giovedì 14 maggio 2015

PROVIAMO AD IMPIALLACCIARE (Parte prima)




Da quando nel ‘700 si cominciarono ad usare i piallacci per rivestire dei legni economici per nobilitarli applicando dei legni pregiati, ottenendo un discreto abbassamento dei costi rispetto all’uso del legno massello, l’uso delle impiallacciature ha preso sempre più piede.
Il merito va anche all’invenzione della prima macchina per produrre le impiallacciature a livello industriale all’inizio dell’800, che ne ha velocizzato enormemente la preparazione, riducendo di conseguenza anche i costi del materiale realizzato.
Oggi i fogli di impiallacciatura vengono usati per rivestire non tanto dei legni poveri, ma soprattutto i vari pannelli che il mercato ci offre: dal truciolare, al multistrati, al Medium Density, al listellare.
Nei laboratori di falegnameria il placcaggio (cioè l’operazione di incollaggio di fogli di impiallacciatura su un pannello) avviene utilizzando una pressa a caldo in cui si usa la colla ureica che, essendo termoindurente, reagisce velocemente al calore trasmesso dai piani della pressa, rendendo rapidissimo l’indurimento della colla e quindi l’incollaggio completo.
Per chi vuole ottenere lo stesso risultato e non dispone di una pressa, può operare ugualmente con mezzi meno sofisticati, ammesso che ci accontentiamo di lavorare con dimensioni più contenute.
Per prepararci a questa operazione bisogna innanzitutto procurarci il materiale che sostituirà la pressa in uso nelle falegnamerie: nel nostro caso dovremo costruirci due pannelli rivestiti di laminato (possibilmente lucido per contrastare l’adesione della colla che può trasudare dall’impiallacciatura).
Lo spessore di questi pannelli varia in funzione della dimensione di quello che vogliamo placcare: se è piccolo bastano due pannelli di 18 mm. di spessore, se sono di media dimensione si passa allo spessore di 25 mm. e, crescendo ancora, è consigliabile l’utilizzo di spessori di 30 mm. ed oltre, coadiuvati da rigoni trasversali per distribuire la pressione dei morsetti anche nella zona centrale.
Adesso ci dobbiamo preoccupare della preparazione del telo di impiallacciatura (o tranciato); se dobbiamo rivestire un pannello troppo largo per i fogli di impiallacciatura che abbiamo, dovremo affrontare un placcaggio che comporti l’uso di due o più fogli affiancati (e fissati assieme) per ogni facciata. Supponiamo che ce ne bastino due per lato.



Poiché nella maggioranza dei casi si sceglie di ottenere un aspetto simmetrico del disegno della venatura del tranciato, dovremo considerare di giuntarli con il sistema detto “a libro”, che prevede che si prendano due fogli conseguenti nel pacco da cui li estraiamo e li accostiamo in maniera simmetrica, rovesciandone uno dei due.
Il disegno che si ottiene sarà un’immagine unica, con le venature perfettamente speculari, visto che la differenza tra un foglio di tranciato e quello successivo è praticamente inesistente.
Prima di fissare i due fogli insieme bisogna però rifilarli accuratamente; nelle falegnamerie si usa la taglierina che ha una lama che rifila alla perfezione il tranciato. Noi possiamo usare un sistema più “casalingo”, che richiede però l’uso di una sega circolare; innanzitutto dobbiamo considerare che l’oggetto che vogliamo realizzare ha una dimensione ben precisa e per ottenerla dobbiamo partire da un pannello (di truciolare, MDF, multistrati o listellare) che sia almeno un centimetro più abbondante per ogni lato.
Se il nostro obiettivo dovrà essere di 40 x 30 cm., noi prepareremo il grezzo con le dimensioni di 41 x 31 cm.; questo ci garantirà mezzo centimetro tutto attorno per la successiva squadratura (per pannelli di dimensioni più grandi, è meglio aumentare il margine di lavoro) a placcaggio ultimato.
Adesso possiamo passare alla preparazione dell’impiallacciatura: si prendono i 4 fogli del legno che abbiamo scelto per rivestire il pannello grezzo (due sopra e due sotto) e si lasciano nello stesso ordine in cui li abbiamo presi dal pacco.
Per rivestire un pannello di 41 x 31 cm. senza rischiare che l’impiallacciatura scivoli durante la fase di pressatura, lasciando scoperta una parte del pannello, dobbiamo preoccuparci anche in questo caso di tenere un certo margine tutto attorno al pannello.
Questa volta però il margine sarà di un centimetro su tutto il perimetro, per cui i teli formati dalle due coppie di fogli affiancati dovranno essere complessivamente di 43 x 33 cm.; questo vuol dire che ogni foglio dovrà essere di 43 x 16,5 cm..
Per ottenere queste dimensioni dobbiamo impacchettare i nostri fogli (tutti insieme così come li abbiamo trovati nel pacco) tra due pannelli di MDF che abbiano uno spessore almeno di 10 mm. e dimensioni più abbondanti dei fogli; in questo modo evitiamo di provocare delle sbrecciature nel tranciato perché la lama della sega circolare trova un supporto rigido, che viene tagliato assieme all’impiallacciatura. 



Si comincia rifilando un bordo lungo utilizzando il carro della sega circolare per avere un bordo rettilineo di partenza poi, sempre mantenendo compatto il nostro sandwich, tagliamo il tutto a 16,5 cm. di larghezza, utilizzando l’appoggio della parallela che abbiamo provveduto a sistemare a quella distanza.