domenica 13 maggio 2018

L'ACCIAIO INOSSIDABILE (prima parte)





Una delle leghe metalliche più usate nel settore dell’arredamento e nella costruzione di accessori per mobili è l’acciaio inossidabile. Se consideriamo, per esempio, una cucina componibile l’acciaio inox lo possiamo trovare nel lavello, nel piano di cottura, nella cappa aspirante (o filtrante) oppure nel rivestimento di frigoriferi o lavastoviglie. 


Ma l’uso di questa lega si estende fino alla realizzazione di griglie, binari, maniglie o pomoli, oppure profili di vario tipo che non sono solo usati nella realizzazione delle cucine componibili, ma vengono usati anche nella produzione di mobili per il bagno o altre zone dove esiste la presenza di una discreta percentuale di umidità, che potrebbe ossidare un acciaio di tipo tradizionale, facendogli fare la ruggine.
Bisogna però sfatare un mito: l’acciaio inossidabile è stato chiamato in questo modo perché non manifesta un’ossidazione come invece si nota su altri metalli o leghe, ma c’è un piccolo segreto: l’acciaio inox si ossida, ma non si vede!
Infatti uno dei suoi componenti di lega principali è il cromo che è un metallo che si ossida producendo un composto che non si percepisce ed appare completamente trasparente; inoltre questa ossidazione iniziale protegge il metallo sottostante da un’ulteriore ossidazione in profondità, diversamente da quello che accade per i manufatti in acciaio tradizionale (che chiamiamo generalmente “ferro”).
Per esempio pensate ad una cancellata in “ferro” che non ha una protezione adeguata e che, esposta alle intemperie, finisce per essere lentamente ma progressivamente corrosa dalla ruggine (che è ossido di ferro) fino alla completa distruzione.
Nell’acciaio inossidabile il cromo, che è presente in varie concentrazioni in funzione del tipo e delle caratteristiche che deve avere, produce quindi la sua pellicola protettiva di ossidazione primaria, proteggendo tutta la lega ed impedendo quindi che venga corrosa; questo comportamento del cromo si chiama: “autopassivazione”, che significa appunto autoprotezione.
Questo fenomeno è analogo a quello dello zinco, che viene usato per rivestire, per via elettrolitica o per immersione a caldo, i vari manufatti ferrosi che quindi verranno protetti dalla “zincatura” superficiale che si ossida ed impedisce che il materiale sottostante arrugginisca.
Per fare una trattazione corretta dell’acciaio inossidabile bisogna però spiegare che non esiste una sola lega, ma ne esistono tante con differenti proporzioni degli elementi di lega che sono prevalentemente: ferro, carbonio, cromo, nichel e molibdeno.
I vari acciai inox si possono suddividere principalmente in tre categorie: Martensitici, Ferritici ed Austenitici; per dare una rapida descrizione delle categorie, senza scendere troppo scientificamente nei particolari, possiamo affermare che i martensitici si possono temprare e quindi indurire notevolmente, si usano per produrre prevalentemente lame in quanto è anche affilabile e vengono destinati alla produzione della coltelleria da cucina, lame per bisturi, forbici e simili. Sono inoltre magnetizzabili, per cui vengono attratti dalle calamite.
Gli acciai inossidabili ferritici sono di uso generale e vengono utilizzati per la produzione di banchi per bar, ristoranti e comunità, lavelli, piani di cottura e cappe aspiranti per le cucine componibili e comunque per oggetti a contatto con gli alimenti; sono magnetizzabili ma non sono temprabili o affilabili.
Quelli che invece sono maggiormente utilizzati nel settore dell’arredamento sono quelli austenitici, che hanno la possibilità di essere saldati facilmente per comporre strutture complesse e possono essere lucidati a specchio; non sono magnetizzabili né temprabili. 


In alternativa alla lucidatura a specchio, gli acciai inossidabili possono essere satinati con un procedimento che comporta la carteggiatura lineare con carte o tele abrasive di grane differenti per ottenere finiture opache più o meno grossolane: ovviamente più la grana degli abrasivi ha un numero alto e più la satinatura risulta uniforme e fine. 


Una finitura opaca più fine di quella con il trattamento precedente si può ottenere utilizzando nastri o fogli di Scotch brite al posto delle carte o tele abrasive.