giovedì 12 febbraio 2015

I CHIODI (Prima parte)




Un altro elemento fondamentale della ferramenta usata in falegnameria è il chiodo; ne esistono di vari tipi, in funzione dell’uso che se ne deve fare. La suddivisione che si fa inizialmente è tra chiodi di ferro e chiodi di acciaio; in effetti è una suddivisione di comodo perchè sono in acciaio entrambi, anche se i primi vengono chiamati così perché il contenuto di carbonio nella lega Ferro-Carbonio che costituisce l’acciaio è bassissimo, quindi e quasi tutto ferro.
Quelli che vengono definiti “di acciaio” sono in effetti di acciaio temprato e sono destinati ad usi particolari; essendo trattati termicamente, diventano molto rigidi e si possono piantare anche nel muro e non si piegano come quelli “di ferro”, ma se si supera un certo limite si spezzano troncandosi di netto, mentre gli altri si piegano.
Questo tipo di chiodi è utilizzato nel montaggio del battiscopa in legno o dei coprifili delle porte e delle finestre, quando questi ultimi devono essere fissati sulla muratura.
Restando nel campo dell’acciaio temprato, esistono anche gli spilli (detti anche “punte”) che sono sottilissimi, inferiori al millimetro, molto appuntiti e completamente senza testa per nascondersi meglio quando sono affondati nel legno.
Questi spilli sono utilizzati generalmente per il fissaggio di particolari molto piccoli, soprattutto listelli sottili; a questo proposito bisogna ricordare che esiste un rapporto empirico tra il diametro del chiodo e la larghezza del listello in cui lo si vuole piantare senza che quest’ultimo crepi.
Questo rapporto è generalmente 1:10 e questo vuol dire che se dobbiamo fissare un righetto di 15 millimetri di larghezza, dobbiamo usare dei chiodi di diametro inferiore ad 1,5 millimetri per evitare che si fessuri.
Questa regola è ottima con i legni teneri o di media durezza; per i legni duri e compatti bisogna diminuire il diametro del chiodo, oppure fare un preforo (inferiore al diametro del chiodo) per essere sicuri di non fare danni. Questo è uno di quei casi in cui i chiodi di acciaio potrebbero essere utili. 




Inoltre i chiodi si dividono in altre due categorie: quelli con la testa e quelli senza testa; i primi vengono usati generalmente in carpenteria o comunque in tutte quelle occasioni in cui non ci sono problemi di estetica, poiché la testa del chiodo rimane in vista ed è piuttosto visibile. 

 
CHIODO CON TESTA



I chiodi chiamati “senza testa” (o gruppini) non sono proprio senza testa come gli spilli, ma hanno una testa molto ridotta, che può affondare completamente nel legno per essere poco visibile.
In casi particolari questi chiodi possono essere ulteriormente conficcati nel legno per alcuni millimetri, usando uno strumento che si chiama tassachiodi e che ha la forma di un bulino ma con la punta pari e sottile; nel vuoto lasciato dopo l’affondamento della testa si può mettere dello stucco, colorato opportunamente per riprendere la tonalità del legno, in modo da nasconderli completamente. 

 
CHIODO SENZA TESTA



Gli stucchi più usati per questa operazione, sui pezzi verniciati, sono quelli cerosi in stick, che vengono applicati con la punta di un cacciavite a taglio o uno scalpello per premerlo dentro al foro; poi con uno straccio si passa più volte sul foro stuccato, asportando l’eventuale eccedenza di stucco e lucidando contemporaneamente la stuccatura, per renderla praticamente invisibile. (Fine prima parte)