Proseguendo nella
spiegazione della forma delle placchette al Widia che costituiscono i denti
delle lame per le seghe circolari attuali, notiamo che nella prima riga in alto
dello schema mostrato nell’articolo precedente i due denti al centro hanno la
stessa forma, ma simmetrica; la loro funzione è quella di tagliare il pannello
rifinendolo solo da un lato, che è sempre quella dove la placchetta ha l’angolo
acuto in alto.
Questo tipo di lama si
usa soprattutto nelle macchine che squadrano i pannelli di truciolare o Medium
Density usciti dalle presse (ovviamente una a destra ed una a sinistra del
pannello); queste lame sono generalmente dotate di truciolatori esterni, che
sono dei settori dentati applicati alle lame per polverizzare il residuo della
rifilatura dei pannelli ed agevolarne l’asportazione mediante il sistema di
aspirazione.
Esistono anche degli
incisori con lo stesso tipo di dente, che vengono utilizzati quando il taglio
perfetto deve essere eseguito solo da un lato e vengono tarati come un incisore
con dente conico, spostandoli lateralmente fino alla posizione opportuna e
facendo lavorare solo il lato più alto della placchetta dove c’è l’angolo
acuto.
Un altro dente
sagomato in maniera particolare ed è do uso generale è l’ultimo in basso nello
schema, quello che viene definito “sbozzatore”; le lame con questo tipo di
dente sono generalmente utilizzate per il taglio delle materie plastiche.
I denti con la forma a
cuspide o solo trapezoidali hanno un uso limitato e destinato a lavorazioni
specifiche su richiesta del cliente.
Per concludere il
discorso su queste placchette, vorrei ricordare che il Widia non è un materiale
che ha sempre le stesse caratteristiche costruttive; gli utensili che vengono
prodotti utilizzando questo materiale possono avere funzioni diverse e lavorare
materiali diverse, infatti con le lame al Widia si possono tagliare anche i
metalli: dalle leghe di alluminio (che è quello che si taglia più facilmente,
anche con le lame per il legno) fino alle leghe di acciaio, oppure materiali
per l’edilizia.
Naturalmente per
questi casi cambia la composizione dei materiali e la granulometria del carburo
di tungsteno, oltre ai leganti per la sinterizzazione del materiale; inoltre i
denti che supportano le placchette vengono costruiti più robusti perché lo
sforzo di taglio aumenta.
Restando comunque nel
campo delle seghe circolari in generale, per dare rigidità alle lame ed evitare
che oscillino durante la rotazione, viene eseguita un’operazione che si chiama
“tensionatura” e viene effettuata da una macchina che preme una rotellina sul
corpo lama, producendo un leggero solco circolare subito all’interno della
dentatura.
Questo solco è
sufficiente ad irrigidire la lama, creando una specie di “nervatura” che
permette di effettuare tagli perfettamente lineari e senza vibrazioni laterali.
Un altro fattore
importante è lo spessore della lama, e con questo si intende lo spessore in
corrispondenza dei denti; le lame non hanno tutte lo stesso spessore (che varia
da 2 mm. circa a 5 mm. circa) e di solito questo aumenta con l’aumento del
diametro, che a sue volta è legato al tipo di macchina.
Ci sono però dei casi
in cui conviene utilizzare gli spessori sottili e questo capita quando si
lavora del legno molto pregiato, in cui si cerca di limitare al minimo lo
scarto, quindi anche quello dei tagli longitudinali e trasversali.