domenica 7 aprile 2013

I PANNELLI DERIVATI DAL LEGNO





Oggi l’uso del legno massello nei vari manufatti è notevolmente calato e il motivo è da ricercare nella comparsa sul mercato di pannelli costituiti sempre da legno, ma con lavorazioni e destinazione d’uso che li fanno preferire al legno, vuoi per la comodità di utilizzazione, vuoi per il risparmio in termini di tempo e di costi generali.
I pannelli a cui si fa riferimento sono: i truciolari e i nobilitati, i pannelli in MDF, HDF e masonite, gli OSB, i compensati e multistrati anche speciali, i listellari,  i lamellari e i tamburati.

I  PANNELLI  DI  TRUCIOLARE

Questi sono stati i primi pannelli di legno ricostituito che sono comparsi sui nostri mercati, alla fine degli anni ’50. I pannelli che troviamo oggi a disposizione sono abitualmente tre: quelli generalmente detti “ di latifoglie “, in cui i legni utilizzati sono diversi; quelli di solo pioppo; quelli di sola conifera.
La preparazione dei truciolari è comunque comune a tutti e tre i casi. I materiali che si usano sono per la maggior parte dei materiali di scarto, come gli sciaveri, le ramaglie, i tondelli che rimangono dalle lavorazioni di sfogliatura dei tronchi per produrre i compensati, le parti delle tavole che vengono scartate dalle altre lavorazioni, vecchi pallet, parti di vecchi mobili in legno, gli avanzi di qualunque lavorazione precedente, legata all’industria del legno (solo nel caso dei pannelli i latifoglie).
La partenza l’abbiamo con l’inserimento dei vari pezzi di legno in una macchina che si chiama chippatrice, perché riduce il materiale inserito in  chips, termine inglese che significa: pezzi piuttosto piccoli. Questi vengono successivamente macinati in modo da ottenere delle scaglie, che vengono poi essicate, per portarle al giusto grado di umidità; segue poi il passaggio in un vaglio che trattiene solo le scaglie della giusta dimensione, scartando la segatura e le scaglie oltre misura.
Al termine di questa setacciatura, le scaglie vengono inviate a dei contenitori dove vengono spruzzate di colla termoindurente (cioè che indurisce e si secca per effetto della temperatura della pressa che li formerà), utilizzando la ventilazione per tenerle in movimento; all’uscita vengono convogliate su un nastro trasportatore, dove avviene la formazione del  materasso, che sarà poi pressato per ottenere il pannello dello spessore voluto.
Se guardiamo un pannello di truciolare nel suo spessore, notiamo che le scaglie che lo costituiscono sono differenziate: i due strati esterni sono ottenuti con particelle più piccole, mentre quello centrale è fatto con scaglie più grandi, almeno nei pannelli più spessi.



Il nastro trasportatore conduce il materasso ad una taglierina, che lo dimensiona in lunghezza (in larghezza è già della misura opportuna) e poi viene inserito nei piani della pressa a caldo multivano, per essere compresso e dimensionato allo spessore predefinito. Il tempo di pressatura, ovviamente, cambia in funzione dello spessore e, con le usuali colle urea-formaldeide, si riesce a ottenere l’incollaggio dei pannelli in tempi di pochi secondi per millimetro di spessore.
A volte il materasso, prima di essere tagliato, riceve una pre-pressatura passando attraverso una calandra, che è una macchina costituita principalmente da due cilindri sovrapposti a distanza variabile, che lo schiaccia parzialmente, effettuando un degasaggio che toglie parte dell’aria contenuta all’interno, facilitando la fase di pressatura vera e propria.
All’uscita della pressa i pannelli vengono fatti raffreddare, poi passano in una calibratrice, che è una macchina che lavora il pannello con dei nastri abrasivi, larghi come tutto il pannello, per ripulire e spianare le due facce, dandogli nel contempo lo spessore definitivo.
Da notare che i pannelli di pioppo sono costituiti solo con scaglie di pioppo (e sono più leggeri) e quelli di conifera ovviamente solo con scaglie di conifera.
Al termine di questa operazione, il pannello viene squadrato per dargli le dimensioni finali, poi va immagazzinato orizzontalmente, sopra dei supporti adeguati in un capannone asciutto. Questo è un materiale molto sensibile all’acqua che ne provoca l’immediato rigonfiamento e, una volta asciugato, non ritorna alle dimensioni originali, come accade invece per il legno massello.
A questo scopo, le aziende produttrici hanno immesso sul mercato due tipi particolari di truciolare: quello idrofugo, colorato leggermente in verde, e quello ignifugo, colorato leggermente in rosso; l’accorgimento della colorazione è legato alla necessità di poterli immediatamente distinguere da quello normale.
Bisogna però tenere presente che, mentre il pannello ignifugo effettivamente non brucia, ma carbonizza, per il pannello idrofugo, secondo la normativa attuale, è accettato un rigonfiamento del 12%; questo significa che, se avete subito un allagamento in casa, i fianchi da 25 mm. della libreria che avete fatto costruire con del truciolare idrofugo impiallacciato, si sono gonfiati probabilmente di 3 mm. ciascuno! Ovviamente solo per la parte che è rimasta sott’acqua, quindi solo in basso, scombinando lo squadro del mobile, e scoprendo il truciolare che è stato rivestito con un bordo anteriormente (che ovviamente non si è allargato).
Una variante del semplice pannello di truciolare è il pannello di truciolare nobilitato, che ha la parte centrale costituita da un pannello di truciolare, mentre le facce esterne vengono rivestite con dei fogli di carta sottilissimi (dell’ordine di 1/10 di mm.), impregnati di resina melamminica che serve a far aderire i fogli di carta al pannello e, nel contempo, ad impermeabilizzare la carta stessa, rendendola resistente all’acqua e quindi lavabile.
I fogli di carta che vengono utilizzati per questo impiego possono essere colorati a tinta unita, colorati con disegni vari, oppure si possono usare dei fogli ottenuti fotografando dei legni, dando quindi l’illusione di avere per le mani dei pannelli placcati con delle vere impiallacciature di legni vari; sono gli stessi fogli che costituiscono la superficie dei fogli di laminato plastico. Nelle versioni più sofisticate i pannelli assumono anche l’aspetto di legni lavorati in profondità, con un piacevole aspetto tridimensionale; esistono poi anche i truciolari nobilitati con dei sottilissimi fogli di metalli vari, con finiture diverse: satinata, lucida, texturizzata in vari modi.