domenica 16 giugno 2013

I TAMBURATI (prima parte)



Il tamburato è un pannello che è stato progettato per riuscire ad ottenere un prodotto molto leggero e perfettamente stabile, quindi nato soprattutto per essere usato per produrre, per esempio, sportelli di armadi ad anta intera.
La costruzione standard del tamburato parte dalla realizzazione del telaio esterno che è generalmente costituito da righetti di abete che vengono tagliati per circa metà del loro spessore alternativamente sopra e sotto, ogni 30-40 cm. circa per tutta la loro lunghezza.
Questa operazione ha un duplice scopo: il primo è quello di snervare i listelli in modo che non ci siano tensioni interne (soprattutto in corrispondenza dei nodi) che possano interferire con la corretta planarità del tamburato. Il secondo è quello di poter fare uscire dal tamburato il vapore acqueo che si genera tutte le volte che si effettua un incollaggio con la pressa a caldo, derivante dall’acqua che è contenuta nella colla e che, per effetto del forte riscaldamento, evapora velocemente.
A questo scopo il cartoncino a nido d’ape ha un foro su ogni faccia dell’esagono che si forma tirandolo per stenderlo all’interno del telaio; in questo modo si riesce a fare sfogare la pressione che si genera al centro del pannello, perché il vapore riesce ad attraversare tutte le celle fino a raggiungere un taglio del righetto perimetrale, attraverso il quale sfiata all’esterno. 


Una volta che i righetti sono stati spizzati a 45° nelle teste di unione e collegati fra di loro, con la graffettatrice su entrambe le facce, in modo da dare una certa consistenza al telaio, si passa al fissaggio del cartoncino a nido d’ape contro il perimetro interno del telaio, sempre con la graffettatrice.
A questo punto dobbiamo decidere che materiale vogliamo usare per rivestire il telaio ed ottenere, incollandolo sotto la pressa, il tamburato; in genere le soluzioni sono tre: fogli di truciolare, di MDF oppure di compensato e lo spessore di questi fogli che si usa più spesso è il 4 mm.. 

Questi fogli vengono quindi spalmati di colla sulla faccia interna con uno spandicolla manuale (vedi articolo pubblicato in data 10.03.2013), se lavoriamo in un laboratorio artigianale, oppure facendoli passare in una macchina che si chiama incollatrice, se siamo all’interno di un’industria che costruisce un notevole numero di tamburati, come ad esempio una ditta produttrice di porte.
Se ci limitiamo al caso più semplice, cioè quello dello sportello, nel preparare il telaio in abete ci dobbiamo preoccupare di usare dei listelli larghi abbastanza da poter ospitare la testa delle cerniere, che di solito sono quelle usate per le cucine. Se i listelli sono stretti, bisogna risolvere il problema affiancandone due, per ottenere la dimensione necessaria.
Naturalmente per finire decorosamente lo sportello dobbiamo nascondere il listello perimetrale in abete, per cui bisogna bordare il pannello; questa operazione si può fare in diversi modi, in funzione del tipo di finitura che vogliamo dare al nostro sportello.
Per esempio, se stiamo realizzando un armadio con ante laccate, avremo sicuramente preparato i pannelli tamburati rivestiti con fogli di MDF, visto che è un materiale che si presta bene ad essere laccato; di conseguenza anche per il bordo dobbiamo adottare un prodotto con le stesse caratteristiche.
Quindi possiamo scegliere tra: un bordo in MDF da 4 mm., oppure di masonite da 2,5 mm., oppure di un legno compatto come il Tanganika o il Faggio di spessore 1 mm.; altrimenti ci sono dei bordi di materiale sintetico, sempre da 1 mm., come l’ABS o il PVC che si prestano tutti ad essere laccati con successo.
Se invece vogliamo rivestire lo sportello in legno, possiamo partire da un tamburato rivestito in MDF, truciolare o compensato di pioppo (attenzione alla direzione della vena del compensato! Se volete il legno esterno con la vena verticale, il compensato dovrà avere la vena orizzontale), poi si provvede a placcarlo come descritto nell’articolo del 10.03.2013 .

Naturalmente i bordi saranno dello stesso legno e possiamo scegliere tra un bordo da 1 mm. oppure una righetta di 4 o 5 mm. di spessore. La differenza tra le due soluzioni è data dal fatto che con il bordo da 1 mm. l’arrotondamento dello spigolo (indispensabile per una buona finitura) è molto piccolo, mentre nel caso della righetta si può arrotondare con un raggio decisamente superiore, dando quindi una maggiore “morbidezza” allo sportello.   (fine prima parte)