Il legno che si usa
per costruire un mobile, prima di farlo verniciare, va carteggiato; cioè deve
subire un’operazione di lisciatura ottenuta sfregando della carta vetrata
opportuna sulla superficie da trattare.
Questa operazione una
volta veniva effettuata a mano oppure, se si trattava di un pannello piano, si
poteva lavorare con una levigatrice (o cartatrice) a nastro che è una macchina,
ancora in uso, con un nastro abrasivo lungo alcuni metri in rotazione, che si
passa sul pezzo da carteggiare, appoggiato sopra un piano regolabile in
altezza.
Questa operazione si
esegue utilizzando un tampone con la suola rivestita di feltro per rendere più
scorrevole il contatto con il nastro in movimento.
Questa però è una
macchina fissa che si usa solo in laboratorio; se il lavoro deve essere
effettuato in un altro posto oppure si deve intervenire su un pezzo che non può
essere carteggiato con la macchina fissa, ci dobbiamo affidare agli
elettroutensili che possono sostituire tale attrezzatura, che sono
essenzialmente tre: la levigatrice a nastro portatile, la levigatrice orbitale
e quella rotoorbitale.
La levigatrice a
nastro portatile ricalca il sistema di lavoro dell’analoga macchina fissa, cioè
fa girare un nastro di carta vetrata, abbastanza velocemente, ed asporta il
materiale con una certa rapidità, soprattutto se si usano carte a grana grossa.
Spendiamo due parole
per chiarire il concetto di “grana”: la carta vetrata è ottenuta incollando dei
granuli abrasivi (di corindone o carburo di silicio oppure ossido di zirconio)
su un supporto cartaceo, di spessore e rigidezza variabile in funzione dell’uso
che se ne deve fare.
Più i granuli sono
grandi, più l’effetto abrasivo sarà evidente; l’indicazione della grana la si
può leggere sul retro ed è quel numero preceduto da una P. Per spiegare la
diversa granulometria delle varie carte vetrate, bisogna pensare che il numero
che indica la grana corrisponde alla dimensione delle maglie di una ipotetica
griglia di un pollice quadrato, attraverso le quali quei granuli possono passare.
Volendo fare un
esempio pratico, se consideriamo una carta vetrata a grana 120, significa che i
granuli utilizzati per prepararla hanno una dimensione tale da passare
attraverso una ipotetica griglia quadrata con i lati di 25,4 mm. dotata di 120
maglie.
Di conseguenza più il
numero è basso, più la carta è a grana grossa; in falegnameria si usa
prevalentemente carta vetrata che parte da 40 (grossa) e si arriva spesso fino
a 240 / 280 (finissime), usate per carteggiare i fondi per la verniciatura. Ne
esistono anche di più grosse e di più fini, ma sono destinate ad usi diversi.
La levigatrice della
DEWALT che vedete nella fotografia può adattare la velocità di scorrimento del
nastro alle varie esigenze, nastro che viene controllato da tre rulli, anziché
i soliti due, ed è autoregistrante.
Per quanto riguarda
l’aspirazione delle polveri, ci sono due possibilità: la prima è costituita dal
sacchetto di raccolta in dotazione, la seconda è data dalla possibilità di
utilizzare un raccordo per collegarsi ad un aspiratore esterno.
I nastri vengono
forniti dalla grana 40 alla 220 e coprono un’ampia gamma di lavori; inoltre è
disponibile un accessorio per fissare la macchina in posizione rovesciata, per
usarla quando si devono levigare dei pezzi piccoli.
Il secondo utensile
che prendiamo in considerazione è la levigatrice orbitale, che usa dei fogli di
carta vetrata velcrati, dotati di fori per prelevare la polvere che si produce
durante la lavorazione. Questa macchina si chiama orbitale in quanto il movimento
della piastra inferiore, a cui è applicato il foglio abrasivo, si muove in
maniera eccentrica, anziché in maniera alternata rettilinea e lavora il pezzo
compiendo un’orbita.
In funzione del
diametro dell’orbita e delle orbite al minuto, queste macchine hanno
destinazioni diverse: per esempio un utensile che ha un’orbita da 5 mm. e
lavora a 10.000 orbite al minuto è sicuramente da sgrossatura, mentre con
un’orbita da 3 mm. e 22.000 orbite al minuto l’utensile è destinato alla
finitura.
La macchina che vedete
nella foto ha un’orbita di 2,5 mm. ed ha un variatore di velocità che le
permette di passare dalle 24.000 orbite al minuto alle 44.000, quindi è
specificatamente destinata alla finitura. Anche in questo caso esiste la doppia
possibilità del sacchetto di aspirazione autonomo, oppure dell’attacco per
l’aspirazione esterna.
L’ultima macchina che
prendiamo in considerazione è la levigatrice rotoorbitale: questa macchina
lavora con un foglio di carta vetrata circolare (velcrato e dotato di fori di
aspirazione come i precedenti) che abbinano il moto orbitale a quello
rotatorio.
Lo scopo di questa
combinazione è quello di ottenere una finitura migliore di quella semplicemente
orbitale e questo accade perché durante la rotazione (che non è comandata, ma
si genera automaticamente dal movimento orbitale) si ottiene un passaggio
casuale della carta vetrata, che permette di ottenere una distribuzione
ottimale delle “micrograffiature”.
La macchina che vedete
nella foto ha addirittura la possibilità di cambiare il tipo di orbita: da 6
mm. per le operazioni di sgrossatura a 3 mm. per quelle di finitura; il tutto
combinato con la possibilità di variare il numero di orbite al minuto, per
adeguarsi al tipo di intervento. Come al solito esiste la doppia possibilità
per la raccolta delle polveri: o il sacchetto o l’aspiratore esterno.
In tutti questi casi,
quando parliamo di variatore di velocità elettronico, dobbiamo considerare che
questo non lavora semplicemente per fare andare la macchina più o meno
velocemente, ma regola l’intervento dell’utensile mantenendo costante la
velocità anche in condizioni di variazione dello sforzo richiesto, quindi a
vantaggio di una uniformità di finitura del pezzo.
Un altro caso in cui
diventa importante fare intervenire il variatore di velocità è quando si opera
con delle materie plastiche, che sono molto sensibili al calore, per cui si
tende sempre ad abbassare il numero di giri del motore per ottenere un buon
risultato.
Un caso analogo lo
troviamo se utilizziamo questi elettroutensili per sverniciare degli oggetti;
in alcuni casi le vernici tendono ad impastare il nastro per effetto del
riscaldamento provocato dallo sfregamento, rendendo il nastro inutilizzabile
dopo pochi minuti di lavoro.
Tutte queste macchine,
per poter lavorare al meglio su tutte le superfici che richiedono un intervento
impegnativo, vanno usate montando carte vetrate a granulometria decrescente; si
comincia da quelle a grana grossa per un’asportazione rapida (ma che lasciano dei
segni piuttosto evidenti), finendo poi con una o più carte a grana più fine, in
funzione della perfezione di levigatura che si vuole ottenere.