Siamo giunti al
termine del lavoro: il supporto per i pezzi da smerigliare è già assemblato ed
adesso non resta che fissarlo in corrispondenza della mola di destra della mia
smerigliatrice.
Per il posizionamento
mi servo di due morsetti grip per tenerlo in posizione, applicandoli sulle
orecchie di fissaggio anteriori, poi trovo la posizione perpendicolare alla
mola con piccoli colpi laterali finchè, facendo scorrere lateralmente il piano
in plexiglass, non mi rendo conto che la distanza dalla mola rimane costante durante lo scorrimento.
Per segnalare la
posizione uso del nastro adesivo blu con cui definisco la posizione dei due
angoli interni delle orecchie di fissaggio, in modo da avere un riferimento
certo quando dovrò riposizionarlo; ovviamente, prima di spostarlo, segno con una
matita la posizione dei fori attraverso i quali passeranno i bulloni M8 che lo
bloccheranno alla mensola.
Una volta tolto il
supporto dalla sua posizione, provvedo ad effettuare i fori usando una punta da
trapano di diametro 8,5 mm. per garantirmi un minimo di spazio di manovra per
il fissaggio definitivo, che deve essere perfettamente in squadro.
Naturalmente devo
spostare anche la smerigliatrice per poter procedere correttamente alla
foratura; poi rimonto il supporto senza stringere eccessivamente i bulloni che
sono stati dotati inferiormente di una rondella Grower ciascuno per evitare che
si svitino per effetto delle vibrazioni. Gli angoli realizzati con l’adesivo
blu si rivelano fondamentali per il rapido posizionamento dell’attrezzo.
Dopo aver rimontato la
smerigliatrice al suo posto, ecco come si presenta il complesso.
Il posizionamento del
pianetto scorrevole in plexiglass può essere fatto estraendo il tubolare di 25
x 25 mm. quasi completamente come si vede dalla foto, ma la migliore stabilità
si ottiene quando è rientrato quasi del tutto nel tubolare di 30 x 30 mm.,
cambiando ovviamente la posizione dei bracci di sostegno che vengono stretti
dalle maniglie a ripresa.
A proposito di questo,
mi sono accorto che le boccole in PVC nero che avevo realizzato per fissare al
tubolare di 25 x x25 mm. i bracci più bassi si sono rivelate scivolose e,
quando stringevo la maniglia a ripresa sulla vite che passa all’interno del
perno centrale, la struttura non veniva bloccata in maniera efficace e tendeva
a ruotare verso il basso anche se la pressione esercitata era bassa.
Ho dovuto pertanto
rifare le boccole in acciaio per garantirmi la stabilità adeguata; un altro
difetto che ho riscontrato è l’eccessiva profondità del pianetto superiore che,
se funziona molto bene per i ferri da pialletto, crea dei problemi per
l’affilatura degli scalpelli, soprattutto se la lama è stata affilata più volte
e quindi si è accorciata notevolmente.
Come si vede da questa
foto, ho dovuto prepararmi un supporto in legno, fresato opportunamente, su cui
appoggiare la lama in modo da tenerla sollevata quel tanto che permetteva al
manico di non interferire con il piano scorrevole.
In questa foto si vede
che, con questo espediente, si riesce ad ottenere il corretto contatto tra lama
e mola ma, se dovessi rifare questo attrezzo, penso proprio che dimezzerei la
profondità del pianetto metallico e, di conseguenza, anche quella del piano
scorrevole in plexiglass.
Un’ultima
raccomandazione: l’uso della mola a secco è da limitare alle lavorazioni su
scalpelli e ferri da pialla che sono stati danneggiati da urti contro parti
metalliche o cadute, e sempre raffreddandoli con frequenza in un contenitore
pieno d’acqua, in modo da evitare di stemprare gli utensili. L’affilatura vera
e propria va effettuata su mole ad acqua a bassa velocità, oppure su pietre ad
acqua per uso manuale.