Il pantografo è una
macchina che è stata inventata per fresare delle tavole o dei pannelli,
seguendo una sagoma predefinita e mettendo l’operatore nelle condizioni di fare
tutte le copie che vuole dello stesso oggetto.
Per procedere alla
realizzazione bisogna innanzitutto disporre di un disegno quotato o di un
profilo, per riprodurre una sagoma perfetta su un pannello, generalmente in MDF
come quello che si vede nella foto, dotata di blocchi di fermo per tenere in
posizione il pezzo contro la sagoma stessa, durante la lavorazione.
Una volta preparati i
pezzi squadrati che dovranno essere sagomati, vi si appoggia sopra la sagoma in
MDF e si segna il contorno con una matita; poi, con la sega a nastro, si segano
tutti i pezzi restando però qualche millimetro al di fuori del segno di matita.
Ovviamente il nastro
della sega sarà più o meno stretto in funzione dei raggi di curvatura da
eseguire: se i raggi sono grandi basta un nastro grande, se invece sono piccoli
bisognerà montare un nastro stretto, in modo che possa curvare in fretta
durante il taglio.
In seguito si fissa la
sagoma sotto al pezzo da lavorare con il sistema più conveniente: a volte si
possono usare due viti, i cui fori verranno stuccati a fine lavorazione; in
altri casi dei chiodini oppure anche del semplice biadesivo, se non si può
intaccare la superficie dei pezzi da sagomare.
Fatto questo, si
decide con quale fresa si deve affrontare il lavoro; come al solito possiamo
usare una fresa di diametro abbondante, che lavora più velocemente, se i raggi
di curvatura sono ampi, ma useremo una fresa di piccolo diametro se ci dobbiamo
infilare in zone con raggi piuttosto piccoli.
Immediatamente sotto
la fresa, e con lo stesso diametro, si monta un perno di acciaio; contro questo
perno bisognerà tenere premuta la sagoma per tutto il percorso che dovrà
seguire il pezzo per essere copiato. Si dovrà determinare inoltre la profondità
di lavorazione della fresa, che deve essere regolata in modo da lavorare almeno
un paio di millimetri più in basso del pezzo, per avere la certezza che la lavorazione
avvenga su tutto lo spessore.
A questo punto, con la
tavoletta o il pannello ben fissato sopra la sagoma, e leggermente sporgente
rispetto ad essa, possiamo avviare la macchina, che metterà in rotazione il
mandrino con la fresa e lo farà scendere fino alla profondità impostata; non ci
resta che avvicinare tutto il complesso alla fresa, che lavorerà il pezzo lungo
tutto il contorno, mentre la sagoma scorre contro il perno.
Alla fine del percorso
il pezzo lavorato avrà assunto le stesse dimensioni della sagoma sottostante,
asportando i millimetri in eccesso e realizzando un bordo liscio come quello
della sagoma.
Una volta finito il
percorso di scontornatura, si può staccare il pezzo appena lavorato e fissarne
un altro, ricominciando il lavoro come prima.
Queste macchine ormai
si trovano solo in alcuni laboratori di falegnameria, dal momento che l’attuale
tecnologia ha ormai proposto macchine a controllo numerico computerizzato,
molto più precise e molto più costose, che vengono programmate con un software
adeguato, per far eseguire qualunque tipo di percorso alla fresa senza bisogno
di preparare una sagoma grezza per crearne delle copie con il materiale
destinato all’uso finale.