Questa volta vediamo
quali lavorazioni sono necessarie per allestire la carcassa di una base da 60
cm. per una cucina componibile. Considerando di utilizzare il truciolare
nobilitato da 18 mm. che ho previsto nel disegno, e supponendo di bordare i
pannelli con PVC o ABS da 0,5 mm., per ottenere una carcassa di 720 x 600 x 560
mm. finita, dovremo tagliare il foglio commerciale (generalmente di 3760 x 1860
mm.) in modo da ottenere i seguenti pezzi:
N° 2 di 719
x 559 (+ 0,5 per ogni bordo = 720 x
560) FIANCHI
N° 2 di 564
x 559 (+ 0,5 bordo davanti e dietro =
564 x 560) BASE E
CAPPELLO
N° 1 di 562
x 524,5 ( + 0,5 bordo solo davanti = 562 x 525) RIPIANO
Le lavorazioni sui
fianchi sono 3: la foratura della “cremagliera” cioè dei fori in cui inserire i
reggipiani, solitamente di diametro 5 mm. e con interasse 32 mm. (se vogliamo
rispettare il passo commerciale, altrimenti lo possiamo decidere come ci pare),
la fresata a circa 20 mm. dal bordo posteriore per inserire la fodera e di spessore
leggermente superiore al materiale usato per costruire la fodera, e la foratura
per l’inserimento delle spine di accoppiamento in corrispondenza di base e
cappello.
Le lavorazioni su base
e cappello si limitano alla fresata per la fodera e alla foratura per le spine
in testa ai pannelli.
Naturalmente, al
termine di queste lavorazioni, che industrialmente vengono fatte con i centri
di lavoro CNC, bisogna effettuare la bordatura sui lati previsti, cioè: 4 per
ciascuno dei fianchi, 2 per la base ed il cappello e 1 per il ripiano (comunque
esistono anche aziende che bordano il ripiano su tutti i lati).
Quando il lavoro viene
fatto artigianalmente, nel caso che non si disponga di un centro CNC, si usa di
solito una macchina che si chiama foratrice
e che provvede a fare i vari fori in posizione perfetta, che è questa:
La fresatura viene effettuata con una toupie
o, nel peggiore dei casi con varie passate sulla sega circolare.
In ultima ipotesi, se
si vuole costruire la carcassa a livello hobbistico e non si disponga di una
foratrice (dando per scontato di farsi squadrare i pezzi da una falegnameria)
si può sempre intervenire effettuando la foratura per le spine con il sistema
che ho mostrato nell’articolo del 15/04/2015.
In alternativa a questa
soluzione si può usare la fresatrice per linguette che trovate nell’articolo
del 14/07/2014.
Per la bordatura
potete utilizzare i bordi precollati oppure quelli senza colla, adottando i
sistemi di cui ho parlato negli articoli del 3 e del 13 giugno 2015, facendo
però attenzione agli spessori, che variano da un materiale all’altro.
Resta da fare soltanto
la cremagliera; per questa operazione conviene prepararsi una dima, cioè una
sagoma che abbia i fori da 5 mm. nella posizione in cui vogliamo intervenire
sui fianchi. Le soluzioni di solito sono due: se dobbiamo costruirci tutta una
cucina è meglio costruire la dima in metallo, perché verrà utilizzata diverse
volte ed i fori non si devono deformare con l’uso, come questa:
Se invece ci limitiamo
a fare uno o due mobili possiamo adottare un metodo più rapido ed economico:
basta procurarsi un pannello di MDF da 25 mm. del tipo più compatto.
Il pezzo deve essere
ovviamente squadrato perfettamente e su di esso dobbiamo segnare con la matita
i punti in cui effettuare i fori, creando un reticolo di rette parallele ai
bordi. Questi fori devono essere praticati necessariamente con un trapano a
colonna per essere sicuri che siano perpendicolari alle facce del pannello.
Prima di costruire la
dima dobbiamo prendere una decisione, perché abbiamo due possibilità: forare i
fianchi quando sono ancora smontati, oppure forare a carcassa montata; nel
primo caso conviene preparare un pannello delle stesse dimensioni del fianco, a
cui bisogna applicare in testa due righetti di battuta su due lati contigui,
dopo aver fatto la foratura col trapano a colonna.
Questi righetti
dovranno sporgere almeno un centimetro da ogni parte, cioè se il pannello di
MDF è di 25 mm., i righetti dovranno avere uno spessore di 45 mm.; questa
sporgenza servirà a posizionare la dima in battuta perfetta sia sui fianchi
sinistri che su quelli destri (segnatevi con un pennarello lo spigolo a cui
appoggiare i righetti della dima e la facciata della dima relativa al fianco
destro e sinistro).
Ho consigliato il
pannello da 25 mm., anziché uno più sottile, perché questo vi dà una discreta
garanzia di perpendicolarità durante la foratura manuale dei fianchi; inoltre,
avendo la dima della stessa misura dei fianchi, una volta posizionata sui pezzi
da forare e bloccati con un paio di morsetti per evitare che si spostino,
avrete modo di controllare il perfetto allineamento dima-fianco semplicemente
controllando i bordi; per una maggior comodità sarebbe meglio usare due “grip”
che si manovrano con una mano sola, come questa:
Se invece decidiamo di
forare i fianchi quando la carcassa è montata, possiamo forare il nostro pezzo
di MDF da 25 mm. tenendo conto che andrà appoggiato contro la fodera e sulla
base; questo significa che la dimensione della nostra dima dovrà essere più
piccola della precedente, ma tale da coprire la zona dove effettueremo i fori,
senza dimenticare che anche questa dovrà essere fermata da due morsetti nella
zona più vicina al bordo esterno.
Questa soluzione
richiede però attenzione alla larghezza interna dei mobili che dobbiamo forare;
mi spiego meglio: se abbiamo una base da 300 mm. all’esterno, significa che
all’interno ne abbiamo 264 e da questi dobbiamo detrarre i 25 mm. della dima.
Di conseguenza lo spazio utile per operare è soltanto 239 mm. ed in questo
spazio dobbiamo entrare con un elettroutensile il quale ha una punta che sporge
dal mandrino e deve esserci lo spazio anche per la mano che lo comanda.
In questo caso l’unico
strumento utilizzabile è l’avvitatore angolare che, per le sue ridotte
dimensioni trasversali, riesce a lavorare in uno spazio così ristretto.
Parlando poi di punte
per effettuare i fori nei fianchi, dimentichiamoci di utilizzare le classiche
punte da metallo a punta conica; queste punte non darebbero un buon risultato
perché sbreccerebbero l’imboccatura del foro.
Le punte adatte a
forare i materiali in questione devono essere dotate di due rasanti esterni in
Widia ed avere la puntina al centro per mantenerla in posizione durante la
foratura.
La presenza dei due
rasanti è indispensabile per ottenere un foro con il bordo perfetto, infatti i
due rasanti entrano in funzione prima dei taglienti e recidono con estrema
perfezione l’area sottoposta a foratura, sia che foriamo nel legno sia che
lavoriamo dei pannelli in nobilitato o in laminato (per i quali il Widia è fondamentale).
Prima di assemblare la
carcassa, se è in nobilitato o laminato, sarebbe opportuno carteggiare il
fianco nella zona dell’incollaggio per irruvidire la superficie e fare quindi
in modo che la colla vinilica si aggrappi meglio su quel lato.
(continua)