Riprendendo il
discorso della guida di affilatura, adesso possiamo cominciare a fare un primo
assemblaggio.
Non c’è male, i fori
del piatto inferiore combinano con quelli filettati dei supporti del rullino e
le viti svasate M5 x 20 si inseriscono alla perfezione. Vediamo come si
presenta da sotto:
Dimenticavo di
sottolineare che, per poterla inclinare fino a 35°, ho effettuato un taglio a
45° dello spigolo inferiore del piatto, che ho effettuato con la solita
troncatrice.
Adesso bisogna
lavorare il piatto superiore a cui bisogna fare due fori da 6 mm. per fare
passare le barre filettate che stringeranno gli scalpelli tra i due piatti per
poterli bloccare saldamente durante la fase di affilatura. Provvedo quindi a
macchiare la zona con il pennarello, a tracciare il centro del foro ed a
bulinarlo.
Naturalmente utilizzo
la solita tavoletta con gli appoggi in modo da poter ribaltare il piatto per
eseguire il foro sull’altro lato in posizione simmetrica. Visto che ho la
posizione corretta, foro nella medesima posizione anche il piatto inferiore,
con l’accortezza di utilizzare una punta da 5 mm., visto che dovrò filettare
con un maschio M6. Alla fine delle filettature ecco una vista d’insieme delle
parti di alluminio:
Inoltre ho cercato di
trovare un sistema per tenere gli scalpelli in squadro con la guida e mi è
sembrato utile effettuare nel piatto inferiore una fresatura centrale profonda
3 mm. e larga 22 mm., che fornirà una sponda in squadro agli scalpelli più
stretti e una centratura per i bordi inclinati di quelli più grandi.
Per ottenere lo scasso
desiderato ho usato la toupie su cui ho montato una fresa al Widia a 6
taglienti alta 10 mm. ed ovviamente ho dovuto fare diverse passate, sia in
altezza che in profondità, per ottenere il risultato previsto; per muovere il
piatto inferiore senza rischiare di farmi del male, ho costruito una dima per
fare avanzare manualmente il pezzo di alluminio.
Come si vede è un
oggetto molto semplice, costituito da una tavoletta di abete su cui ho fissato
due pezzi di MDF da 10 mm. di spessore, a distanza tale da impedire al piatto
di spostarsi in orizzontale; inoltre ho fissato con una vite il pezzo di
alluminio sfruttando uno dei fori svasati praticati precedentemente per
bloccarlo anche in verticale. In questo modo mi sono assicurato un fissaggio
che mi garantiva una serie di passate senza rischiare spostamenti del pezzo.
Adesso devo preparare
i nottolini zigrinati in cui inserirò le barrette filettate M6 che utilizzerò
per stringere tra di loro i due piatti di alluminio; questa operazione richiede
l’uso di un tornio parallelo, tanto per intenderci quello in uso nelle officine
meccaniche.
Qui si vede
l’operazione quasi terminata: ho inserito nel mandrino un tondino da 18 mm. di
diametro e, dopo averlo ripulito, ho accennato la troncatura posteriore ed ho usato il
godrone (che si nota in primo piano) per effettuare la zigrinatura (o
godronatura); sto inserendo una punta da 5 mm. per fare un foro che
successivamente provvederò a filettare M6.
Ed ecco il risultato:
Naturalmente ne
servono due e, dopo aver preparato due barrette filettate M6 abbastanza lunghe
da sporgere sotto il piatto inferiore, le inserisco bloccandole con del
collante cianoacrilico.
Naturalmente
l’estetica vuole la sua parte per cui finisco i nottolini verniciandoli di
rosso.
Poiché gli scalpelli sono generalmente a forma di cuneo e i piatti non saranno mai paralleli quando vengono stretti, mi sono procurato due cilindretti forati in gomma che provvederanno a stringere i piatti deformandosi in maniera da adattarsi alla posizione dei piatti, che non saranno paralleli.
Poiché gli scalpelli sono generalmente a forma di cuneo e i piatti non saranno mai paralleli quando vengono stretti, mi sono procurato due cilindretti forati in gomma che provvederanno a stringere i piatti deformandosi in maniera da adattarsi alla posizione dei piatti, che non saranno paralleli.
(fine terza
parte)