Il tamburato è un
pannello che è stato progettato per riuscire ad ottenere un prodotto molto
leggero e perfettamente stabile, quindi nato soprattutto per essere usato per
produrre, per esempio, sportelli di armadi ad anta intera.
La costruzione
standard del tamburato parte dalla realizzazione del telaio esterno che è
generalmente costituito da righetti di abete che vengono tagliati per circa
metà del loro spessore alternativamente sopra e sotto, ogni 30-40 cm. circa per
tutta la loro lunghezza.
Questa operazione ha
un duplice scopo: il primo è quello di snervare i listelli in modo che non ci
siano tensioni interne (soprattutto in corrispondenza dei nodi) che possano
interferire con la corretta planarità del tamburato. Il secondo è quello di
poter fare uscire dal tamburato il vapore acqueo che si genera tutte le volte
che si effettua un incollaggio con la pressa a caldo, derivante dall’acqua che
è contenuta nella colla e che, per effetto del forte riscaldamento, evapora
velocemente.
A questo scopo il
cartoncino a nido d’ape ha un foro su ogni faccia dell’esagono che si forma
tirandolo per stenderlo all’interno del telaio; in questo modo si riesce a fare
sfogare la pressione che si genera al centro del pannello, perché il vapore
riesce ad attraversare tutte le celle fino a raggiungere un taglio del righetto
perimetrale, attraverso il quale sfiata all’esterno.
Una volta che i
righetti sono stati spizzati a 45° nelle teste di unione e collegati fra di
loro, con la graffettatrice su entrambe le facce, in modo da dare una certa
consistenza al telaio, si passa al fissaggio del cartoncino a nido d’ape contro
il perimetro interno del telaio, sempre con la graffettatrice.
A questo punto
dobbiamo decidere che materiale vogliamo usare per rivestire il telaio ed
ottenere, incollandolo sotto la pressa, il tamburato; in genere le soluzioni
sono tre: fogli di truciolare, di MDF oppure di compensato e lo spessore di
questi fogli che si usa più spesso è il 4 mm..
Questi fogli vengono
quindi spalmati di colla sulla faccia interna con uno spandicolla manuale (vedi
articolo pubblicato in data 10.03.2013), se lavoriamo in un laboratorio
artigianale, oppure facendoli passare in una macchina che si chiama incollatrice, se siamo all’interno di
un’industria che costruisce un notevole numero di tamburati, come ad esempio
una ditta produttrice di porte.
Se ci limitiamo al
caso più semplice, cioè quello dello sportello, nel preparare il telaio in
abete ci dobbiamo preoccupare di usare dei listelli larghi abbastanza da poter
ospitare la testa delle cerniere, che di solito sono quelle usate per le cucine.
Se i listelli sono stretti, bisogna risolvere il problema affiancandone due,
per ottenere la dimensione necessaria.
Naturalmente per
finire decorosamente lo sportello dobbiamo nascondere il listello perimetrale
in abete, per cui bisogna bordare il
pannello; questa operazione si può fare in diversi modi, in funzione del tipo
di finitura che vogliamo dare al nostro sportello.
Per esempio, se stiamo
realizzando un armadio con ante laccate, avremo sicuramente preparato i
pannelli tamburati rivestiti con fogli di MDF, visto che è un materiale che si
presta bene ad essere laccato; di conseguenza anche per il bordo dobbiamo
adottare un prodotto con le stesse caratteristiche.
Quindi possiamo
scegliere tra: un bordo in MDF da 4 mm., oppure di masonite da 2,5 mm., oppure
di un legno compatto come il Tanganika o il Faggio di spessore 1 mm.;
altrimenti ci sono dei bordi di materiale sintetico, sempre da 1 mm., come
l’ABS o il PVC che si prestano tutti ad essere laccati con successo.
Se invece vogliamo
rivestire lo sportello in legno, possiamo partire da un tamburato rivestito in
MDF, truciolare o compensato di pioppo (attenzione alla direzione della vena
del compensato! Se volete il legno esterno con la vena verticale, il compensato
dovrà avere la vena orizzontale), poi si provvede a placcarlo come descritto
nell’articolo del 10.03.2013 .
Naturalmente i bordi
saranno dello stesso legno e possiamo scegliere tra un bordo da 1 mm. oppure
una righetta di 4 o 5 mm. di spessore. La differenza tra le due soluzioni è data
dal fatto che con il bordo da 1 mm. l’arrotondamento dello spigolo
(indispensabile per una buona finitura) è molto piccolo, mentre nel caso della
righetta si può arrotondare con un raggio decisamente superiore, dando quindi
una maggiore “morbidezza” allo sportello.
(fine prima parte)