mercoledì 29 settembre 2021

Collana con polipo (seconda parte)

 

Per alleggerire il lavoro manuale, soprattutto per livellare le zone dove è passata la lama, uso il mio fedelissimo Dremel a cui ho montato un manicotto abrasivo molto piccolo per raggiungere quasi tutte le zone. 


 Alla fine del trattamento i segni verticali lasciati dalla lama del traforo sono praticamente spariti da tutte le zone che sono riuscito a raggiungere. 


 A questo punto comincio ad arrotondare i tentacoli e, per raggiungere le zone più difficili, uso una fresa cilindrica da dentista che ha un diametro da 3 mm.


 

Vista la compattezza di questo legno, mi posso permettere di arrivare ad assottigliare in maniera notevole le estremità dei tentacoli, cosa che con altri legni sarebbe stato praticamente impossibile senza rischiare rotture.

Per poterlo tenere appeso ad una catena, devo inserire nella testa un piccolo anello dotato di vite da legno che affondo completamente. 


 

I tentacoli vanno assottigliati, senza esagerare, anche nello spessore per dar loro una corretta proporzione, come si vede da questa foto: 


 Da questa immagine si vede come, oltre agli strumenti elettrici, sia indispensabile provvedere ad una buona carteggiatura manuale che deve livellare tutte le asperità rimaste: prima serve una carta vetrata a 80 grit, poi si rifinisce con una 240 per ripulire i segni della carta precedente.

A fine carteggiatura provvedo a passare una mano di fondo trasparente all’acqua ed appendo il polipo per l’anello di testa per far asciugare il prodotto fino al giorno dopo. La carteggiatura del fondo viene effettuata con una carta vetrata a 320 grit per renderla liscia e pronta per la mano di finitura trasparente, sempre all’acqua.

Ad essicazione avvenuta, applico due strass dotati di colla termofusibile posteriormente che simboleggiano gli occhi di questo “gioiello” ed infilo la catena dotata di moschettone come chiusura e la collana è pronta.