Oggi l’uso del legno
massello nei vari manufatti è notevolmente calato e il motivo è da ricercare
nella comparsa sul mercato di pannelli costituiti sempre da legno, ma con lavorazioni
e destinazione d’uso che li fanno preferire al legno, vuoi per la comodità di
utilizzazione, vuoi per il risparmio in termini di tempo e di costi generali.
I pannelli a cui si fa
riferimento sono: i truciolari e i nobilitati, i pannelli in MDF, HDF e
masonite, gli OSB, i compensati e multistrati anche speciali, i listellari, i lamellari e i tamburati.
I PANNELLI
DI TRUCIOLARE
Questi sono stati i
primi pannelli di legno ricostituito che sono comparsi sui nostri mercati, alla
fine degli anni ’50. I pannelli che troviamo oggi a disposizione sono
abitualmente tre: quelli generalmente detti “ di latifoglie “, in cui i legni
utilizzati sono diversi; quelli di solo pioppo; quelli di sola conifera.
La preparazione dei
truciolari è comunque comune a tutti e tre i casi. I materiali che si usano
sono per la maggior parte dei materiali di scarto, come gli sciaveri, le
ramaglie, i tondelli che rimangono dalle lavorazioni di sfogliatura dei tronchi
per produrre i compensati, le parti delle tavole che vengono scartate dalle
altre lavorazioni, vecchi pallet, parti di vecchi mobili in legno, gli avanzi
di qualunque lavorazione precedente, legata all’industria del legno (solo nel
caso dei pannelli i latifoglie).
La partenza l’abbiamo
con l’inserimento dei vari pezzi di legno in una macchina che si chiama chippatrice, perché riduce il materiale
inserito in chips, termine inglese che significa: pezzi piuttosto piccoli.
Questi vengono successivamente macinati in modo da ottenere delle scaglie, che
vengono poi essicate, per portarle al giusto grado di umidità; segue poi il
passaggio in un vaglio che trattiene solo le scaglie della giusta dimensione,
scartando la segatura e le scaglie oltre misura.
Al termine di questa
setacciatura, le scaglie vengono inviate a dei contenitori dove vengono
spruzzate di colla termoindurente (cioè che indurisce e si secca per effetto
della temperatura della pressa che li formerà), utilizzando la ventilazione per
tenerle in movimento; all’uscita vengono convogliate su un nastro trasportatore,
dove avviene la formazione del materasso, che sarà poi pressato per
ottenere il pannello dello spessore voluto.
Se guardiamo un
pannello di truciolare nel suo spessore, notiamo che le scaglie che lo
costituiscono sono differenziate: i due strati esterni sono ottenuti con
particelle più piccole, mentre quello centrale è fatto con scaglie più grandi,
almeno nei pannelli più spessi.
Il nastro
trasportatore conduce il materasso ad una taglierina, che lo dimensiona in
lunghezza (in larghezza è già della misura opportuna) e poi viene inserito nei
piani della pressa a caldo multivano, per essere compresso e dimensionato allo
spessore predefinito. Il tempo di pressatura, ovviamente, cambia in funzione
dello spessore e, con le usuali colle urea-formaldeide, si riesce a ottenere
l’incollaggio dei pannelli in tempi di pochi secondi per millimetro di spessore.
A volte il materasso,
prima di essere tagliato, riceve una pre-pressatura passando attraverso una calandra, che è una macchina costituita
principalmente da due cilindri sovrapposti a distanza variabile, che lo
schiaccia parzialmente, effettuando un degasaggio che toglie parte dell’aria
contenuta all’interno, facilitando la fase di pressatura vera e propria.
All’uscita della
pressa i pannelli vengono fatti raffreddare, poi passano in una calibratrice,
che è una macchina che lavora il pannello con dei nastri abrasivi, larghi come
tutto il pannello, per ripulire e spianare le due facce, dandogli nel contempo
lo spessore definitivo.
Da notare che i
pannelli di pioppo sono costituiti solo con scaglie di pioppo (e sono più
leggeri) e quelli di conifera ovviamente solo con scaglie di conifera.
Al termine di questa
operazione, il pannello viene squadrato per dargli le dimensioni finali, poi va
immagazzinato orizzontalmente, sopra dei supporti adeguati in un capannone
asciutto. Questo è un materiale molto sensibile all’acqua che ne provoca
l’immediato rigonfiamento e, una volta asciugato, non ritorna alle dimensioni
originali, come accade invece per il legno massello.
A questo scopo, le
aziende produttrici hanno immesso sul mercato due tipi particolari di
truciolare: quello idrofugo, colorato leggermente in verde, e quello ignifugo,
colorato leggermente in rosso; l’accorgimento della colorazione è legato alla
necessità di poterli immediatamente distinguere da quello normale.
Bisogna però tenere
presente che, mentre il pannello ignifugo effettivamente non brucia, ma
carbonizza, per il pannello idrofugo, secondo la normativa attuale, è accettato
un rigonfiamento del 12%; questo significa che, se avete subito un allagamento
in casa, i fianchi da 25 mm. della libreria che avete fatto costruire con del
truciolare idrofugo impiallacciato, si sono gonfiati probabilmente di 3 mm.
ciascuno! Ovviamente solo per la parte che è rimasta sott’acqua, quindi solo in
basso, scombinando lo squadro del mobile, e scoprendo il truciolare che è stato
rivestito con un bordo anteriormente (che ovviamente non si è allargato).
Una variante del
semplice pannello di truciolare è il pannello di truciolare nobilitato, che ha
la parte centrale costituita da un pannello di truciolare, mentre le facce
esterne vengono rivestite con dei fogli di carta sottilissimi (dell’ordine di
1/10 di mm.), impregnati di resina melamminica che serve a far aderire i fogli
di carta al pannello e, nel contempo, ad impermeabilizzare la carta stessa,
rendendola resistente all’acqua e quindi lavabile.
I fogli di carta che
vengono utilizzati per questo impiego possono essere colorati a tinta unita,
colorati con disegni vari, oppure si possono usare dei fogli ottenuti
fotografando dei legni, dando quindi l’illusione di avere per le mani dei
pannelli placcati con delle vere impiallacciature di legni vari; sono gli
stessi fogli che costituiscono la superficie dei fogli di laminato plastico.
Nelle versioni più sofisticate i pannelli assumono anche l’aspetto di legni
lavorati in profondità, con un piacevole aspetto tridimensionale; esistono poi
anche i truciolari nobilitati con dei sottilissimi fogli di metalli vari, con
finiture diverse: satinata, lucida, texturizzata in vari modi.