Riprendo il discorso
del cambiamento di forma delle farfalle mostrando l’altro lato del saldatore
che ho preparato per fare assumere all’acetato la forma dei due stampi in legno
che ho preparato.
Però, quando ho cominciato a fare delle prove di piegatura, utilizzando dei pezzi di scarto rimasti dopo aver ritagliato le farfalle, mi sono accorto che l’acetato appoggiato su uno stampo (che naturalmente continuava a mantenere la sua forma piana in quella posizione) era quasi impossibile spingerlo verso il fondo con il saldatore riuscendo a deformarlo secondo l’asse longitudinale che passava per il corpo centrale della farfalla. Purtroppo si spostava da un lato o dall’altro compromettendo la piegatura che non avveniva nel posto giusto: come risolvere il problema?
L’unica soluzione
“furba” che mi è venuta in mente è stata quella di incollare dei listelli sulle
creste di ogni stampo in modo che risultassero sporgenti verso l’interno; in
questo modo riuscivo a posizionare le farfalle già incurvate verso il basso ed
in posizione fissa.
Le prove successive però non sono state soddisfacenti: non riuscivo ad ottenere la piega esattamente sul corpo centrale della farfalla; nonostante il discreto abbassamento dell’acetato verso il fondo, la farfalla si spostava…bisognava migliorare il sistema!
A questo punto ho
realizzato una specie di forchetta in legno che mi permettesse di schiacciare
le farfalle sul fondo degli stampi, ma permettendo il passaggio della lastrina
di alluminio per fare il suo lavoro.
Le prove successive mi hanno dato ragione: il sistema era quello giusto!
A questo punto ho cominciato a piegare tutte le farfalle usando alternativamente i due stampi e mi sono accorto che bisogna fare molta attenzione alla temperatura del saldatore; i risultati cambiano in funzione del calore trasmesso all’acetato: finchè la lastrina di alluminio era in fase di riscaldamento l’operazione si svolgeva con un’applicazione di un paio di secondi.
Quando il saldatore
arrivava a regime il tempo in cui lo si doveva appoggiare si riduceva a pochi
decimi di secondo e confesso che finchè non ho capito il problema ho tagliato
in due un paio di farfalle per fusione del materiale.
Comunque ho terminato
il lavoro e, nonostante i due cadaveri, ne avevo abbastanza per ottenere una
buona decorazione; ho quindi cominciato ad incollarle sui vari rametti in cui
si divideva il ramo di melograno nano che avevo verniciato. Il collante che ho
usato era un prodotto a base cianoacrilica ma più denso dei soliti che si
comprano (forse anche perché aveva qualche anno).
Questo fatto
richiedeva di mantenere in posizione ogni farfalla per un tempo più lungo del
solito, anche perché ne usavo un quantitativo tale da riempire gli spazi tra le
farfalle ed i rametti, che non erano ovviamente diritti. Il risultato è stato
comunque buono.
Completato il posizionamento delle farfalle ho potuto montare la gabbia, ormai chiusa con il plexiglass, che era stato abbondantemente trattato con un prodotto antistatico per tenere lontana la polvere.