Continuando a parlare
di punte da trapano per metallo bisogna ricordare che, oltre a quelle solite in
HSS, vengono prodotte anche punte più performanti che sono le HSS-Co, che
significa che la lega utilizzata per la produzione di questi utensili contiene
una discreta percentuale di Cobalto.
La presenza di questo
metallo aumenta le prestazioni della punta, soprattutto se si lavora senza
refrigerante; infatti il Cobalto rende la punta più resistente al riscaldamento
che ovviamente viene prodotto dall’operazione di foratura.
Con una normale punta
HSS, se la foratura è prolungata, si possono sviluppare delle temperature che
possono danneggiare l’utensile vanificando il procedimento di tempra che il
materiale aveva subito per renderlo molto duro ed affilabile; queste alte
temperature possono far perdere queste caratteristiche, rendendo la punta
inservibile.
Con l’aggiunta del
Cobalto, nelle percentuali del 5% o dell’8%, si realizzano degli utensili che
hanno un’ottima resistenza al calore, mantenendo comunque una buona affilatura
anche quando una punta HSS è ormai inservibile.
La presenza del
Cobalto si dimostra indispensabile quando si devono forare degli acciai
particolari che vengono chiamati “alto legati”; questi contengono degli
elementi in quantità superiore al 5% sul totale della lega ottenuta. Un esempio
tipico di questi materiali sono i vari acciai inossidabili che contengono
generose quantità di Cromo e talvolta anche di Nichel; per poter forare queste
leghe le punte al Cobalto sono indispensabili.
Fino ad ora abbiamo
parlato di punte con i taglienti di tipo tradizionale, con angolo di taglio
compreso fra 118° e 135°, ma ne esistono alcune che hanno una funzione
specifica e che vengono fresate ed affilate in maniera diversa come quelle
presentate qui sotto:
La punta disegnata
nella parte alta serve ad effettuare un foro dotato di svasatura a 90° ed è
stata prevista per sostituire la doppia operazione di foratura e svasatura
separata, che ovviamente richiede un tempo di lavorazione superiore, dal momento
che prevede la sostituzione della punta con lo svasatore per completare l’operazione
ed una lavorazione separata.
La punta disegnata
inferiormente viene generalmente definita “lamatore” ed è destinata alla
foratura delle parti in metallo in cui vengono incassate le teste delle viti a
brugola a testa cilindrica (per quelle svasate si usa la punta precedente) ed
ha i taglienti della parte di maggior diametro che sono perpendicolari all’asse
di rotazione.
Per migliorare le
caratteristiche delle punte da trapano, negli ultimi anni sono stati messi a
punto dei trattamenti superficiali di cui i più noti sono il trattamento al TiN
(Nitruro di Titanio, di colore giallo oro) e quello al TiAlN (Nitruro di
Titanio e Alluminio, di color antracite).
Questa lavorazione
supplementare viene effettuata con una procedura particolare definita come PVD
(Physical Vapour Deposition) che in pratica fa depositare sugli utensili le
sostanze sopra descritte in ambiente sotto vuoto e con un procedimento che
determina la deposizione delle sostanze con un ritmo di un atomo alla volta.
I risultati che si
ottengono con questi trattamenti superficiali, che hanno uno spessore
infinitesimale, che quindi non incide sul diametro dell’utensile, sono:
1) Elevata durezza e resistenza
all’usura
2) Maggiore resistenza alla corrosione
3) Abbassamento del coefficiente di
attrito
Tutte queste proprietà
danno agli utensili una maggiore durata dell’affilatura, una vita praticamente
esente dalla classica ruggine (che invece si può verificare in quelli in HSS) e
una buona scorrevolezza durante le lavorazioni, anche in assenza delle
classiche emulsioni di acqua e olio, usate di solito nelle officine meccaniche.