Con questo articolo
concludo la trattazione delle lame per seghe circolari. Una lama un po’
particolare è quella che si usa nelle multilame, che sono quelle macchine che
trasformano una tavola di legno in tanti listelli con una sola passata;
naturalmente l’operazione viene effettuata da una serie di lame affiancate e
tenute in posizione da una serie di distanziatori e bloccate da un dado in
testa all’albero a sbalzo, oppure con altri sistemi a braccio mobile (Vedere
articolo del 15/03/2014).
Le lame usare in
queste macchine hanno un foro centrale più grande del solito ed anche due tacche
di fianco al foro che servono per il trascinamento; infatti sull’albero della
macchina sono fissate due “chiavette” lunghe come l’albero su cui vanno
innestate le lame per garantire che tutte le lame ruotino simultaneamente.
Nel corpo lama si
notano delle aperture che non hanno niente in comune con le asole di
dilatazione; in queste posizioni infatti vengono saldate delle placchette di
Widia con la funzione di “rasanti”. Questi sono allineati ai denti ed hanno una
duplice funzione: la prima è quella di far uscire dalla macchina dei listelli
con una finitura laterale simile ad una piallatura; l’altra funzione è quella
di tenere il legno lontano dalle lame durante la lavorazione, evitando
l’attrito che provocherebbe il riscaldamento delle lame ed il conseguente
peggioramento del taglio.
Un’altra categoria di
lame in uso nella falegnameria, soprattutto in fase di montaggio nei luoghi di
installazione, è quella utilizzata nelle seghe circolari portatili; tanto per
intenderci quelle che vengono usate facendole scorrere su un binario piatto in
alluminio che serve da guida per ottenere dei tagli rettilinei.
In questi
elettroutensili le lame hanno generalmente diametri ridotti che oscillano fra i
150 mm. ed i 200 mm., salvo casi particolari; poiché si lavora con la stessa
lama sia per il taglio lungo vena che quello in senso trasversale, per i denti
si usa un passo di tipo universale che si può adattare ad entrambe le
lavorazioni ed il numero dei denti varia da 24 a 36.
Queste lame lavorano
in posizione contraria a quelle montate sulle macchine fisse e quindi tagliano
il materiale partendo dal lato inferiore; questo significa che il lato “bello”
è quello sotto, mentre quello sbrecciato sarà quello a contatto con l’elettroutensile.
Una lama un po’
insolita, che comunque è fondamentale in falegnameria, è l’incisore che è
quella piccola lama che lavora accoppiata ad una lama normale nelle
sezionatrici e nelle seghe circolari fisse professionali. Il suo dente viene
definito “conico” anche se ha una forma trapezoidale e la funzione di questo
utensile è quella di aprire un piccolo solco nella faccia inferiore del
pannello prima del passaggio della lama principale.
Il motivo per cui si
usa questa piccola lama (che ruota in senso contrario a quella tradizionale) è
che, nel taglio di materiali come i nobilitati o i pannelli impiallacciati
quando vengono tagliati in senso trasversale alla vena, la lama principale
tende a produrre delle sbrecciature nella faccia inferiore del pannello perché
strappa il materiale superficiale di rivestimento quando esce dal pannello.
L’incisore, avendo i
denti con questa forma particolare, viene allineato con la lama principale e
regolato in altezza fino a creare un solco che risulti leggermente più ampio di
quello prodotto dalla lama, evitando quindi il contatto dei denti di
quest’ultima con la finitura superficiale della faccia inferiore del pannello
che viene tagliato.
Con questo sistema il
pezzo avrà una finitura ottima sia sulla faccia superiore che su quella
inferiore. Attenzione però a non esagerare nel sollevare l’incisore, altrimenti
il suo passaggio si noterà sicuramente nel bordo del pannello e, se questo deve
essere bordato, rimarrà una piccola ma antiestetica fessura tra la faccia del
pannello e il bordo, evidente soprattutto nei materiali chiari.
Esistono anche lame
speciali che hanno i denti con una conformazione un po’ diversa dal solito e
sono quelle con i denti concavi in pianta.
Questa forma concava,
che fa quindi lavorare per prime le creste esterne del dente, è stata studiata
per riuscire ad avere buoni risultati nel taglio dei pannelli nobilitati anche
in assenza di un incisore. Io non ho mai avuto occasione di provarla, quindi
non sono in grado di dare un giudizio sull’effettivo risultato di taglio con
questo tipo di lama.
Un’ultima annotazione
sulle lame: come si vede dal filmato inserito nell’articolo del 2 luglio
scorso, non si taglia solo il legno ed i suoi derivati con le lame al Widia, ma
anche i metalli. Oltre al tipo diverso di composizione del Widia però cambia
anche l’angolo di attacco del dente: nel legno si lavora con un angolo che può
andare da 12° a 15°; per le leghe leggere, con cui si usano le placchette
piano-trapezoidali, l’angolo scende molto ed in certi casi diventa addirittura
negativo, mentre per le leghe ferrose si attesta attorno a 0°.
(fine)