Un altro elemento
fondamentale della ferramenta usata in falegnameria è il chiodo; ne esistono di
vari tipi, in funzione dell’uso che se ne deve fare. La suddivisione che si fa
inizialmente è tra chiodi di ferro e chiodi di acciaio; in effetti è una
suddivisione di comodo perchè sono in acciaio entrambi, anche se i primi
vengono chiamati così perché il contenuto di carbonio nella lega Ferro-Carbonio
che costituisce l’acciaio è bassissimo, quindi e quasi tutto ferro.
Quelli che vengono
definiti “di acciaio” sono in effetti di acciaio temprato e sono destinati ad
usi particolari; essendo trattati termicamente, diventano molto rigidi e si
possono piantare anche nel muro e non si piegano come quelli “di ferro”, ma se
si supera un certo limite si spezzano troncandosi di netto, mentre gli altri si
piegano.
Questo tipo di chiodi
è utilizzato nel montaggio del battiscopa in legno o dei coprifili delle porte
e delle finestre, quando questi ultimi devono essere fissati sulla muratura.
Restando nel campo
dell’acciaio temprato, esistono anche gli spilli (detti anche “punte”) che sono
sottilissimi, inferiori al millimetro, molto appuntiti e completamente senza
testa per nascondersi meglio quando sono affondati nel legno.
Questi spilli sono
utilizzati generalmente per il fissaggio di particolari molto piccoli,
soprattutto listelli sottili; a questo proposito bisogna ricordare che esiste
un rapporto empirico tra il diametro del chiodo e la larghezza del listello in
cui lo si vuole piantare senza che quest’ultimo crepi.
Questo rapporto è
generalmente 1:10 e questo vuol dire che se dobbiamo fissare un righetto di 15
millimetri di larghezza, dobbiamo usare dei chiodi di diametro inferiore ad 1,5
millimetri per evitare che si fessuri.
Questa regola è ottima
con i legni teneri o di media durezza; per i legni duri e compatti bisogna
diminuire il diametro del chiodo, oppure fare un preforo (inferiore al diametro
del chiodo) per essere sicuri di non fare danni. Questo è uno di quei casi in
cui i chiodi di acciaio potrebbero essere utili.
Inoltre i chiodi si
dividono in altre due categorie: quelli con la testa e quelli senza testa; i
primi vengono usati generalmente in carpenteria o comunque in tutte quelle
occasioni in cui non ci sono problemi di estetica, poiché la testa del chiodo
rimane in vista ed è piuttosto visibile.
I chiodi chiamati
“senza testa” (o gruppini) non sono proprio senza testa come gli spilli, ma
hanno una testa molto ridotta, che può affondare completamente nel legno per
essere poco visibile.
In casi particolari
questi chiodi possono essere ulteriormente conficcati nel legno per alcuni
millimetri, usando uno strumento che si chiama tassachiodi e che ha la forma di
un bulino ma con la punta pari e sottile; nel vuoto lasciato dopo
l’affondamento della testa si può mettere dello stucco, colorato opportunamente
per riprendere la tonalità del legno, in modo da nasconderli completamente.
Gli stucchi più usati
per questa operazione, sui pezzi verniciati, sono quelli cerosi in stick, che
vengono applicati con la punta di un cacciavite a taglio o uno scalpello per
premerlo dentro al foro; poi con uno straccio si passa più volte sul foro
stuccato, asportando l’eventuale eccedenza di stucco e lucidando
contemporaneamente la stuccatura, per renderla praticamente invisibile. (Fine prima
parte)