Una volta gli
accoppiamenti tra pannelli che dovevano essere incollati venivano effettuati
utilizzando un’anima, che era una sottile striscia generalmente di compensato,
che veniva inserita dentro a due scanalature di spessore uguale all’anima
opportunamente preparate sulle due parti da giuntare.
La funzione di questa
anima era (ed è ancora, visto che il sistema viene ancora usato) innanzitutto
di mantenere in posizione le due parti da incollare, mentre si stringevano i
morsetti; questo perché la colla agisce un po’ come un lubrificante ed i pezzi
che vengono stretti tendono a scivolare da tutte le parti, se non hanno
qualcosa che li vincoli nella loro posizione.
Inoltre l’anima,
adeguatamente spalmata di colla, aumentava notevolmente la superficie di
incollaggio garantendo una maggiore tenuta dell’accoppiamento.
Oggi, in molti casi,
si preferisce incollare i vari pannelli con altri sistemi, anche perché nel
frattempo sono nati dei prodotti che ci aiutano in questa operazione sia a livello
di elemento sostitutivo dell’anima, sia a livello di dime di foratura o
macchine ed elettroutensili per le lavorazioni.
Le prime cose che
hanno sostituito le anime sono state le spine (o cavicchi, o perni) di legno,
che sono dei cilindretti, generalmente di faggio, disponibili sul mercato in
diametri e lunghezze diversi in funzione dello spessore dei pannelli da
accoppiare.
Questi cilindretti
sono rigati nel senso della lunghezza per favorire la risalita della colla con
cui viene parzialmente riempito il foro in cui vanno inseriti; hanno inoltre le
estremità leggermente coniche per infilarli più agevolmente.
Per i casi speciali,
in cui le lunghezze standard delle spine non sono sufficienti, esistono sul
mercato delle aste, lunghe 80/100 cm., di vari diametri e con la stessa
rigatura longitudinale, da cui possono essere ottenute delle spine molto lunghe
e adeguate al lavoro che dobbiamo eseguire.
Fino ad ora abbiamo
parlato dei perni che ci garantiscono il perfetto accoppiamento delle parti da
incollare, ma per inserirli bisogna prima praticare i fori per il loro
alloggiamento. Nelle falegnamerie esistono macchine che si chiamano foratrici,
che sono nate appositamente per questo scopo; nelle aziende più attrezzate ci
sono i centri di lavoro computerizzati (i famosi CNC) che, tra le varie
operazioni che possono compiere, c’è anche quello della foratura.
Per chi invece non ha
la possibilità di utilizzare questi macchinari, esistono dei dispositivi creati
appositamente e che ci aiutano ad effettuare i fori (perpendicolari alla
superficie) nella giusta posizione e con l’adeguata precisione su entrambi i
pezzi da accoppiare con le spine.
Con una dima di questo
tipo si possono fare contemporaneamente i fori nei due pannelli da incollare a
90°; è chiaro che la foratura verrà effettuata in due o più punti, in funzione
della dimensione dei pezzi da assemblare e quindi la dima verrà spostata di
volta in volta nelle posizioni scelte, ma con la certezza di avere i fori
perfettamente accoppiati sia nel pannello forato in piano (quello sopra nella
foto), sia quello forato in testa.
Ed ecco il risultato
del nostro accoppiamento con le spine; una cosa importante: la profondità dei
fori è ovviamente diversa, perché nel pannello forato in piano abbiamo dei
limiti dovuti allo spessore del pannello stesso.
Se lo spessore è 18
mm. è meglio non forare oltre i 13/14 mm. di profondità; se stiamo usando delle
spine di 8 x 40 (che vuol dire: diametro 8 mm. e lunghezza 40 mm.), il foro
complementare da preparare nel pannello forato in testa sarà di 28/29 mm.,
perché conviene sempre mantenere un certo margine di tolleranza in profondità,
se non altro per un eventuale eccesso di colla nei fori.
Naturalmente non si
fanno solo accoppiamenti a 90° sulle estremità dei pannelli; a volte capita di
dover incollare un pannello perpendicolare ad un altro, ma in una zona interna.
In questo caso bisogna
procedere facendo solo i fori nel pannello di testa, poi si applica un righetto
di legno al pannello ancora da forare, usando due morsetti, e lo utilizzeremo
come spalla di appoggio, sistemandolo nella posizione in cui si dovrà mettere
il pannello a 90°.
Nei fori già praticati
si infilano i perni segnaforo, che hanno una puntina dalla parte esterna; a
questo punto si appoggia il pannello con i segnaforo contro il righetto che fa
da spalla e, assicurandoci che i pannelli siano a filo, si preme con forza
quello verticale per fare in modo che le puntine lascino la loro traccia.
Nella posizione in cui
troviamo l’impronta dei segnaforo si provvederà a forare con un trapano dotato
della punta opportuna per le spine previste e l’accoppiamento è fatto.