Questa macchina è
stata inserita nel gruppo di quelle fisse perché generalmente ha una
collocazione stabile all’interno del laboratorio, ma dalle troncatrici col
basamento in ghisa (ottimo per dare una notevole stabilità, ma piuttosto
pesante) oggi si è passati a produrle con la struttura in lega leggera.
Questa evoluzione, che
rende la macchina molto più leggera, consente sia di lavorare in laboratorio,
sia di portarsela dietro in altri locali dove, per esempio, si esegue il
montaggio dell’arredamento.
La funzione principale
di questo attrezzo è, come dice la parola stessa, di troncare dei profili in
legno e l’operazione di taglio avviene sia perpendicolarmente, tagliando il
pezzo da -45° a +45°, sia con la lama inclinata, per poter effettuare delle
lavorazioni su pezzi piatti e larghi, che non si potrebbero tagliare in
posizione verticale perché la posizione della lama a riposo non ne
permetterebbe l’inserimento.
Le troncatrici, in funzione
del tipo di lavoro che devono fare, nascono con lame di diametro diverso, dai
210 mm. ai 315 mm., e molte hanno anche un piano superiore che può essere
utilizzato per trasformare la troncatrice in una piccola sega circolare. Per
fare questo viene fissato il blocco motore in modo che la lama sia in fase di
affondamento completo e questo permette al piano di taglio superiore di
trovarsi in posizione orizzontale; viene poi applicata, in un’apposita
scanalatura, la parallela che è quindi libera di spostarsi lateralmente per
modificare la larghezza del pezzo da tagliare.
Ovviamente le lame,
tutte con i denti al Widia, sono differenti in funzione del servizio che devono
fare: i corniciai, per esempio, creano le cornici per i quadri ottenendole
tagliando a 45° delle aste già finite; per ottenere un buon risultato devono
usare delle lame con un notevole numero di denti, di solito 80 o 96, ed con
queste lame riescono ad ottenere dei tagli senza sgranature, che non saprebbero
come ritoccare, se avvenissero.
Invece chi si deve
limitare a troncare dei righetti di legno grezzo, non ha bisogno di lame così
sofisticate ed usano quelle con meno denti (36 o 48), ma più spaziati tra di
loro, per poter affondare velocemente.
Sempre rimanendo nel
campo delle troncatrici, ce n’è una un po’ particolare destinata a tagliare
tavole o pannelli, quindi oggetti piuttosto profondi; questa macchina è la troncatrice radiale. La differenza
rispetto alla precedente consiste nella possibilità di muovere la lama
trasversalmente al pezzo, effettuando il lavoro di una sega circolare.
Di questo dispositivo
esistono due versioni: la radiale fissa, che ha la lama costantemente
verticale, sempre orientabile da -45° a +45° ma con un braccio che permette
alla lama una corsa notevole; l’altra è la radiale portatile, che sfrutta lo
scorrimento del corpo lama su dei perni orizzontali che ne aumentano la
profondità di taglio.
Quest’ultimo tipo è
più versatile perché può essere usata anche come troncatrice normale, che
quindi ha anche la possibilità di inclinare la lama rispetto al piano ed avere
anche il piano di taglio superiore, cosa che l’altro modello non può avere
assolutamente.
Esiste poi anche un
altro tipo di troncatrice, che viene chiamata combinata, ed è il tipico strumento da usare in cantiere; ha una
struttura che viene sostenuta da 4 gambe metalliche asportabili e può
funzionare come troncatrice normale, nella posizione standard, oppure come sega
circolare, effettuando un ribaltamento completo della macchina, che quindi
presenta in quest’ultima versione solo un piano con la lama che esce da sotto,
ovviamente corredata di parallela.