrone); il telaio è 565x335x22 mm. ed è collegato alla carcassa con una cerniera metrica bronzata. I due ripiani sono in plexiglas da 10 mm. a cui ho lucidato i bordi e sono sostenuti da reggipiani bronzati.
 
Lavoro N° 2


Questo contenitore, che è nato come portacaramelle, ma potrebbe benissimo essere destinato a diventare un portagioie, è costituito da alcuni pannellini di MDF da 19 mm. forati al centro con un foralamiere (che è quello strumento che è costituito da un perno centrale, attraversato da una barretta registrabile a cui è applicato un utensile da taglio al Widia), ma di forma quadrata 200x200 mm. incollati uno sull’altro, facendo combaciare perfettamente i fori centrali. Quando la colla si è seccata ho effettuato dei fori attorno a quello centrale, utilizzando una punta levanodi (la classica punta per forare quando si montano le cerniere da cucina, ma con il gambo lungo). Per poter fare questi fori con una distribuzione perfetta, mi sono costruito un “divisore”, che è un attrezzo che permette di ruotare il pezzo in lavorazione a scatti predeterminati, poi ho forato completamente il corpo superiore (quindi senza la base) per dodici volte, per cui c’è un foro ogni 30°. Tutti i fori vanno eseguiti necessariamente con un trapano a colonna, soprattutto quelli fatti con il foralamiere. In seguito (abbiamo ancora un blocco a base quadrata di MDF) ho tagliato il blocco con una sega a nastro molto sottile, passando per il centro dei fori perimetrali, lasciandone solo metà.
Analogo discorso per il coperchio a cui però bisogna applicare un dischetto al centro, nella parte inferiore, per mantenerlo accoppiato al foro centrale. La base è stata ottenuta per tornitura di un pannellino di MDF da 19 mm.; dopo aver carteggiato adeguatamente i pezzi, ho dato una mano di cementite e, dopo un’altra carteggiatura, ho trattato i pezzi con una vernice ferromicacea color antracite.
Quando la vernice si è asciugata, ho avvitato il corpo superiore forato, alla base, prendendolo da sotto, ed ho applicato il pomolo.



Lavoro N° 3

Questa vetrinetta è stata costruita usando del multistrati di pioppo da 20 mm. placcato con del tranciato di noce per la carcassa; l’unione dei 4 pezzi che costituiscono la carcassa è stata effettuata con spine di faggio incollate.



La fodera è di compensato di betulla da 4 mm. placcato noce, mentre i 3 ripiani sono in MDF da 8 mm. placcati in noce e supportati da reggipiani bronzati.
Lo sportello intelaiato (fissato alla carcassa con una cerniera metrica bronzata) è in Toulipier rivestito con il solito noce, come pure i fermavetri; il vetro al centro dello sportello è stato decorato con un filo perimetrale di resina nera, che definisce un disegno che ho riempito con i soliti colori da vetro.
Le dimensioni della carcassa sono: 450x350x65 mm. .   Le dimensioni dello sportello sono:  450x350x24 mm.La vetrinetta è fissata al muro con viti che attraversano la fodera.




Lavoro N° 4




Questo oggetto è un portafazzoletti di carta, ottenuto lavorando un blocco di Tiglio che prima è stato piallato, poi fresato con la toupie per creare le sbattentature che danno origine alla forma definitiva.
                                                                                                                                            

Il fiore stilizzato frontale è stato ricavato lavorando con uno scalpello da 4 mm. per scavare il legno, lasciando solo il fiore; l’oggetto è stato poi verniciato con vernice trasparente alla nitro.

Il fissaggio è stato ottenuto con due ganci a L fissati a muro, inseriti in due lastrine metalliche applicate posteriormente; per evitare che il portafazzoletti possa sfilarsi accidentalmente dai ganci, ho previsto uno squadretto inferiormente impostato nel legno che, una volta fissato a muro, permette di trattenere l’oggetto tramite una vite inserita da sotto. Le dimensioni sono: 130x130x55.




Lavoro N° 5

Ho costruito queste cassettine utilizzando, per la carcassa, 4 pannelli di MDF da 19 mm. di spessore, spizzati ed incollati, fissandoli con degli spilli incrociati negli spigoli di unione. Naturalmente questi pezzi erano stati preventivamente sbattentati inferiormente, per ospitare il fondo costituito da un pannellino di MDF da 4 mm. di spessore, avvitato alla carcassa da sotto.

































Il telaio dello sportello è costituito da quattro righetti di Toulipier sagomati a L, spizzati ed incollati con gli spilli incrociati negli angoli.
I due pezzi sono collegati da una cerniera metrica in ottone o acciaio inox lucido; il vetro, da 2 mm. di spessore, è decorato da disegni eseguiti con resine di vari colori, poi riempiti con colori da vetro, poi è stato siliconato all’interno della cornice, come pure i fermavetri. Le cassettine sono state rivestite con carte decorative di tipo opportuno.
Le dimensioni della carcassa sono: 350x240x75, quelle della cornice: 350x240x21.




Lavoro N° 6



Questa cassettina ha lo stesso procedimento costruttivo delle precedenti; la differenza sta nel fatto che ho adottato una chiusura a due sportelli e non ho usato la resina per effettuare i disegni, ma un pennarello indelebile ricoperto successivamente con i colori. Le dimensioni della carcassa sono le stesse, quelle degli sportelli sono la metà di quello intero.











Lavoro N° 7

 Questo portacaramelle/portagioie è stato costruito incollando vari pannelli di MDF uno sopra l’altro, dopo aver effettuato il foro centrale con il foralamiere. Una volta ottenuto il parallelepipedo col foro al centro, l’ho squadrato con la sega circolare; poi ho montato una fresa registrabile sull’albero della toupie ed ho ricavato le scanalature perimetrali, una alla volta, modificando la quota di lavorazione. Alla parte bassa del corpo centrale ho incollato il fondo, tenendolo leggermente arretrato rispetto ai bordi.


L’operazione successiva è stata l’applicazione del fondo per la verniciatura, che poi ho carteggiato, finendo quindi con una vernice lucida. Il coperchio ha un disco di centraggio nella faccia inferiore, per allineare i bordi.
Per ultimo ho applicato il pomolo; le dimensioni della carcassa sono: 145x145x66 mm., quelle del coperchio sono: 145x145x19 mm.



Lavoro N° 8


Questo è un portamatite orizzontale, ottenuto lavorando un pezzo di MDF di 45 mm. di spessore. Ho praticato dei fori di 11 mm. di diametro, in posizione tale da incrociarli senza interferenze, poi ho arrotondato i bordi dei fori ed infine l’ho verniciato con lacca rossa lucida. Il blocchetto è stato fissato su un pianetto di plexiglas in cui è annegata una rete di filo sintetico nero, avvitandolo ovviamente dal di sotto.

Le dimensioni del blocchetto rosso sono: 122x45x45 e quelle del plexiglas sono: 95x95x8.
















Lavoro N° 9




Queste cassettine sono state un esperimento che ho voluto fare per cercare qualcosa di innovativo: ho inserito del mosaico nel coperchio per dare una immagine insolita e creando un abbinamento che non ho mai visto fare finora.


Per ottenere questo risultato ho modificato il coperchio delle cassettine viste precedentemente, sostituendo il telaio di legno dotato di vetro, con un pannello di MDF che ho provveduto a scavare al centro con il pantografo, per una profondità pari allo spessore del mosaico, fornitomi dalla ditta abax di Sassuolo che produce una fantastica varietà di questo materiale.






Per l’applicazione del mosaico e la sua stuccatura ho utilizzato lo stucco epossidico Starlike della Litokol di Rubiera, che si è dimostrato il miglior prodotto tra quelli testati, visto che non potevo usare uno stucco tradizionale a base acquosa dato che andava a contatto con il legno. Due cassettine sono state preventivamente laccate, una bianca ed una argento, mentre la terza è stata rivestita con carta fotografata con effetto sughero.


Le dimensioni sono rimaste quelle delle altre cassettine.
















Lavoro N° 10

Questa vetrinetta invece è stata costruita completamente in legno massello, utilizzando un legno che si chiama Toulipier, tendenzialmente chiaro ma che si presta bene ad essere tinto. La carcassa è stata assemblata con i lamelli, la fodera è costituita, come i ripiani, da un pannello di MDF rivestita in carta stampata come la pelle di serpente, poi avvitata, inserendola in una sbattentatura posteriore della carcassa per mantenerla a filo dietro.
L’anta intelaiata è stata assemblata utilizzando l’elettrofresatrice Domino della Festool, con i suoi inserti; il vetro all’interno del telaio è stato dipinto con i soliti colori da vetro, riproducendo un monogramma bicolore.

Il movimento dell’anta è garantito da una cerniera a nastro incassata in una fresata del fianco destro della carcassa. Le dimensioni della carcassa sono: 500x300x115, con spessore 22 mm., mentre quelle dell’anta sono: 500x300x22.












Lavoro N° 11

Queste due cassettine sono in abete verniciato trasparente; le ho acquistate tempo fa, poi le ho modificate pantografando il coperchio con una sagoma per creare un foro quadrato.




In questo foro ho inserito una cornice che ho costruito con dei listelli, sempre in abete, che ho sagomato con un profilo ad L, in modo da inserirla anche all’interno del foro.
Sotto la cornice ho applicato un pannellino di compensato di betulla per sostenere adeguatamente il mosaico (sempre dell’abax) che è stato stuccato come al solito con lo Starlike della Litokol in un colore opportuno per accoppiarsi con l’abete.
Le dimensioni esterne delle cassettine originarie sono: 16,5x16,5x16,5 cm.



Lavoro N° 12

Questo oggetto è un leggìo, costruito con multistrati di betulla finlandese da 15 mm. e dotato di un piano di appoggio con una notevole inclinazione, in quanto la sua funzione definitiva è quella di espositore per libri d’arte.


A parte il listello di appoggio del libro, che è stato incollato al pannello inclinato, gli altri pezzi sono tutti avvitati per permetterne lo smontaggio, riducendo notevolmente gli ingombri, in caso di inutilizzo.


Il multistrati di betulla è stato trattato con fondo ad acqua trasparente e successivamente con vernice ad acqua trasparente a 20 gloss. Il fiore non è dipinto, ma è un intervento di “decoupage”, utilizzando un foglio di carta predisposto allo scopo e rivestito con la medesima vernice usata per il multistrati.



Le dimensioni sono: larghezza 45 cm., altezza 42 cm. e profondità 34 cm.





Lavoro N° 13

Questo è un gioco di abilità, nel senso che da un blocchetto unico a forma di cubo bisogna ricavare all’interno un altro piccolo cubo, staccato dal precedente, ma che rimane bloccato all’interno, senza poter uscire pur muovendosi indipendentemente. 


Io ho voluto farlo in faggio perché è un legno più compatto e che si leviga meglio della conifera che ha usato l’autore del video che spiega come si ottiene; voi fate come lui: usate un legno tenero, io sono impazzito a staccare il cubetto interno da quello esterno. L'unica differenza sostanziale tra il mio lavoro ed il suo è che io ho arrotondato tutti gli spigoli utilizzando una fresa a gambo montata su un rifilatore.


Il video che spiega la procedura si trova su Youtube e si chiama: Mystery Cube-in-a-Cube Puzzle Woodworking Project; purtroppo è stato fatto negli U.S.A. e pertanto non è in italiano, ma se state attenti non c’è bisogno di tante spiegazioni per capire come si deve lavorare; basta guardare…




Lavoro N° 14

In questo oggetto mi sono voluto sbizzarrire a fare delle curve; sono partito da una tavola di Doussiè di 40 mm. che ho piallato a filo e a spessore ed ho tagliato in due tavole che ho incollato sovrapponendole.
L’operazione successiva è stata ovviamente quella di fare un disegno, su un compensato da 6 mm., di quello che volevo realizzare; il compensato sporgeva lateralmente dalla tavola (che era diventata spessa 75 mm.) che avevo ottenuto, di due centimetri su tutto il contorno ed in questo spazio ho applicato quattro righetti per mantenere il compensato fermo sulla tavola.
In seguito ho realizzato i fori nel compensato in corrispondenza di quelli che volevo effettuare nel Doussiè; poi ho cercato di svuotare le zone che volevo scavare nella tavola, utilizzando le punte Forstner di diametro adeguato.
Usando una elettrofresatrice con una fresa dotata di cuscinetto di appoggio e con i taglienti alti 50 mm., ho fresato la tavola appoggiandomi col cuscinetto ai fori ricavati nel compensato,  completando l’opera di svuotamento iniziata precedentemente.
Una volta ripulite per bene le cavità che avevo ricavato, ho tolto la sagoma in compensato ed ho disegnato il profilo esterno e sono passato a lavorare la tavola con la sega a nastro, usando un nastro da 6 mm. di larghezza, per poter fare agevolmente le varie curve che avevo disegnato.
Naturalmente la sega a nastro aveva lasciato dei segni verticali piuttosto evidenti su tutta la superficie esterna, che è stata carteggiata con estrema pazienza fino a renderla completamente liscia.
Dopo aver carteggiato opportunamente tutto il manufatto con carta da 80 grit, sono passato all’applicazione del fondo trasparente ad acqua, ma non ho potuto usare la pistola a spruzzo perché ci sono delle zone che non avrei potuto raggiungere col getto; per cui ho usato un pennello tondo di peli di martora, che non lasciava traccia del suo passaggio.
Ovviamente il pezzo è stato carteggiato nuovamente, questa volta con carta a 240 grit, ed ho completato l’opera passando la finitura trasparente ad acqua a 20 gloss utilizzando lo stesso pennello. Ed ecco il risultato: 


Idealmente questo oggetto vorrebbe rappresentare uno schizzo di vernice; l’uso che se ne può fare è quello del portacaramelle.



Oppure si può utilizzare per far eseguire da un fioraio una composizione di fiori finti come quelli che vedete, che quindi potranno far bella figura come centro tavola. 


Le dimensioni dell'oggetto sono: 36 x 20 x 7,5 cm.








Lavoro N° 15

Questa volta l’oggetto che ho preparato è abbastanza complicato da fare e bisogna disporre di una combinata a 5 lavorazioni per riuscire a realizzarlo. Il legno che ho usato è il Toulipier, un legno nordamericano della famiglia della magnolia; ad un primo esame il lavoro sembra ottenuto piegando un tondino di legno, ma non è così. 



Sono partito da una tavola di 52 mm. di spessore, che ho piallato fino a portarla a 40 mm. di spessore; poi vi ho disegnato sopra i bracci esterni del cactus utilizzando una dima in multistrati di betulla da 12 mm., larga 40 mm., e sagomata in modo da ricavare il braccio più grande (gli altri sono stati ottenuti tagliando sopra o sotto il campione grande).
Con la sega a nastro ho tagliato i vari bracci dalla tavola, tenendo i tratti rettilinei più lunghi di 7/8 cm. per parte rispetto al disegno e restando due millimetri più abbondante lungo tutto il profilo.
Poi ho fissato la sagoma sui pezzi ottenuti nelle zone di abbondanza alle estremità ed ho lavorato i pezzi in contralbero alla toupie con una fresa a taglienti dritti; in questo modo ho ottenuto quattro elementi sagomati uguali, con la forma della sagoma, ma con una sezione ancora quadrata di 40 x 40 mm..
A questo punto ho montato una fresa a quarto di cerchio con raggio di 20 mm. e, sempre con la sagoma montata, li ho ripassati quattro volte, uno per ogni spigolo, ottenendo una sezione circolare di 40 mm. di diametro.
Il cilindro centrale del cactus è stato ottenuto con lo stessa fresa, ma utilizzando l’appoggio della parallela, invece del cuscinetto, e partendo da un righetto piallato di sezione 40 x 40 mm.. Poi ho dovuto tagliare i pezzi sagomati in modo da differenziarli in altezza e ne ho arrotondato l’estremità superiore.
Per il fissaggio nella parte bassa del gruppo di 5 elementi ho preferito utilizzare dei blocchetti prismatici, spinati sui vari pezzi dopo averli spianati per creare l’alloggiamento adeguato. Una volta carteggiato tutti i pezzi, li ho verniciati con una finitura trasparente ad acqua opaca (20 gloss) ed ho incollato il gruppo.



Lavoro N° 16

 

Questo oggetto ha uno scopo esclusivamente decorativo, lo potremmo definire un soprammobile; il materiale usato è legno di faggio evaporato. Il nome che gli ho assegnato è: LYRA perché ricorda lo strumento musicale usato dai popoli antichi. 


 Questa realizzazione nasconde un piccolo segreto: come si fa ad inserire le barre filettate, visto che sono bloccate sulle estremità dai bracci esterni? E, ovviamente, come si fa ad eseguire i fori sull’elemento centrale?

La risposta sta nella possibilità di piegare il legno (o meglio: certi legni, come il faggio per esempio) utilizzando l’acqua ed il calore; infatti bisogna mettere a bagno uno dei bracci esterni e riscaldarlo con una qualunque fonte di calore. Dopo un certo tempo, che dipende dalle dimensioni della sezione del pezzo e dal tipo di legno, il braccio può essere piegato abbastanza per poter forare l’elemento centrale; questa operazione sembra semplice raccontandola come sto facendo io, ma richiede una struttura per poter mantenere piegato il braccio mentre si effettua la foratura. 


 Prima di rilasciare il braccio bisogna ovviamente inserire le barre filettate con i dadi, poi si ripete l’operazione inversa con acqua e calore per poter riportare il braccio nella posizione originale.

Ad essicazione avvenuta si può procedere ad applicare una mano di fondo trasparente ad acqua e, dopo una carteggiatura con grana 240, si passa una mano di finitura trasparente, sempre ad acqua.

La realizzazione completa di questo oggetto è stata pubblicata da LEGNOLAB N° 119.

 



Lavoro N° 17

 

Questa lampada è nata dall’esigenza di avere una lampada poco luminosa sul tavolino di fianco al divano su cui guardo la televisione; volevo sostituire quella esistente che fa troppa luce e disturba la vista in quei momenti. 


 La realizzazione è stata fatta utilizzando un legno chiamato Toulipier che proviene dall’America nord-orientale e originariamente è chiaro come l’acero; io ho preferito tingerlo con un prodotto all’acqua che gli ha dato il colore del ciliegio per uniformarlo al resto dell’arredamento della stanza.

L’idea mi è venuta quando ho comprato un vetromattone, che è l’elemento centrale che diffonde la luce; nei due lati superiori del contenitore in legno ho ricavato quattro fresate in cui ho alloggiato altrettante strisce di LED che sono la fonte luminosa di questa lampada. 


 Le varie strisce sono state collegate fra di loro con fili che sono stati opportunamente saldati a stagno e collegati ad un interruttore ad incasso, posto nel basamento insieme ad una presa cilindrica prevista per un alimentatore da cellulare che, a sua volta, ha una spina per inserirsi direttamente nella presa a muro.

La realizzazione completa di questo oggetto è stata pubblicata da LEGNOLAB N° 122.

 



 Lavoro N° 18

 

Questa volta volevo proprio fare qualcosa di insolito ed ho deciso di realizzare una borsetta in legno da regalare ad una mia amica. Il legno che ho deciso di utilizzare è il solito Toulipier che si presta molto bene per questo tipo di lavoro, visto che è necessario usare un legno che resta dritto. 


 La forma che ho scelto è quella ottagonale, in cui tre lati formano il coperchio e gli altri cinque costituiscono il vero contenitore; ho aggiunto un “vezzo” costituito dalla lampada a LED, che si accende premendo la calotta esterna, che può risultare utile se si deve passare per zone un po’ scure o per infilare la chiave in una serratura al buio. Naturalmente la lampada è alimentata da due pile a stilo che vengono sostituite agendo dall’interno. 


 

Per tenere chiusa la borsetta ho adottato una striscia di cuoio a cui ho applicato una chiusura a scatto e al coperchio ho montato una maniglia snodata.

La realizzazione completa di questo oggetto è stata pubblicata da LEGNOLAB N° 124.




 Lavoro N° 19

 

Questa volta mi sono voluto cimentare con una “scultura”, nel senso che rappresenta un animale realizzato in legno, ma è il risultato di un assemblaggio di tre parti incollate tra loro e non il classico manufatto ottenuto da un blocco di legno unico lavorato con scalpelli e sgorbie. 


 

Anche in questo caso come legno uso del Toulipier e devo confessare che il progetto non è mio, ma ho visto una fotografia di questa pantera in un sito Internet, mi è piaciuta subito ed ho deciso di realizzarne una copia con le dimensioni che giudicavo più opportune. A fine lavoro l’oggetto misurava 35 cm. dal muso alla coda.

I tre pezzi che compongono il manufatto sono stati ottenuti per piallatura, scontornatura col traforo elettrico, fresatura contro sagoma, arrotondamento degli spigoli per fresatura ed infine incollaggio con perni di riferimento. 


 

L’oggetto è stato poi incollato su di un pannello di plexiglass con colla cianoacrilica.

La realizzazione completa di questo oggetto è stata pubblicata da LEGNOLAB N° 126.




 Lavoro N° 20

 

Oggi volevo cambiare settore e, invece dei soliti oggetti che rientrano nel settore arredamento, ho deciso di realizzare un collier per mia figlia. Come legno questa volta ho preferito usare un legno molto particolare che cresce in Cento America e che si chiama Amaranto, e guardandolo si capisce il perché. 


 L’ho disegnato al CAD poi, dopo averlo stampato, ho ritagliato i vari componenti e li ho incollati su una tavoletta di 8 mm. di spessore; li ho rifilati usando soprattutto il traforo elettrico, poi li ho forati trasversalmente per poterli unire tra loro con un filo di acciaio inox e sono distanziati da sferette forate, sempre di acciaio inox.

In seguito ho inserito delle catene cilindriche alle estremità, collegate a due a due, e dotate di un moschettone per allacciare il collier quando lo si indossa. 


 

Infine ho voluto inserire una decorazione al centro utilizzando degli strass con adesivo termofusibile che ho incollato con l’aiuto dell’applicatore termico, formando la disposizione delle stelle dell’Orsa Maggiore. Naturalmente il tutto è stato inserito in una cassettina che ho costruito in compensato di betulla da 6 mm. arricchito con il fondo in vellutino nero.

La realizzazione completa di questo oggetto è stata pubblicata da LEGNOLAB N° 128.