Per alleggerire il
lavoro manuale, soprattutto per livellare le zone dove è passata la lama, uso
il mio fedelissimo Dremel a cui ho montato un manicotto abrasivo molto piccolo
per raggiungere quasi tutte le zone.
Alla fine del trattamento i segni verticali lasciati dalla lama del traforo sono praticamente spariti da tutte le zone che sono riuscito a raggiungere.
A questo punto comincio ad arrotondare i tentacoli e, per raggiungere le zone più difficili, uso una fresa cilindrica da dentista che ha un diametro da 3 mm.
Vista la compattezza
di questo legno, mi posso permettere di arrivare ad assottigliare in maniera
notevole le estremità dei tentacoli, cosa che con altri legni sarebbe stato
praticamente impossibile senza rischiare rotture.
Per poterlo tenere
appeso ad una catena, devo inserire nella testa un piccolo anello dotato di vite
da legno che affondo completamente.
I tentacoli vanno
assottigliati, senza esagerare, anche nello spessore per dar loro una corretta
proporzione, come si vede da questa foto:
Da questa immagine si vede come, oltre agli strumenti elettrici, sia indispensabile provvedere ad una buona carteggiatura manuale che deve livellare tutte le asperità rimaste: prima serve una carta vetrata a 80 grit, poi si rifinisce con una 240 per ripulire i segni della carta precedente.
A fine carteggiatura
provvedo a passare una mano di fondo trasparente all’acqua ed appendo il polipo
per l’anello di testa per far asciugare il prodotto fino al giorno dopo. La
carteggiatura del fondo viene effettuata con una carta vetrata a 320 grit per
renderla liscia e pronta per la mano di finitura trasparente, sempre all’acqua.
Ad essicazione
avvenuta, applico due strass dotati di colla termofusibile posteriormente che
simboleggiano gli occhi di questo “gioiello” ed infilo la catena dotata di
moschettone come chiusura e la collana è pronta.