Riprendendo il
discorso dell’allungamento dei fermavetri, devo dire che la prima impressione
nell’uso della Titebond è stato positiva perché, come viene specificato di
solito, con questo prodotto non c’è l’effetto scivolamento dei pezzi che invece
è tipico delle colle viniliche tradizionali.
Questo mi ha facilitato
non poco nel mantenimento in sede dei pezzi da incollare mentre li fissavo con
alcuni elastici ottenuti da una vecchia camera d’aria della mia moto di una
volta.
Ho aspettato una giornata prima di togliere gli elastici; era un incollaggio di testa quindi più difficile rispetto ad uno di piatto e volevo essere sicuro di non ritrovarmi con i due pezzi staccati quando avessi cominciato a carteggiarli per ripulirli.
La colla si è
comportata molto bene e, dopo la carteggiatura, le linee di colla nei punti di
giunzione non risultano molto evidenti, è più la differenza della venatura che
mette in risalto il cambio del legno.
La foto precedente mostra i fermavetri carteggiati, ma non tagliati ancora a misura e non verniciati.
In questa foto invece i listelli sono stati tagliati alla giusta lunghezza e sono stati già verniciati. La linea di giunzione viene evidenziata dalla verniciatura, comunque trovo che il risultato sia migliore rispetto ad un incollaggio effettuato con una vinilica tradizionale, come si nota nella foto in primo piano seguente. Rimane sempre il fatto che risulta più evidente il cambio di venatura; comunque procedo al montaggio di questi ultimi fermavetri e il difetto non si nota se non lo si va a cercare di proposito.
Visto che il titolo di questa serie di articoli parla di farfalle, è ovvio che ho deciso di aggiungere al ramo dentro alla struttura un certo numero di farfalle per dare una piacevole nota di colore all’insieme.
Quindi il passo
successivo da fare è scaricare da Google l’immagine di alcune farfalle con una
definizione sufficiente a renderle realistiche.
Carico il file su una
chiavetta USB e vado in copisteria dove mi faccio stampare il numero necessario
di farfalle su alcuni fogli di acetato trasparente; la stampa risulta perfetta
e quindi adesso dispongo di un certo numero di farfalle su un supporto di
materiale plastico che posso deformare a mio piacimento.
Per deformazione
intendo: dare alle figure una piegatura lungo l’asse centrale per ottenere
delle farfalle con le ali aperte con angoli diversi. Prima di tutto devo
ritagliare con le forbici le farfalle dal foglio di acetato, poi devo crearmi
un paio di “stampi” in legno in cui piegarle utilizzando l’unica cosa che può
dare un buon risultato: il calore.
Per risolvere il
problema degli stampi incollo delle sagome in legno che ho ricavato da un paio
di righetti tagliati ad angoli diversi con la troncatrice.
Naturalmente la dimensione degli stampi a V è stata calibrata sulla dimensione delle farfalle; adesso bisogna inventarsi un sistema per piegare le farfalle lungo l’asse longitudinale in modo che l’acetato, che è attualmente piano, possa assumere la forma degli stampi a V e mantenerla.
Il sistema che penso
possa funzionare è quello di usare un saldatore a martello per stagnare per
fornire il calore opportuno per modificare la forma delle farfalle, solo che la
punta è troppo grossa e non si adatta agli angoli degli stampi che sono più stretti.
La soluzione che decido di utilizzare per risolvere è questa: applicare una
lastrina di 1,5 mm. adeguatamente appuntita frontalmente al saldatore.
L’alluminio è un ottimo conduttore di calore ed il contatto diretto con la testa del saldatore, ottenuta con due viti con dado, mi garantisce che l’estremità della lastrina riesca a raggiungere la temperatura sufficiente per piegare l’acetato.
(fine terza
parte)