venerdì 13 giugno 2014

LE LEVIGATRICI




Il legno che si usa per costruire un mobile, prima di farlo verniciare, va carteggiato; cioè deve subire un’operazione di lisciatura ottenuta sfregando della carta vetrata opportuna sulla superficie da trattare.
Questa operazione una volta veniva effettuata a mano oppure, se si trattava di un pannello piano, si poteva lavorare con una levigatrice (o cartatrice) a nastro che è una macchina, ancora in uso, con un nastro abrasivo lungo alcuni metri in rotazione, che si passa sul pezzo da carteggiare, appoggiato sopra un piano regolabile in altezza.
Questa operazione si esegue utilizzando un tampone con la suola rivestita di feltro per rendere più scorrevole il contatto con il nastro in movimento.
Questa però è una macchina fissa che si usa solo in laboratorio; se il lavoro deve essere effettuato in un altro posto oppure si deve intervenire su un pezzo che non può essere carteggiato con la macchina fissa, ci dobbiamo affidare agli elettroutensili che possono sostituire tale attrezzatura, che sono essenzialmente tre: la levigatrice a nastro portatile, la levigatrice orbitale e quella rotoorbitale.
La levigatrice a nastro portatile ricalca il sistema di lavoro dell’analoga macchina fissa, cioè fa girare un nastro di carta vetrata, abbastanza velocemente, ed asporta il materiale con una certa rapidità, soprattutto se si usano carte a grana grossa. 

 
DEWALT  DW 433  Levigatrice a nastro




Spendiamo due parole per chiarire il concetto di “grana”: la carta vetrata è ottenuta incollando dei granuli abrasivi (di corindone o carburo di silicio oppure ossido di zirconio) su un supporto cartaceo, di spessore e rigidezza variabile in funzione dell’uso che se ne deve fare.
Più i granuli sono grandi, più l’effetto abrasivo sarà evidente; l’indicazione della grana la si può leggere sul retro ed è quel numero preceduto da una P. Per spiegare la diversa granulometria delle varie carte vetrate, bisogna pensare che il numero che indica la grana corrisponde alla dimensione delle maglie di una ipotetica griglia di un pollice quadrato, attraverso le quali quei granuli possono passare.
Volendo fare un esempio pratico, se consideriamo una carta vetrata a grana 120, significa che i granuli utilizzati per prepararla hanno una dimensione tale da passare attraverso una ipotetica griglia quadrata con i lati di 25,4 mm. dotata di 120 maglie.
Di conseguenza più il numero è basso, più la carta è a grana grossa; in falegnameria si usa prevalentemente carta vetrata che parte da 40 (grossa) e si arriva spesso fino a 240 / 280 (finissime), usate per carteggiare i fondi per la verniciatura. Ne esistono anche di più grosse e di più fini, ma sono destinate ad usi diversi.
La levigatrice della DEWALT che vedete nella fotografia può adattare la velocità di scorrimento del nastro alle varie esigenze, nastro che viene controllato da tre rulli, anziché i soliti due, ed è autoregistrante.
Per quanto riguarda l’aspirazione delle polveri, ci sono due possibilità: la prima è costituita dal sacchetto di raccolta in dotazione, la seconda è data dalla possibilità di utilizzare un raccordo per collegarsi ad un aspiratore esterno.
I nastri vengono forniti dalla grana 40 alla 220 e coprono un’ampia gamma di lavori; inoltre è disponibile un accessorio per fissare la macchina in posizione rovesciata, per usarla quando si devono levigare dei pezzi piccoli. 

 
DEWALT  D26420  Levigatrice orbitale




Il secondo utensile che prendiamo in considerazione è la levigatrice orbitale, che usa dei fogli di carta vetrata velcrati, dotati di fori per prelevare la polvere che si produce durante la lavorazione. Questa macchina si chiama orbitale in quanto il movimento della piastra inferiore, a cui è applicato il foglio abrasivo, si muove in maniera eccentrica, anziché in maniera alternata rettilinea e lavora il pezzo compiendo un’orbita.
In funzione del diametro dell’orbita e delle orbite al minuto, queste macchine hanno destinazioni diverse: per esempio un utensile che ha un’orbita da 5 mm. e lavora a 10.000 orbite al minuto è sicuramente da sgrossatura, mentre con un’orbita da 3 mm. e 22.000 orbite al minuto l’utensile è destinato alla finitura.
La macchina che vedete nella foto ha un’orbita di 2,5 mm. ed ha un variatore di velocità che le permette di passare dalle 24.000 orbite al minuto alle 44.000, quindi è specificatamente destinata alla finitura. Anche in questo caso esiste la doppia possibilità del sacchetto di aspirazione autonomo, oppure dell’attacco per l’aspirazione esterna.
L’ultima macchina che prendiamo in considerazione è la levigatrice rotoorbitale: questa macchina lavora con un foglio di carta vetrata circolare (velcrato e dotato di fori di aspirazione come i precedenti) che abbinano il moto orbitale a quello rotatorio. 

 
DEWALT  D 26410  Levigatrice rotoorbitale




Lo scopo di questa combinazione è quello di ottenere una finitura migliore di quella semplicemente orbitale e questo accade perché durante la rotazione (che non è comandata, ma si genera automaticamente dal movimento orbitale) si ottiene un passaggio casuale della carta vetrata, che permette di ottenere una distribuzione ottimale delle “micrograffiature”.
La macchina che vedete nella foto ha addirittura la possibilità di cambiare il tipo di orbita: da 6 mm. per le operazioni di sgrossatura a 3 mm. per quelle di finitura; il tutto combinato con la possibilità di variare il numero di orbite al minuto, per adeguarsi al tipo di intervento. Come al solito esiste la doppia possibilità per la raccolta delle polveri: o il sacchetto o l’aspiratore esterno.

In tutti questi casi, quando parliamo di variatore di velocità elettronico, dobbiamo considerare che questo non lavora semplicemente per fare andare la macchina più o meno velocemente, ma regola l’intervento dell’utensile mantenendo costante la velocità anche in condizioni di variazione dello sforzo richiesto, quindi a vantaggio di una uniformità di finitura del pezzo.
Un altro caso in cui diventa importante fare intervenire il variatore di velocità è quando si opera con delle materie plastiche, che sono molto sensibili al calore, per cui si tende sempre ad abbassare il numero di giri del motore per ottenere un buon risultato.
Un caso analogo lo troviamo se utilizziamo questi elettroutensili per sverniciare degli oggetti; in alcuni casi le vernici tendono ad impastare il nastro per effetto del riscaldamento provocato dallo sfregamento, rendendo il nastro inutilizzabile dopo pochi minuti di lavoro.
Tutte queste macchine, per poter lavorare al meglio su tutte le superfici che richiedono un intervento impegnativo, vanno usate montando carte vetrate a granulometria decrescente; si comincia da quelle a grana grossa per un’asportazione rapida (ma che lasciano dei segni piuttosto evidenti), finendo poi con una o più carte a grana più fine, in funzione della perfezione di levigatura che si vuole ottenere.