venerdì 22 febbraio 2013

LA DEFORMAZIONE DEL LEGNO





Il legno è un materiale che sente molto le variazioni di temperatura e di umidità e, in funzione di queste, solitamente si deforma; la deformazione è diversa da legno a legno e dipende anche da come è protetto, cioè se è verniciato (quindi in buona parte difeso dall’umidità) oppure se non ha avuto trattamenti protettivi.

Le tavole, perdendo umidità con la stagionatura, si accorciano nelle tre dimensioni in percentuali diverse, dal momento che il legno, contrariamente al metallo, è un materiale anisotropo (che significa che non si contrae uniformemente nelle tre dimensioni)  ; in lunghezza hanno delle variazioni minime (0,2-0,5%), ma in senso tangenziale il ritiro è sensibile (6-12%), in senso radiale è circa la metà. Generalmente il ritiro nei legnami comincia a manifestarsi quando l’umidità relativa scende sotto il 30-35% , ecco le percentuali di ritiro di alcuni legni:


SPECIE  LEGNOSA
Percentuale ritiro assiale
Percentuale ritiro
tangenziale
Percentuale ritiro
radiale
Abete rosso
0,23
9,1
4,9
Cirmolo
0,24
5,0
2,5
Larice
0,24
8,2
4,1
Pino silvestre
0,23
8,1
4,4
Acero
0,24
4,3
2,7
Betulla
0,44
9,4
6,9
Castagno
0,32
5,2
3,4
Carpino
0,37
11,5
8,5
Ciliegio
0,25
6,5
3,9
Faggio
0,23
12,6
6,4
Frassino
0,17
7,5
4,3
Mogano
0,24
4,4
2,7
Noce
0,39
6,8
4,7
Olmo
0,25
7,1
4,0
Pero
0,38
10,5
4,9
Pioppo
0,26
8,1
4,0
Rovere
0,33
7,7
4,2
Teak
0,22
6,4
3,4


Questo significa che nel senso della larghezza le tavole tendono ad incurvarsi e il lato concavo è quello più vicino agli sciaveri (quindi più lontano dall’asse longitudinale del tronco), perché è il lato della tavola che è più umido e quindi, essicandosi, è quello che avrà il ritiro maggiore; questo comportamento si chiama  imbarcamento .

 Se invece consideriamo una tavola ricavata con un taglio radiale, il ritiro è quasi la metà di quello tangenziale; il risultato di tutti questi ritiri dimensionali dà origine alla deformazione definitiva della tavola. Quello che si nota subito è la variazione di spessore: una tavola di abete che è stata tagliata, da fresca, con uno spessore di 50 mm., una volta essicata e  pronta per la vendita, si è ridotta di circa 3 mm.

Gli altri difetti delle tavole, legati al ritiro, sono: lo svergolamento, in cui la tavola prende un po’ la forma di un elica; la  arcuatura  che porta la tavola ad incurvarsi nel senso della lunghezza e la falcatura  che prevede la deformazione con curvatura in piano della tavola.

I vari legni vengono poi classificati in funzione della durezza; esistono pertanto i legni tenerissimi (pioppo, tiglio, cirmolo, balsa, obeche, ceiba, limba ecc.), quelli teneri (betulla, abete e conifere varie), mediamente duri o duri (iroko, ramino, tutta la famiglia delle querce, mogano, castagno, faggio, noce, afrormosia, acero, doussiè ecc.), molto duri (bosso, corniolo, ebano, olivo, wengè, guaiaco).