lunedì 23 giugno 2014

LE ELETTROFRESATRICI


DEWALT  Elettrofresatrice  DW 626



 
Oggi non c’è laboratorio che non possieda un’elettrofresatrice; questo attrezzo, che si usa sia in officina che in cantiere, serve per fare delle fresature, cioè modellare i bordi dei pannelli o dei righetti in legno massello in modo vario, in funzione del profilo che ha la fresa che si monta.
Sommariamente possiamo dire che l’elettrofresatrice è una toupie rovesciata e che, anziché muovere il pannello o il massello verso la fresa, in questo caso è l’utensile che si muove, mentre il pezzo da lavorare rimane fermo.
Questa è una condizione favorevole soprattutto quando si deve fresare un pannello molto grande o una tavola piuttosto ingombrante; se dovessimo farlo sulla toupie servirebbero almeno due persone per eseguire il lavoro. Con l’elettrofresatrice (chiamata anche pantografo portatile) basta una persona e due cavalletti o un piano su cui fermare il pezzo, poi far passare l’utensile.
Quando parlo di pannelli da fresare mi riferisco a quelli di MDF che, essendo a grana molto fine, si prestano bene ad essere lavorati con una fresa, lasciando un profilo pulito e senza difetti; questa macchina non si usa sul truciolare o sui multistrati perché non sono materiali compatti e pertanto il livello di finitura sarebbe scadente.
L’elettrofresatrice ci permette anche di eseguire delle asole o delle finestrature all’interno di un pannello, usando delle sagome opportune o la squadra di appoggio in dotazione. 





Naturalmente è tutto relativo: se la lavorazione richiede l’uso di una fresa (con il gambo e non con il foro come quelle per la toupie) di un diametro piccolo basta una macchina con una potenza contenuta, se invece si utilizza una fresa di un  certo diametro, per una lavorazione piuttosto aggressiva, allora è necessario disporre di una macchina potente. 
Quella della DEWALT che si vede nella foto è proprio una di quelle dotate di una potenza notevole ed utilizza sia frese a gambo di 8 mm., sia quelle di 12 mm., che sono quelle più grosse reperibili sul mercato.
Inoltre, visto che lavorando (soprattutto con i pannelli di MDF), si produce un notevole quantitativo di polvere, in dotazione c’è un raccordo per un aspiratore esterno, in modo che l’operatore non respiri queste polveri che sono nocive per la nostra salute. 




Data la potenza disponibile, per evitare un contraccolpo in accensione, che potrebbe spostare la macchina, questa è stata dotata di un sistema elettronico per avere un’erogazione graduale, anche se il regolatore di velocità è sulla posizione di velocità di rotazione massima. 


DEWALT  Elettrorifilatore DWE 6005







Il fratello minore dell’elettrofresatrice è l’elettrorifilatore, che lavora sempre con delle frese a gambo, questa volta però di diametro 6 mm., ed è stato creato per rifilare i bordi che vengono applicati sui lati dei pannelli.
Infatti non tutti possono permettersi una bordatrice, che prima applica il bordo e dopo lo rifila in automatico sopra e sotto, facendo uscire dalla macchina un pannello perfettamente bordato.
In molti casi si procede i due fasi: nella prima si applica il bordo, che può essere di ABS, PVC, laminato o legno da 1 mm. , generalmente applicati con le colle a contatto, oppure quello precollato che si stende con il ferro da stiro o con l’apposito applicatore, dotato di termosoffiatore; si può applicare anche una righetta di pochi millimetri di legno, incollandola con la colla vinilica.
Poiché in ogni caso il bordo che abbiamo applicato è più alto dello spessore del pannello e sporge sia sopra che sotto, bisogna procedere con la seconda fase, che è la rifilatura.
Questa si può eseguire manualmente se sono stati usati dei bordi plastici, ma se si sono applicati dei bordi in laminato o in legno di qualche millimetro di spessore, bisogna usare un elettrorifilatore, che utilizza delle frese al Widia dotate di un cuscinetto di appoggio, di diametro tarato su quello della fresa, per asportare solo l’eccedenza del bordo, senza intaccare il pannello.
Il rifilatore che si vede nella foto si presta benissimo a questo scopo e si ottengono degli ottimi risultati perché è decisamente potente, per il lavoro che deve compiere (590 W), e l’alto numero di giri (fino a 34.000). 




A differenza delle elettrofresatrici, che devono essere abbastanza pesanti per far fronte alla controspinta delle frese di diametro notevole, questi utensili devono essere leggeri per poter essere utilizzati in tutte le posizioni possibili ed anche maneggiati con una mano sola.
Nel caso del bordo ottenuto con una righetta di legno, si possono utilizzare anche delle frese che creano un arrotondamento dello spigolo, con un raggio relativamente piccolo, ma sufficiente a togliere lo spigolo vivo, rendendo “morbido” il bordo applicato.
Questa macchina, a differenza di prodotti analoghi, ha anche un LED per illuminare la zona di lavoro, permettendo di operare anche in ambienti scarsamente illuminati; naturalmente anche qui esiste il raccordo per aspirare la polvere.

In certi casi, quando la fresatura non è eccessiva, questo rifilatore può sostituire l’elettrofresatrice, eseguendo delle lavorazioni con frese molto piccole, che non possono essere montate nella macchina più grande.

venerdì 13 giugno 2014

LE LEVIGATRICI




Il legno che si usa per costruire un mobile, prima di farlo verniciare, va carteggiato; cioè deve subire un’operazione di lisciatura ottenuta sfregando della carta vetrata opportuna sulla superficie da trattare.
Questa operazione una volta veniva effettuata a mano oppure, se si trattava di un pannello piano, si poteva lavorare con una levigatrice (o cartatrice) a nastro che è una macchina, ancora in uso, con un nastro abrasivo lungo alcuni metri in rotazione, che si passa sul pezzo da carteggiare, appoggiato sopra un piano regolabile in altezza.
Questa operazione si esegue utilizzando un tampone con la suola rivestita di feltro per rendere più scorrevole il contatto con il nastro in movimento.
Questa però è una macchina fissa che si usa solo in laboratorio; se il lavoro deve essere effettuato in un altro posto oppure si deve intervenire su un pezzo che non può essere carteggiato con la macchina fissa, ci dobbiamo affidare agli elettroutensili che possono sostituire tale attrezzatura, che sono essenzialmente tre: la levigatrice a nastro portatile, la levigatrice orbitale e quella rotoorbitale.
La levigatrice a nastro portatile ricalca il sistema di lavoro dell’analoga macchina fissa, cioè fa girare un nastro di carta vetrata, abbastanza velocemente, ed asporta il materiale con una certa rapidità, soprattutto se si usano carte a grana grossa. 

 
DEWALT  DW 433  Levigatrice a nastro




Spendiamo due parole per chiarire il concetto di “grana”: la carta vetrata è ottenuta incollando dei granuli abrasivi (di corindone o carburo di silicio oppure ossido di zirconio) su un supporto cartaceo, di spessore e rigidezza variabile in funzione dell’uso che se ne deve fare.
Più i granuli sono grandi, più l’effetto abrasivo sarà evidente; l’indicazione della grana la si può leggere sul retro ed è quel numero preceduto da una P. Per spiegare la diversa granulometria delle varie carte vetrate, bisogna pensare che il numero che indica la grana corrisponde alla dimensione delle maglie di una ipotetica griglia di un pollice quadrato, attraverso le quali quei granuli possono passare.
Volendo fare un esempio pratico, se consideriamo una carta vetrata a grana 120, significa che i granuli utilizzati per prepararla hanno una dimensione tale da passare attraverso una ipotetica griglia quadrata con i lati di 25,4 mm. dotata di 120 maglie.
Di conseguenza più il numero è basso, più la carta è a grana grossa; in falegnameria si usa prevalentemente carta vetrata che parte da 40 (grossa) e si arriva spesso fino a 240 / 280 (finissime), usate per carteggiare i fondi per la verniciatura. Ne esistono anche di più grosse e di più fini, ma sono destinate ad usi diversi.
La levigatrice della DEWALT che vedete nella fotografia può adattare la velocità di scorrimento del nastro alle varie esigenze, nastro che viene controllato da tre rulli, anziché i soliti due, ed è autoregistrante.
Per quanto riguarda l’aspirazione delle polveri, ci sono due possibilità: la prima è costituita dal sacchetto di raccolta in dotazione, la seconda è data dalla possibilità di utilizzare un raccordo per collegarsi ad un aspiratore esterno.
I nastri vengono forniti dalla grana 40 alla 220 e coprono un’ampia gamma di lavori; inoltre è disponibile un accessorio per fissare la macchina in posizione rovesciata, per usarla quando si devono levigare dei pezzi piccoli. 

 
DEWALT  D26420  Levigatrice orbitale




Il secondo utensile che prendiamo in considerazione è la levigatrice orbitale, che usa dei fogli di carta vetrata velcrati, dotati di fori per prelevare la polvere che si produce durante la lavorazione. Questa macchina si chiama orbitale in quanto il movimento della piastra inferiore, a cui è applicato il foglio abrasivo, si muove in maniera eccentrica, anziché in maniera alternata rettilinea e lavora il pezzo compiendo un’orbita.
In funzione del diametro dell’orbita e delle orbite al minuto, queste macchine hanno destinazioni diverse: per esempio un utensile che ha un’orbita da 5 mm. e lavora a 10.000 orbite al minuto è sicuramente da sgrossatura, mentre con un’orbita da 3 mm. e 22.000 orbite al minuto l’utensile è destinato alla finitura.
La macchina che vedete nella foto ha un’orbita di 2,5 mm. ed ha un variatore di velocità che le permette di passare dalle 24.000 orbite al minuto alle 44.000, quindi è specificatamente destinata alla finitura. Anche in questo caso esiste la doppia possibilità del sacchetto di aspirazione autonomo, oppure dell’attacco per l’aspirazione esterna.
L’ultima macchina che prendiamo in considerazione è la levigatrice rotoorbitale: questa macchina lavora con un foglio di carta vetrata circolare (velcrato e dotato di fori di aspirazione come i precedenti) che abbinano il moto orbitale a quello rotatorio. 

 
DEWALT  D 26410  Levigatrice rotoorbitale




Lo scopo di questa combinazione è quello di ottenere una finitura migliore di quella semplicemente orbitale e questo accade perché durante la rotazione (che non è comandata, ma si genera automaticamente dal movimento orbitale) si ottiene un passaggio casuale della carta vetrata, che permette di ottenere una distribuzione ottimale delle “micrograffiature”.
La macchina che vedete nella foto ha addirittura la possibilità di cambiare il tipo di orbita: da 6 mm. per le operazioni di sgrossatura a 3 mm. per quelle di finitura; il tutto combinato con la possibilità di variare il numero di orbite al minuto, per adeguarsi al tipo di intervento. Come al solito esiste la doppia possibilità per la raccolta delle polveri: o il sacchetto o l’aspiratore esterno.

In tutti questi casi, quando parliamo di variatore di velocità elettronico, dobbiamo considerare che questo non lavora semplicemente per fare andare la macchina più o meno velocemente, ma regola l’intervento dell’utensile mantenendo costante la velocità anche in condizioni di variazione dello sforzo richiesto, quindi a vantaggio di una uniformità di finitura del pezzo.
Un altro caso in cui diventa importante fare intervenire il variatore di velocità è quando si opera con delle materie plastiche, che sono molto sensibili al calore, per cui si tende sempre ad abbassare il numero di giri del motore per ottenere un buon risultato.
Un caso analogo lo troviamo se utilizziamo questi elettroutensili per sverniciare degli oggetti; in alcuni casi le vernici tendono ad impastare il nastro per effetto del riscaldamento provocato dallo sfregamento, rendendo il nastro inutilizzabile dopo pochi minuti di lavoro.
Tutte queste macchine, per poter lavorare al meglio su tutte le superfici che richiedono un intervento impegnativo, vanno usate montando carte vetrate a granulometria decrescente; si comincia da quelle a grana grossa per un’asportazione rapida (ma che lasciano dei segni piuttosto evidenti), finendo poi con una o più carte a grana più fine, in funzione della perfezione di levigatura che si vuole ottenere.



lunedì 2 giugno 2014

ELETTROUTENSILI DA TAGLIO




In questo articolo parlerò degli elettroutensili da taglio più comuni; la DEWALT ne costruisce diversi, io ne ho scelti due a batteria: un seghetto alternativo ed una sega circolare manuale. La scelta degli utensili a batteria è dovuta sempre al fatto che, soprattutto con questo tipo di macchine, la mancanza del cavo di alimentazione è un grande vantaggio perché permette di seguire i percorsi di taglio senza inconvenienti. Il seghetto alternativo è stato uno dei primi elettroutensili per i falegnami, che finalmente potevano disporre di uno strumento che permetteva loro di eseguire tagli dritti o curvi, senza dover usare la sega a nastro, se si trovavano in laboratorio, oppure degli scomodissimi seghetti manuali, se stavano lavorando in cantiere o a casa del cliente.
Inoltre questo utensile può essere usato anche per effettuare dei tagli senza dovere necessariamente cominciare da un bordo esterno, come invece si deve fare con una sega a nastro; è sufficiente fare un foro di 10 mm. di diametro all’interno del pannello e inserirvi la lama del seghetto alternativo. Da lì si può partire per effettuare i tagli, con percorsi di tutti i tipi.
Il grande vantaggio di questo utensile è che può alternare tagli rettilinei a tagli curvi, anche con raggi molto piccoli, usando naturalmente le lame giuste (per i raggi piccoli si usano le lame più strette). 
 
DEWALT  DCS 332 M2  SEGHETTO  ALTERNATIVO  A  BATTERIA






Vediamo ora quali sono i punti di forza di un seghetto alternativo a batteria di qualità: come prima cosa l’utensile deve avere un certo peso, nel senso che non si può lavorare bene se si utilizza un seghetto troppo leggero, perché tenderà ad andarsene in giro da solo per il pannello, tante sono le vibrazioni che genera.
Un utensile che invece ha un peso tra i 2 e i 3 Kg. è sufficientemente stabile per smorzare adeguatamente le vibrazioni innescate inequivocabilmente dal movimento alternato della lama durante il taglio.
Inoltre non deve graffiare il materiale che sta tagliando ed è auspicabile che possa disporre di una suola antigraffio (fissa o riportata) per evitare questo inconveniente.
Il motore deve essere sufficientemente potente per poter affrontare lavori lunghi oppure gravosi, come il taglio di spessori notevoli o di parti metalliche, e per questo esistono lame studiate con caratteristiche adeguate. 


L’utensile deve essere dotato di un variatore elettronico della velocità che non faccia calare le prestazioni col calare della quantità di corse al minuto, visto che bisogna adottare velocità diverse per materiali diversi; per esempio quando si tagliano sostanze come i materiali plastici, le piastrelle, i laminati plastici, l’acciaio e la ghisa bisogna abbassare la frequenza delle corse delle varie lame specifiche.
Per il legno, soprattutto quello tenero, e per i pannelli ricostituiti come truciolare o MDF si può utilizzare la velocità massima e, se si vuole lavorare ancora più velocemente, si utilizza il movimento orbitale della lama che ha diverse posizioni (ovviamente più si innalza il livello del movimento orbitale e meno si deve pretendere in termini di raffinatezza del taglio).
Deve esistere inoltre la possibilità di montare nell’apparecchio i cosiddetti “paraschegge” che sono delle placchette di plastica trasparente in cui la lama si fa la sua strada finchè non sono fissate completamente e che permettono di effettuare dei tagli trasversali su materiali impiallacciati o sui multistrati minimizzando l’effetto di sbrecciatura provocato dalle normali lame con i denti rivolti verso l’alto.
Esistono comunque delle lame con i denti rivolti verso il basso, nate appositamente per risolvere il problema dei tagli trasversali sul legno, sul laccato o sul laminato; bisogna però ricordarsi di appoggiarsi col proprio peso sull’utensile per contrastare la sua tendenza ad alzarsi, per effetto del tipo di lama usata.
Un’altra caratteristica importante è la possibilità di inclinare la lama da un lato per poter effettuare tagli fino a 45° (l’utensile che si vede nella foto si ruota di 45° addirittura su entrambi i lati!).
Infine è molto comodo poter sostituire la lama del seghetto senza dover utilizzare degli utensili specifici, ma manovrando semplicemente una leva; questa è una caratteristica degli elettroutensili più sofisticati.

L’altro utensile che analizziamo è la sega circolare portatile; questo tipo di attrezzo richiede una certa attenzione durante l’uso, altrimenti si rischiano dei contraccolpi che possono far uscire la lama dal pannello in lavorazione, spostando l’utensile all’indietro.
Questi casi si verificano quando non si fa avanzare la sega in modo rettilineo, per cui la lama sfrega lateralmente e, oltre a rovinare il materiale con i denti, tende a scappare fuori; fortunatamente esiste un coprilama che scatta rapidamente verso la posizione di chiusura.
Un caso analogo si ha quando si taglia un pannello che è in posizione verticale: avanzando nel taglio, la parte superiore del pannello, per effetto del suo stesso peso, tende ad abbassarsi perché ha a disposizione lo spazio lasciato libero dal taglio della lama.
In questa occasione, se non si mette un cuneo per tenere aperto il taglio nella zona di partenza, il pezzo superiore tenderà a schiacciare la lama, con conseguenze analoghe al caso precedente. 

DEWALT  DCS 391 M2  SEGA  CIRCOLARE  CORDLESS  18 V





Nell’uso di questo elettroutensile si raccomanda sempre di tenerlo con due mani, in quanto una serve per tenere premuto l’apparecchio contro il pannello, afferrandolo saldamente per fare fronte ad eventuali contraccolpi; l’altra mano serve per guidarlo nella direzione di lavoro (esclusivamente lineare).
Bisogna anche ricordarsi di regolare la sporgenza della lama in modo che al di sotto del pannello sia limitata a qualche millimetro e non bisogna dimenticare che quando la lama è in funzione non bisogna mai estrarla dal pezzo, si deve sempre aspettare che sia ferma e, durante l’uso, ci si deve posizionare sempre di fianco all’utensile e mai dietro.
Una delle differenze sostanziali che differenziano questa macchina da quella precedente è che con questa si possono fare anche solo delle incisioni, senza passare quindi lo spessore del pannello; oltre a ciò c’è un notevole aumento della velocità di avanzamento, per cui se si devono fare dei tagli rettilinei l’utensile da preferire è questo.
Anche con questa macchina c’è la possibilità di effettuare tagli inclinati, ma soltanto da un lato, visto che dall’altro c’è il blocco motore. La sega della DEWALT che è fotografata è piuttosto potente perché usa una batteria da 18 Volt ed ha due sicurezze: una è l’interruttore che ha una levetta contro le partenze accidentali, l’altra è il freno motore che ferma subito la lama quando si rilascia l’interruttore.

Entrambe le macchine che abbiamo visto si possono collegare con un aspiratore, tramite un raccordo specifico, in modo da lavorare raccogliendo immediatamente la segatura prodotta senza rilasciarla nell’ambiente, anche per la salvaguardia della salute dell’operatore.