domenica 22 luglio 2018

UN MIGLIORAMENTO FACILE


L’altro giorno mi è capitato di andare a pranzo con un mio ex compagno di scuola che si occupa di informatica e, parlando del più e del meno, ci siamo trovati a discutere del calore generato dai computer portatili e che viene espulso da una griglia laterale.
In effetti anche il mio, dopo un po’ che funziona, emette un getto d’aria piuttosto calda ed il mio amico mi ha invitato a migliorare la circolazione dell’aria di raffreddamento sollevando l’apparecchio di alcuni millimetri dal piano di appoggio; questo permette al computer di “respirare meglio” visto che le griglie di aspirazione sono molto vicine al piano sottostante.
Il giorno dopo sono andato in laboratorio ed ho preso due righetti di faggio che ho piallato fino a farli diventare 370 x 28 x 18 mm. 


Poi ho montato una fresa ad altezza registrabile nell’albero della toupie per effettuare una fresata centrale, asportando il legno per 22 x 1,5 mm., creando per ogni righetto due spondine per trattenere all’interno i piedini originali del PC.


Ed ecco il risultato dell’operazione: 


Successivamente li ho messi sulla tavola del trapano a colonna ed ho praticato due fori da 5 mm. ciascuno a distanza di 70 mm. dalle estremità, usando uno scarto di lavorazione come supporto per non fare sbrecciare i fori all’uscita. 


Per rifinirli adeguatamente ho effettuato una leggera svasatura in tutti i fori. 


Ai due righetti ho dato una mano di fondo trasparente ad acqua, carteggiata successivamente con carta vetrata da 240 grit e poi una mano di finitura trasparente opaca, sempre all’acqua.
Mentre la vernice si asciugava sono andato in ferramenta per comprare una barra filettata M4 da un metro, da cui ho tagliato due spezzoni lunghi 270 mm., otto dadi ed altrettante rondelle.
Poi ho infilato le barre filettate ottenute nei fori che avevo preparato precedentemente nei listelli, regolandone la posizione con i dadi. 


Nella foto si vedono i righetti sollevati dal piano della scrivania perché, per evitare slittamenti, ho provveduto ad applicare nella faccia inferiore dei paracolpi in silicone trasparente piuttosto grandi che mi permettono di tenere fermo il computer. 


Una volta appoggiato il portatile sui righetti, l’effetto è questo:


Sotto il profilo estetico devo ammettere che nel righetto anteriore stanno meglio due dadi ciechi, che provvederò ad applicare in un prossimo futuro; una controindicazione che ho notato subito è che l’innalzamento della tastiera comporta un po’ di disagio quando si deve scrivere molto, è probabile che rifaccia i righetti un po’ più bassi.
Comunque adesso il getto di aria calda ha una temperatura inferiore; forse quel mio amico aveva ragione?






giovedì 12 luglio 2018

COME FAR RISALIRE UN'AMMACCATURA





Qualche giorno fa stavo preparando un lavoretto utilizzando del lamellare di abete; ad un certo punto ho messo a posto un utensile sulla mensola che c’è sopra il banco in cui c’erano i pezzi in lavorazione e disgraziatamente mi è sfuggito di mano provocando un’ammaccatura su una tavoletta già finita e pronta per la verniciatura. 


Tanto per intenderci, ingrandendo la foto e con la luce radente, il danno era questo: 


Dopo la fisiologica sequenza di parolacce e maledizioni rivolte contro me stesso per la mia sbadataggine, ho dovuto affrontare il problema della risistemazione del pezzo danneggiato.
Quando capitano incidenti di questo tipo il sistema da usare è uno solo: acqua e calore; in altre parole bisogna bagnare l’ammaccatura. 


Poi la si ricopre con uno straccino bagnato o un pezzetto di spugna come ho fatto io. 


Nel frattempo ho recuperato un vecchio ferro da stiro (preso a mia madre quando si convertì ai ferri da stiro a vapore) e l’ho acceso; quando è arrivato ad una temperatura abbastanza alta ho tolto la spugna ed ho notato che già il contatto con l’acqua l’aveva fatto rigonfiare nella zona dove il legno era stato schiacciato, ma non abbastanza. 


A questo punto ho appoggiato il ferro da stiro sul legno bagnato, soffermandomi per pochissimi secondi, ma per certo numero di volte. Dopo diverse applicazioni il legno si era rigonfiato a sufficienza per poter essere carteggiato per pareggiare la superficie, ed ecco il risultato: 


Mettendo la tavoletta in posizione quasi verticale perché ricevesse la luce radente, che evidenzia gli avvallamenti, si nota che il legno è tornato esattamente come prima. 


A questo punto è doveroso fare alcune considerazioni:

1)     Io sono stato fortunato perché l’ammaccatura è avvenuta su un legno leggero come l’abete, che quindi reagisce velocemente gonfiandosi al contatto con l’acqua.
2)   Se l’incidente fosse avvenuto con un legno duro, sicuramente l’ammaccatura sarebbe stata di dimensioni inferiori; in compenso il legno avrebbe assorbito l’acqua più lentamente.
3)     Il principio fondamentale che genera questo “miracolo” si basa sulla spinta provocata dal vapore che si genera all’interno delle fibre del legno bagnato al contatto col ferro da stiro caldo, rigonfiando le fibre schiacciate e riportandole allo stato originale.
4)     L’operazione è stata condotta su un pezzo di legno grezzo; se l’incidente capita su un legno verniciato ci sono delle condizioni diverse create dalla presenza della vernice che mal sopporterebbe l’effetto del ferro da stiro. Si può bagnare la parte ammaccata (Attenzione: stiamo parlando sempre di legno massello, quindi non facciamo esperimenti sul truciolare impiallacciato che rappresenta il 90% dell’arredamento in “legno”) nella speranza che l’acqua sollevi la superficie da sola; nella migliore delle ipotesi rimarrà comunque la traccia dell’ammaccatura nella vernice che resterà irrimediabilmente spaccata. E non vale neanche la pena di ricarteggiare il pezzo, anche se l’ammaccatura fosse risalita, per poi riverniciarlo in quanto si asporterebbe uno strato di legno che ha subito l’effetto dei raggi ultravioletti che ha colpito anche le parti attorno a quella danneggiata; il risultato sarebbe un pezzo di colore diverso.

Questo è stato un esempio semplice; mi sono capitate occasioni in cui il legno era ammaccato in maniera peggiore e quindi non è stato possibile risolvere il problema nel giro di mezz’ora come è capitato questa volta; può succedere che le fasi di bagnatura e successivo riscaldamento siano da ripetere più volte ed a distanza di tempo.
Purtroppo non esistono tempi e numero di bagnature che possono essere prese ad esempio per creare delle tabelle che possano stabilire tempi e metodi d’intervento standardizzati; una stessa tavola può reagire in maniera diversa in zone diverse, quindi bisogna provare ed ogni volta è un’esperienza diversa.






lunedì 2 luglio 2018

LA PIROGRAFIA (seconda parte)





Proseguendo nella trattazione della pirografia, ho chiesto a Maurizio di mostrarmi quali sono le principali punte che usa e quale effetto hanno sul legno quando si lavora. Lui mi ha inviato una foto piuttosto significativa con le punte e, di fianco, il tipo di segno che si può ottenere. 


Un commento che lui mi ha allegato a questa foto è che comunque l’uso che un artista fa delle punte è del tutto personale, quindi in definitiva è sempre la mano dell’operatore che definisce la traccia che il pirografo lascia sul legno.
Nell’articolo precedente ho parlato di utilizzo dei compensati come materiale preferito per la pirografia, ma si possono usare anche altri materiali; nella foto seguente i disegni sono stati fatti su delle sezioni trasversali di carpino. 


Però fino ad ora abbiamo visto solo oggetti ricordo o decorativi, ma il lavoro si può estendere anche all’arredamento; basta prendere un pannello di multistrati di pioppo da 25 mm. e largo un paio di metri e scriverci sopra una poesia. 


Poi si disegna un libro aperto attorno al testo. 


In seguito si tinge il pannello per dargli un aspetto un po’ più nobile, rifinendolo con una vernice trasparente per proteggerlo…e lo si fa diventare la testata di un letto.


Questo è solo un esempio, ma si possono decorare anche gli sportelli di una cucina oppure di un armadio con le immagini dei propri figli. 


Altrimenti si può arredare una parete con la rappresentazione dei propri genitori nel giorno del loro anniversario.