domenica 21 febbraio 2016

LA COSTRUZIONE DEL MOBILE 11




Proseguendo nella descrizione del mobile cilindrico, possiamo dire che per il collegamento elettrico dei faretti i fili escono dal modulo passando nell’intercapedine sopra la nicchia, dove non c’è la fodera e saranno successivamente collegati ai relativi alimentatori che, a loro volta, prenderanno corrente da una presa comandata che dovrà essere predisposta nel controsoffitto prima del montaggio del mobile.
Una particolarità di questo mobile è che, salendo dal pavimento fino al soffitto, bisogna modificare leggermente i moduli che appoggiano sul pavimento e quelli vicini al soffitto. 



Questo elemento a pavimento è dotato di uno zoccolo costituito da un elemento anteriore curvo in MDF, che sarà laccato esternamente, ed uno rettilineo posteriore grezzo (tanto non si vede). Per poter effettuare un montaggio corretto tutti gli elementi a contatto con il pavimento dovranno essere sistemati perfettamente livellati in modo che, una volta assemblati tra di loro, costituiscano una base circolare su cui i moduli successivi potranno essere fissati con la certezza che il mobile salga in posizione perfettamente verticale.
Poiché sappiamo che i pavimenti non sono mai a livello, gli operai che dovranno effettuare il montaggio dovranno occuparsi con molta attenzione di questo primo cerchio di elementi, soprattutto piallando gli zoccoli nelle zone che lo richiederanno per poter partire con una base perfettamente livellata.

L’altro elemento modificato è quello che viene montato vicino al soffitto: 



Per poter arrivare esattamente a contatto con il soffitto (o controsoffitto) senza lasciare delle antiestetiche fessure e mantenendo il necessario spazio per il montaggio, bisogna adottare un sistema che prevede una “fuga” che, in questo caso particolare, è costituito da un anello circolare in MDF da 40 mm., costruito in vari settori laccati esternamente che vengono fissati a soffitto prima di completare il montaggio dell’ultimo anello di moduli.
Come si nota dalla sezione verticale, deve rimanere un certo spazio tra la fuga e la carcassa dell’ultimo modulo; questo si rende necessario perché quando dall’esterno del mobile si inseriscono gli elementi dell’ultimo anello, le spine di riferimento saranno già state incollate in quelli dell’anello sottostante e sporgeranno per 12 mm. circa.
Quindi quando si iniziano a sistemare i moduli vicino al soffitto bisogna tenere sollevati i vari elementi, facendoli strisciare sulle spine, finchè non arrivano ai fori di accoppiamento e i 15 mm. di margine che si vedono servono proprio a permettere questo inserimento.
C’è un particolare relativo al montaggio che credo debba essere sottolineato: questo mobile va montato da almeno tre persone, di cui una necessariamente al centro del mobile per poter inserire tutte le viti di fissaggio; quando si arriva all’ultimo anello, il montatore all’interno fisserà tutti i moduli tranne l’ultimo e da quel vano che rimane aperto lui dovrà uscire, aiutato dai suoi colleghi che stanno all’esterno.
Ovviamente la sua corporatura  dovrà essere adeguata allo spazio che rimane a disposizione per l’uscita e chi progetta dovrà tenere conto di questa esigenza.
Naturalmente l’ultimo modulo verrà spinto al suo posto dall’esterno finchè non cadrà nella sua posizione definitiva, centrando le spine, e non sarà possibile avvitarlo agli altri, visto che all’interno non c’è più nessuno che possa provvedere.

E’ chiaro che nella realizzazione dei moduli dell’ultimo anello, come si vede dal disegno, il guscio curvo verrà pareggiato per portarlo a filo con la carcassa soltanto nella parte inferiore, mentre dal lato rivolto verso il soffitto dovrà sporgere per poter coprire la fuga, rimanendo distante dal soffitto di quanto richiesto.

mercoledì 10 febbraio 2016

LA COSTRUZIONE DEL MOBILE 10



Proseguendo nella descrizione del mobile cilindrico, ho pensato di ingrandire alcune sezioni per permettere una buona visione anche a chi non possiede Autocad e non può accedere a Dropbox. 



In questa foto si vede meglio la disposizione degli elementi che compongono il modulo standard (rispetto alle foto dell’articolo precedente si nota che qui manca un pannellino frontale per parte).
Si vedono comunque le aperture posteriori, che non sono create per alleggerire l’elemento che comunque è abbastanza pesante perché è alto 500 mm. e la larghezza frontale del guscio curvo è di 765 mm., misurata lungo la corda.
La presenza di queste aperture è dovuta alla necessità di poter collegare gli elementi tra loro; i collegamenti fra un modulo e quello superiore sono effettuati con viti che possono essere inserite proprio perché, avendo praticato delle  aperture posteriormente, si può inserire un avvitatore all’interno della carcassa per procedere al fissaggio.
Una cosa fondamentale è la presenza delle spine di collegamento, che vengono inserite durante la messa in prova del mobile in azienda; quando tutti gli elementi hanno raggiunto la giusta posizione, si effettuano i fori passanti tre a moduli, subito riempiti con le spine per bloccarli.
Questa operazione permetterà di trovare velocemente la corretta posizione di ciascun modulo in fase di montaggio nel luogo di destinazione, dopo che i vari elementi sono stati laccati (non ci si può fidare dei fori lasciati dalle viti usate per metterlo in prova); naturalmente tutti i vari moduli devono essere assolutamente numerati.
Il fissaggio laterale, cioè quello fra un elemento ed uno adiacente, va effettuato solo con le viti perché non è possibile utilizzare le spine, visto che l’accoppiamento con spine si può fare soltanto quando gli assi delle spine stesse sono paralleli; questo significa che va bene per collegare un modulo sopra l’altro, ma non si può utilizzare sui fianchi perché non vi si riescono ad infilare spine con assi paralleli.
Nel primo disegno dell’articolo precedente, in pianta, si notano dei puntini disposti nella medesima posizione per ciascun elemento: sono le immagini di 4 viti e di due spine per ciascuno. 



In questo disegno si vede l’ingrandimento di un modulo standard sezionato verticalmente (sezione C – C); si notano le viti di fissaggio e le spine di collegamento di cui ho parlato precedentemente. Posteriormente si vede l’altezza dell’apertura da prevedere per avere il massimo della comodità per fissarlo.
Adesso analizziamo il modulo con la nicchia: 



Come si vede la nicchia ha le fiancate in direzione radiale, quindi convergenti verso il centro del mobile e ovviamente la schiena è senza apertura perché deve chiudere una struttura interna che deve ospitare oggetti in esposizione.
Questa nicchia, che verrà laccata a parte, verrà inserita da dietro in un modulo che avrà un guscio curvo anteriore in cui sarà stata praticata un’apertura che coinciderà con la bocca anteriore della nicchia che verrà incollata al guscio dall’interno col le linguette.
Essendo molto difficoltoso operare con i morsetti per stringere i due pezzi insieme, si prevedono due righetti che vengono fissati all’esterno della nicchia, poi si avviterà il tutto al guscio esterno fissando i righetti con un avvitatore che dovrà infilarsi nel poco spazio che rimane tra l’esterno della nicchia e l’interno del modulo.
I due cerchietti tratteggiati danno la posizione dei fori da praticare nel cielino della nicchia per ospitare i faretti che illumineranno l’interno.


Nella sezione verticale si nota che la nicchia è sostenuta da due righetti (quelli con la croce) che la mantengono al giusto livello, appoggiandosi alla base del modulo; nel cielino si nota la presenza di uno dei due fori per i faretti.
Vista la scarsa accessibilità per il fissaggio, le viti inferiori vengono inserite passando attraverso i fori dei faretti del modulo sottostante, mentre il collegamento con il modulo standard superiore si fa senza difficoltà passando dalle aperture retrostanti, come per gli altri casi.


                                                                                                                                     (continua)