giovedì 12 luglio 2018

COME FAR RISALIRE UN'AMMACCATURA





Qualche giorno fa stavo preparando un lavoretto utilizzando del lamellare di abete; ad un certo punto ho messo a posto un utensile sulla mensola che c’è sopra il banco in cui c’erano i pezzi in lavorazione e disgraziatamente mi è sfuggito di mano provocando un’ammaccatura su una tavoletta già finita e pronta per la verniciatura. 


Tanto per intenderci, ingrandendo la foto e con la luce radente, il danno era questo: 


Dopo la fisiologica sequenza di parolacce e maledizioni rivolte contro me stesso per la mia sbadataggine, ho dovuto affrontare il problema della risistemazione del pezzo danneggiato.
Quando capitano incidenti di questo tipo il sistema da usare è uno solo: acqua e calore; in altre parole bisogna bagnare l’ammaccatura. 


Poi la si ricopre con uno straccino bagnato o un pezzetto di spugna come ho fatto io. 


Nel frattempo ho recuperato un vecchio ferro da stiro (preso a mia madre quando si convertì ai ferri da stiro a vapore) e l’ho acceso; quando è arrivato ad una temperatura abbastanza alta ho tolto la spugna ed ho notato che già il contatto con l’acqua l’aveva fatto rigonfiare nella zona dove il legno era stato schiacciato, ma non abbastanza. 


A questo punto ho appoggiato il ferro da stiro sul legno bagnato, soffermandomi per pochissimi secondi, ma per certo numero di volte. Dopo diverse applicazioni il legno si era rigonfiato a sufficienza per poter essere carteggiato per pareggiare la superficie, ed ecco il risultato: 


Mettendo la tavoletta in posizione quasi verticale perché ricevesse la luce radente, che evidenzia gli avvallamenti, si nota che il legno è tornato esattamente come prima. 


A questo punto è doveroso fare alcune considerazioni:

1)     Io sono stato fortunato perché l’ammaccatura è avvenuta su un legno leggero come l’abete, che quindi reagisce velocemente gonfiandosi al contatto con l’acqua.
2)   Se l’incidente fosse avvenuto con un legno duro, sicuramente l’ammaccatura sarebbe stata di dimensioni inferiori; in compenso il legno avrebbe assorbito l’acqua più lentamente.
3)     Il principio fondamentale che genera questo “miracolo” si basa sulla spinta provocata dal vapore che si genera all’interno delle fibre del legno bagnato al contatto col ferro da stiro caldo, rigonfiando le fibre schiacciate e riportandole allo stato originale.
4)     L’operazione è stata condotta su un pezzo di legno grezzo; se l’incidente capita su un legno verniciato ci sono delle condizioni diverse create dalla presenza della vernice che mal sopporterebbe l’effetto del ferro da stiro. Si può bagnare la parte ammaccata (Attenzione: stiamo parlando sempre di legno massello, quindi non facciamo esperimenti sul truciolare impiallacciato che rappresenta il 90% dell’arredamento in “legno”) nella speranza che l’acqua sollevi la superficie da sola; nella migliore delle ipotesi rimarrà comunque la traccia dell’ammaccatura nella vernice che resterà irrimediabilmente spaccata. E non vale neanche la pena di ricarteggiare il pezzo, anche se l’ammaccatura fosse risalita, per poi riverniciarlo in quanto si asporterebbe uno strato di legno che ha subito l’effetto dei raggi ultravioletti che ha colpito anche le parti attorno a quella danneggiata; il risultato sarebbe un pezzo di colore diverso.

Questo è stato un esempio semplice; mi sono capitate occasioni in cui il legno era ammaccato in maniera peggiore e quindi non è stato possibile risolvere il problema nel giro di mezz’ora come è capitato questa volta; può succedere che le fasi di bagnatura e successivo riscaldamento siano da ripetere più volte ed a distanza di tempo.
Purtroppo non esistono tempi e numero di bagnature che possono essere prese ad esempio per creare delle tabelle che possano stabilire tempi e metodi d’intervento standardizzati; una stessa tavola può reagire in maniera diversa in zone diverse, quindi bisogna provare ed ogni volta è un’esperienza diversa.