Questo tipo di sega è
stato inventato nella seconda metà del XVIII secolo; rispetto alla sega a nastro,
questa macchina si differenzia perché usa una lama dentata di forma circolare.
Le prime lame che sono
state costruite erano in semplice acciaio e soltanto prima della Seconda Guerra
Mondiale furono fatti i primi esperimenti per applicare dei riporti in Widia,
che nel frattempo era stato inventato dalla Krupp nel 1926.
Ma cos’è il Widia?
Sostanzialmente è carburo di tungsteno ed è durissimo, si ottiene per
sinterizzazione, cioè utilizzando delle finissime polveri che vengono compresse
ad altissime pressioni e ad alta temperatura; le placchette che si ottengono
sono già conformate per l’uso a cui sono destinate, che non è solo per le lame
o le frese per la falegnameria, ma anche per gli utensili destinati alla
lavorazione meccanica.
Nel caso specifico delle
seghe circolari, le placchette riportate vengono saldate al disco con una lega
a base di rame e argento chiamata Castolin (veramente questo sarebbe il nome
della ditta produttrice, ma ormai il prodotto è conosciuto con questo nome), ma
ci sono molti casi in cui le placchette vengono bloccate su alcuni supporti
studiati appositamente con sistemi meccanici, o con semplici viti.
Il grande vantaggio
che si è avuto con l’introduzione del Widia (il cui nome deriva dal tedesco Wie
Diamant, che significa: come diamante, di cui sono state prese le prime
lettere per formare il nome) è stata la grande durata dell’affilatura, che
permette di usare gli utensili sei/sette volte più a lungo di quelli in acciaio
da utensili.
C’è una piccola
annotazione da fare: il Tungsteno è l’unico elemento chimico che ha due nomi,
l’altro è Wolframio (che è il nome con cui è stato battezzato ufficialmente) ed
il simbolo chimico è W, mentre quello del carbonio è C; pertanto il carburo di
tungsteno, che è carburo di wolframio, ha scandalosamente la sigla: WC.
La sigla commerciale,
che è quella sicuramente più usata è HM e deriva dal tedesco: Hart Metall, cioè
metallo duro.
Il grande sviluppo
degli utensili al Widia si è avuta nel dopoguerra, quando sono comparsi sul
mercato i primi pannelli di truciolare, che hanno un certo quantitativo di
colla termoindurente al proprio interno, e questa è notevolmente abrasiva;
questo comportava la sostituzione frequente degli utensili in acciaio, con
notevole perdita di tempo e di costi per la riaffilatura, per cui quando sono
comparsi sul mercato gli utensili al Widia, sono stati accolti come una
benedizione, a dispetto del costo superiore.
Naturalmente anche
questi utensili vanno riaffilati e per l’affilatura si devono usare delle mole
diamantate, al posto di quelle normali al corindone o al carburo di silicio
usate per l’acciaio da utensili.
Tornando alle lame
delle seghe circolari, che ormai vengono montate universalmente al posto di
quelle in acciaio, anche per la precisione di taglio, abbiamo le placchette
riportate che sporgono lateralmente dal corpo lama, come nel caso dei nastri
che sono citati nell’articolo precedente; questo comporta in automatico
l’eliminazione della stradatura, per cui la lama è complanare, con l’esclusione
delle placchette in Widia.
Nella sega circolare
la lama può essere comandata in altezza e può essere inclinata fino a
raggiungere i 45°; la possibilità di alzarla a piacere ci permette, per
esempio, di fare delle semplici incisioni nel pezzo che stiamo lavorando, cosa
impossibile con la sega a nastro, che ha solo la possibilità di fare dei tagli
completi.
Nelle macchine
professionali, prima della lama principale, che ha i denti rivolti verso
l’operatore, ce n’è un’altra più piccola chiamata incisore che serve ad evitare che la lama, durante la normale
lavorazione, finisca per sbrecciare il legno (tagliato trasversalmente) o i
pannelli di nobilitato o placcati in laminato.
Per ottenere questo
risultato l’incisore viene fatto ruotare in senso contrario alla lama
principale, per evitare che sbrecci il pannello in uscita, ed ha i denti al
Widia a forma di trapezio isoscele, rivolti verso la lama; questo incisore
viene calibrato in altezza fino a che i due lati inclinati del dente non producono
una piccola incisione nel pannello, che risulti appena un po’ più larga del
taglio prodotto dalla lama principale.
In questo modo la lama
non viene a contatto con la faccia inferiore del pezzo e questo evita le
sbrecciature, mentre il passaggio dell’incisore non fa nessun danno perché non
affonda nel pezzo ma si limita ad un’incisione di pochi millimetri, quindi con
un effetto di taglio tangenziale, che non strappa il materiale.
La macchina è dotata
di una sponda di appoggio, spostabile lateralmente, sul lato destro, chiamata parallela, che serve appunto per
effettuare dei tagli paralleli al senso di avanzamento del pezzo. Di fianco
alla lama scorre il carro, che è
dotato di un’asta perpendicolare che si chiama bandiera, orientabile per eseguire tagli in squadro e fuori
squadro. Nel filmato si nota molto bene quale è l’uso che si fa di queste
attrezzature.
Le seghe circolari
hanno dimensioni diverse, in funzione dei requisiti che vengono richiesti:
lunghezza del carro, larghezza della bandiera, larghezza di taglio in appoggio
contro la parallela e diametro della lama; quest’ultimo è quello che permette
di tagliare uno spessore di legno più o meno alto.