sabato 15 febbraio 2014

LA LEVIGATRICE E LA CALIBRATRICE



La levigatrice è una macchina che è stata studiata per carteggiare meccanicamente i pannelli piani in maniera molto più veloce di quanto si possa fare manualmente; esiste in varie lunghezze per soddisfare tutte le esigenze ed è costituita da un nastro abrasivo chiuso su se stesso, generalmente alto 115 mm., di varie grane, per potersi adattare a qualunque lavoro.
Questo nastro scorre velocemente, guidato da due tamburi di alluminio (uno motorizzato e l’altro in folle) e nel lato inferiore scorre verso sinistra, dove c’è la presa dell’aspirazione, in modo che l’operatore non respiri la polvere che si genera durante l’operazione. 



Il pezzo da levigare si appoggia sul piano (regolabile in verticale), in modo che il nastro venga a trovarsi a pochi centimetri dalla superficie da trattare, quindi senza toccarla; il piano viene spostato trasversalmente alla macchina dall’operatore nel momento in cui preme il nastro abrasivo contro il pezzo con un tampone dotato di un feltro inferiormente, per minimizzare l’attrito.
Lo spostamento del piano è necessario per poter carteggiare tutte le parti del pannello in lavorazione; se il pannello è molto largo, si carteggia prima la metà verso l’esterno, poi si gira di 180° e si lavora l’altra metà, in modo da coprire tutta la superficie.
Poiché il nastro abrasivo scorre velocemente, bisogna stare attenti a muovere il carrello in continuazione ed evitare di sostare in un punto, perché si rischierebbe di togliere troppo materiale. Soprattutto nel caso dei pannelli rivestiti con impiallacciatura, che generalmente ha uno spessore di 0,6 mm., questa rischierebbe di venire asportata completamente, scoprendo il materiale del pannello di supporto.
Questo comporterebbe il rifacimento del pannello con l’applicazione di una nuova impiallacciatura, dopo aver sgrezzato completamente la facciata rovinata, e ripetere poi l’operazione di levigatura.
Questa macchina compie l’ultima operazione meccanica prima di mandare i pannelli in verniciatura e serve a levigare i pannelli, rendendoli lisci in modo da metterli nelle condizioni migliori per ricevere la vernice.
Per evitare che il nastro abrasivo trascini in avanti il pezzo quando, premendo col tampone, vengono a contatto, esiste un listello di battuta trasversale al piano nella parte sinistra, a cui vengono appoggiati i piani da levigare.
Una macchina che produce lo stesso lavoro, ma rivolta più al settore industriale, è la calibratrice che ha un tappeto mobile in gomma forata su cui vengono appoggiati i pannelli da carteggiare, dopo che si è definita la distanza dai nastri a cui bisogna farlo scorrere; generalmente le velocità di avanzamento sono due, ma esistono modelli che hanno la possibilità di variare la velocità con continuità. 



Esiste un display che indica quanti millimetri e quanti decimi il tappeto dista dai nastri abrasivi, in modo da poter calcolare quanto materiale asportare ad ogni passata; il concetto è quello della pialla a spessore, solo che qui la macchina lavora con due o più nastri abrasivi, con grana a granulometria decrescente, larghi quasi come tutto il tappeto, ed oscillanti in senso trasversale all’avanzamento.
Le macchine più tradizionali hanno due nastri, che si sviluppano verticalmente, e la consuetudine vuole che il primo, previsto per sgrossare, abbia una grana 80, mentre il secondo può avere una grana 120 o 150, per rifinire al meglio il pezzo. 



I nastri vengono tenuti in tensione da alcuni rulli rivestiti in gomma, comandati da pistoni che sono tenuti in posizione dall’aria compressa.
Queste macchine, oltre che per il numero di nastri in dotazione, si distinguono anche per la loro larghezza: per esempio un’azienda che produce porte sceglierà una macchina con una larghezza utile di lavorazione di 110 / 120 cm.; un’altra che produce solo mensole si accontenterà di una macchina con una larghezza di 60 / 65 cm.
Una cosa importante, per evitare brutte sorprese, quando per esempio di passa alla calibratrice una porta, è ricordarsi di calibrare il tamburato prima di placcarlo con l’impiallacciatura; solo così si può essere sicuri che, quando si andrà a calibrare la porta finita, non capiteranno abrasioni differenti da zona a zona, con asportazione talvolta di tutto il tranciato.
Ovviamente tutte queste macchine devono essere collegate all’aspirazione, per eliminare tutta la polvere di legno che viene prodotta.