mercoledì 11 novembre 2015

LA COSTRUZIONE DEL MOBILE 1




Oggi, dopo tutta la trattazione preparatoria, credo che possiamo cominciare a parlare di costruzione di mobili in maniera concreta; iniziamo con qualcosa di semplice: una base di una cucina componibile. Eccola qua: 




Le dimensioni sono: larghezza 600 mm., profondità 581 mm. (compreso lo sportello) e altezza da terra 820 mm., compresi i piedini alti 100 mm.; le parti legnose che costituiscono il mobile sono 3: la cartassa, il ripiano e lo sportello. A queste si aggiungono gli elementi di ferramenta, che sono: 2 cerniere a scodellino, 4 piedini (che possono essere di metallo o di plastica), 4 reggipiani (in metallo o in plastica) e la maniglia, generalmente in metallo, ma con diverse alternative.
Questo disegno, che mostra le proiezioni ortogonali della base in questione, è visibile anche su Dropbox per chi ha un programma di disegno (tipo Autocad, Progecad, ecc.) al seguente link: 


https://www.dropbox.com/sh/70kskd99mqtyyc8/AAAOcR2ijiRzg1N2I8iKBpnXa?dl=0

Il vantaggio di poterlo analizzare con un programma del genere permette di effettuare degli zoom per ingrandire l’oggetto a piacere, evidenziando certi particolari che non si notano nel JPG precedente.
Partiamo dalla carcassa; nel disegno che ho preparato ho previsto di usare del truciolare nobilitato da 18 mm. di spessore, non ho segnalato la finitura che può essere un colore a tinta unita, con disegni particolari o in finto legno.
Questo è il materiale standard che viene scelto dalle aziende nella maggior parte dei casi; se vogliamo ipotizzare invece una realizzazione artigianale si può pensare ad un truciolare idrofugo placcato da due lati con un laminato a scelta oppure, volendo ottenere una struttura “ricca”, si può usare del multistrati placcato in laminato o anche un nobilitato con l’interno in listellare rivestito in MDF.
Esistono inoltre altri materiali ricchi che sono i bilaminati, che hanno un supporto di vario genere e le superfici costituite da un laminato di basso spessore, che si posizionano a metà strada tra i nobilitati e i pannelli rivestiti in laminato.
Se lo sportello lo immaginiamo in legno, si può adottare una soluzione “ricchissima”, dove la carcassa è costruita con un multistrati placcato con un’impiallacciatura del medesimo legno dello sportello; in questo caso è indispensabile effettuare la verniciatura degli elementi che costituiscono la carcassa prima di assemblarla. 


Tecnicamente questa proiezione non è corretta perché in pianta lo sportello è chiuso, mentre la Sezione B-B lo mostra aperto; l’ho fatto solo per evidenziare le cerniere.
Vediamo adesso quali sono i componenti della carcassa, qualunque sia la versione che si sceglie: lateralmente ci sono due fianchi a tutta altezza (720 mm.) bordati su tutti e 4 i lati; sopra e sotto abbiamo il cappello e la base, bordati solo davanti e dietro perché sono in luce e vanno incollati tra i fianchi, quindi la presenza del bordo nella zona di contatto sarebbe solo di disturbo in fase di incollaggio.
C’è un altro elemento che entra nella costruzione della carcassa: la fodera; questo componente non ha nessuna funzione portante, ma è fondamentale per tenere il mobile in squadro e viene incastrata nella carcassa, andandosi ad infilare in una fresata di spessore adeguato praticata su tutti gli elementi del mobile e viene inserita al momento dell’assemblaggio, e non è più sfilabile.
Anche per questo elemento esistono diverse variabili: si parte dall’MDF da 5 mm. laccato bianco da un lato, per accoppiarlo con le carcasse in nobilitato bianco; si può inoltre usare un pannello sottile (compensato, truciolare o MDF) placcato con lo stesso laminato oppure con la stessa impiallacciatura della carcassa.
In casi molto particolari, in cui si richiede una resistenza agli urti e allo sfondamento altissimi, si può utilizzare lo stratificato che è praticamente un laminato bifacciale che, nel nostro caso potrebbe avere uno spessore di 4 o 5 mm..
Questa soluzione è stata da me adottata in alcuni casi come, per esempio, per diversi mobili che abbiamo costruito negli anni ’90 per le boutiques di Gianfranco Ferrè; naturalmente migliorando le prestazioni crescono anche i costi, per cui è da ritenere un materiale usato molto raramente.
Invece nei casi più poveri si usa anche la masonite con un lato colorato o finto legno, in modo da adattarsi al resto della carcassa.

                                                                                                                                     (continua)