Proseguendo nella
descrizione del mobile cilindrico, ho pensato di ingrandire alcune sezioni per
permettere una buona visione anche a chi non possiede Autocad e non può
accedere a Dropbox.
In questa foto si vede
meglio la disposizione degli elementi che compongono il modulo standard
(rispetto alle foto dell’articolo precedente si nota che qui manca un
pannellino frontale per parte).
Si vedono comunque le
aperture posteriori, che non sono create per alleggerire l’elemento che
comunque è abbastanza pesante perché è alto 500 mm. e la larghezza frontale del
guscio curvo è di 765 mm., misurata lungo la corda.
La presenza di queste
aperture è dovuta alla necessità di poter collegare gli elementi tra loro; i
collegamenti fra un modulo e quello superiore sono effettuati con viti che
possono essere inserite proprio perché, avendo praticato delle aperture posteriormente, si può inserire un
avvitatore all’interno della carcassa per procedere al fissaggio.
Una cosa fondamentale
è la presenza delle spine di collegamento, che vengono inserite durante la
messa in prova del mobile in azienda; quando tutti gli elementi hanno raggiunto
la giusta posizione, si effettuano i fori passanti tre a moduli, subito
riempiti con le spine per bloccarli.
Questa operazione
permetterà di trovare velocemente la corretta posizione di ciascun modulo in
fase di montaggio nel luogo di destinazione, dopo che i vari elementi sono
stati laccati (non ci si può fidare dei fori lasciati dalle viti usate per
metterlo in prova); naturalmente tutti i vari moduli devono essere
assolutamente numerati.
Il fissaggio laterale,
cioè quello fra un elemento ed uno adiacente, va effettuato solo con le viti
perché non è possibile utilizzare le spine, visto che l’accoppiamento con spine
si può fare soltanto quando gli assi delle spine stesse sono paralleli; questo
significa che va bene per collegare un modulo sopra l’altro, ma non si può
utilizzare sui fianchi perché non vi si riescono ad infilare spine con assi
paralleli.
Nel primo disegno
dell’articolo precedente, in pianta, si notano dei puntini disposti nella
medesima posizione per ciascun elemento: sono le immagini di 4 viti e di due
spine per ciascuno.
In questo disegno si
vede l’ingrandimento di un modulo standard sezionato verticalmente (sezione C –
C); si notano le viti di fissaggio e le spine di collegamento di cui ho parlato
precedentemente. Posteriormente si vede l’altezza dell’apertura da prevedere
per avere il massimo della comodità per fissarlo.
Come si vede la
nicchia ha le fiancate in direzione radiale, quindi convergenti verso il centro
del mobile e ovviamente la schiena è senza apertura perché deve chiudere una
struttura interna che deve ospitare oggetti in esposizione.
Questa nicchia, che
verrà laccata a parte, verrà inserita da dietro in un modulo che avrà un guscio
curvo anteriore in cui sarà stata praticata un’apertura che coinciderà con la
bocca anteriore della nicchia che verrà incollata al guscio dall’interno col le
linguette.
Essendo molto
difficoltoso operare con i morsetti per stringere i due pezzi insieme, si
prevedono due righetti che vengono fissati all’esterno della nicchia, poi si
avviterà il tutto al guscio esterno fissando i righetti con un avvitatore che
dovrà infilarsi nel poco spazio che rimane tra l’esterno della nicchia e
l’interno del modulo.
I due cerchietti
tratteggiati danno la posizione dei fori da praticare nel cielino della nicchia
per ospitare i faretti che illumineranno l’interno.
Nella sezione
verticale si nota che la nicchia è sostenuta da due righetti (quelli con la
croce) che la mantengono al giusto livello, appoggiandosi alla base del modulo;
nel cielino si nota la presenza di uno dei due fori per i faretti.
Vista la scarsa
accessibilità per il fissaggio, le viti inferiori vengono inserite passando
attraverso i fori dei faretti del modulo sottostante, mentre il collegamento
con il modulo standard superiore si fa senza difficoltà passando dalle aperture
retrostanti, come per gli altri casi.
(continua)