Era da tempo che
dovevo costruire una cornice per un quadretto che mi era stato regalato da una
mia amica, piuttosto brava col pennello; purtroppo, per un motivo o per un
altro, ho sempre dovuto rimandare fino a pochi giorni fa quando ho potuto
realizzarla.
Per questo quadretto
volevo fare qualcosa di insolito ed ho cominciato a piallare due righetti di
abete fino ad ottenere una sezione di 48 x 28 mm. per una lunghezza di circa un
metro, che era una misura sicuramente abbondante per la realizzazione della
cornice.
Nella foto precedente
si vede la tela appoggiata sui due righetti iniziali; per contenere la cornice dovevo
preparare un battente piuttosto stretto perché il disegno era molto vicino al
bordo della tela nel lato superiore, quindi ho effettuato nei listelli due
tagli incrociati sulla sega circolare in modo da asportare una sezione di legno
di 23 x 5 mm., come si vede dalla foto successiva.
Poiché ho utilizzato
dell’abete rosso, le sacche di resina sono all’ordine del giorno (l’abete
bianco è completamente privo di resina, tranne sulla corteccia) e, piallando e
segando, ecco che ne salta fuori una in diagonale.
Fortunatamente su un
lato era apparsa subito, quindi ho lavorato i profili in maniera da sistemarla
dietro e all’interno, quindi nella zona a contatto con la tela; per il tipo di
trattamento che avevo intenzione di fare è necessario ripulirla bene e
stuccarla con un prodotto bicomponente, molto resistente, ma lo farò alla fine
della lavorazione.
Dopo aver creato i
quattro tagli a 45° alle estremità, evitando i nodi più vistosi, mi traccio le
posizioni in cui eseguire i tagli successivi, tenendo conto della dimensione
della tela che dovevo inserire, quindi facendo partire la tracciatura dal lato
interno della cornice.
Poi ho adoperato un
attrezzo studiato appositamente per l’incollaggio delle cornici, che ho effettuato
con la colla vinilica.
Una volta liberata la
cornice, l’ho carteggiata insistendo particolarmente sugli spigoli esterni per
darle un aspetto un po’ rovinato; come si nota nella foto la sacca di resina è
completamente nascosta, ma c’è ancora ed è all’interno del righetto più in
basso.
Poi è cominciato il
trattamento speciale: l’ho sottoposta ad una bruciatura continua nella parte a
vista, utilizzando quella che viene comunemente chiamata “lampada da
idraulico”; l’intervento può essere più o meno intenso in funzione del
risultato che si vuole ottenere. Io non ho insistito particolarmente, poi l’ho
ripulita con due spazzole rotative in fibra, insistendo in maniera diversa
nelle varie zone.
Ed ecco il risultato:
Per potere appendere
la cornice ho praticato un foro inclinato nel retro del traverso superiore, in
cui si inserirà il chiodo fissato nel muro; da qui si vede che la bruciatura
non è stata effettuata posteriormente e nella parte interna.
A questo punto non
resta che inserire la tela nella cornice, fermandola con alcuni chiodi che
verranno piantati nella parte di cornice che sporge dietro alla tela; ed ecco
il risultato finale: