DEWALT Elettrofresatrice DW 626 |
Oggi non c’è
laboratorio che non possieda un’elettrofresatrice; questo attrezzo, che si usa
sia in officina che in cantiere, serve per fare delle fresature, cioè modellare
i bordi dei pannelli o dei righetti in legno massello in modo vario, in
funzione del profilo che ha la fresa che si monta.
Sommariamente possiamo
dire che l’elettrofresatrice è una toupie rovesciata e che, anziché muovere il
pannello o il massello verso la fresa, in questo caso è l’utensile che si
muove, mentre il pezzo da lavorare rimane fermo.
Questa è una
condizione favorevole soprattutto quando si deve fresare un pannello molto
grande o una tavola piuttosto ingombrante; se dovessimo farlo sulla toupie
servirebbero almeno due persone per eseguire il lavoro. Con l’elettrofresatrice
(chiamata anche pantografo portatile) basta una persona e due cavalletti o un
piano su cui fermare il pezzo, poi far passare l’utensile.
Quando parlo di
pannelli da fresare mi riferisco a quelli di MDF che, essendo a grana molto
fine, si prestano bene ad essere lavorati con una fresa, lasciando un profilo
pulito e senza difetti; questa macchina non si usa sul truciolare o sui
multistrati perché non sono materiali compatti e pertanto il livello di
finitura sarebbe scadente.
L’elettrofresatrice ci
permette anche di eseguire delle asole o delle finestrature all’interno di un
pannello, usando delle sagome opportune o la squadra di appoggio in dotazione.
Naturalmente è tutto
relativo: se la lavorazione richiede l’uso di una fresa (con il gambo e non con
il foro come quelle per la toupie) di un diametro piccolo basta una macchina
con una potenza contenuta, se invece si utilizza una fresa di un certo diametro, per una lavorazione piuttosto
aggressiva, allora è necessario disporre di una macchina potente.
Quella della DEWALT
che si vede nella foto è proprio una di quelle dotate di una potenza notevole
ed utilizza sia frese a gambo di 8 mm., sia quelle di 12 mm., che sono quelle
più grosse reperibili sul mercato.
Inoltre, visto che
lavorando (soprattutto con i pannelli di MDF), si produce un notevole
quantitativo di polvere, in dotazione c’è un raccordo per un aspiratore
esterno, in modo che l’operatore non respiri queste polveri che sono nocive per
la nostra salute.
Data la potenza
disponibile, per evitare un contraccolpo in accensione, che potrebbe spostare
la macchina, questa è stata dotata di un sistema elettronico per avere
un’erogazione graduale, anche se il regolatore di velocità è sulla posizione di
velocità di rotazione massima.
Il fratello minore
dell’elettrofresatrice è l’elettrorifilatore, che lavora sempre con delle frese
a gambo, questa volta però di diametro 6 mm., ed è stato creato per rifilare i
bordi che vengono applicati sui lati dei pannelli.
Infatti non tutti
possono permettersi una bordatrice, che prima applica il bordo e dopo lo rifila
in automatico sopra e sotto, facendo uscire dalla macchina un pannello
perfettamente bordato.
In molti casi si
procede i due fasi: nella prima si applica il bordo, che può essere di ABS,
PVC, laminato o legno da 1 mm. , generalmente applicati con le colle a
contatto, oppure quello precollato che si stende con il ferro da stiro o con
l’apposito applicatore, dotato di termosoffiatore; si può applicare anche una
righetta di pochi millimetri di legno, incollandola con la colla vinilica.
Poiché in ogni caso il
bordo che abbiamo applicato è più alto dello spessore del pannello e sporge sia
sopra che sotto, bisogna procedere con la seconda fase, che è la rifilatura.
Questa si può eseguire
manualmente se sono stati usati dei bordi plastici, ma se si sono applicati dei
bordi in laminato o in legno di qualche millimetro di spessore, bisogna usare
un elettrorifilatore, che utilizza delle frese al Widia dotate di un cuscinetto
di appoggio, di diametro tarato su quello della fresa, per asportare solo
l’eccedenza del bordo, senza intaccare il pannello.
Il rifilatore che si
vede nella foto si presta benissimo a questo scopo e si ottengono degli ottimi
risultati perché è decisamente potente, per il lavoro che deve compiere (590 W),
e l’alto numero di giri (fino a 34.000).
A differenza delle
elettrofresatrici, che devono essere abbastanza pesanti per far fronte alla
controspinta delle frese di diametro notevole, questi utensili devono essere
leggeri per poter essere utilizzati in tutte le posizioni possibili ed anche
maneggiati con una mano sola.
Nel caso del bordo
ottenuto con una righetta di legno, si possono utilizzare anche delle frese che
creano un arrotondamento dello spigolo, con un raggio relativamente piccolo, ma
sufficiente a togliere lo spigolo vivo, rendendo “morbido” il bordo applicato.
Questa macchina, a
differenza di prodotti analoghi, ha anche un LED per illuminare la zona di
lavoro, permettendo di operare anche in ambienti scarsamente illuminati;
naturalmente anche qui esiste il raccordo per aspirare la polvere.
In certi casi, quando
la fresatura non è eccessiva, questo rifilatore può sostituire
l’elettrofresatrice, eseguendo delle lavorazioni con frese molto piccole, che
non possono essere montate nella macchina più grande.