mercoledì 15 maggio 2013

MASONITE, FAESITE E OSB






La masonite e la faesite sono sostanzialmente lo stesso prodotto; il primo nome deriva dal suo inventore, l’americano Mason, il secondo nasce dal paese in cui è stata prodotta per la prima volta in Italia: Faè, in provincia di Belluno.
La produzione di questi pannelli avviene in maniera molto simile a quella della carta ed è fatta in autoclave; si inseriscono piccoli pezzi o striscioline di legno all’interno di un contenitore dove vengono fatti bollire sotto pressione (20-30 bar) ed a temperature superiori ai 200°C per circa un minuto, poi si aumenta notevolmente sia la pressione che la temperatura per pochi secondi.
Ad un certo punto vengono aperte di scatto delle feritoie che sono sul fondo dell’autoclave e, per effetto dell’alta pressione unita alla notevole temperatura, il legno all’interno viene praticamente “ sparato “ fuori dal serbatoio.
In questa fase le fibre legnose si sfaldano creando una massa di sostanza lignea simile al feltro a cui viene aggiunta generalmente acqua e collante termoindurente, in certi casi anche paraffina per impermeabilizzarla. Questa pasta che abbiamo ottenuto passa attraverso una calandra, che la compatta per costituire il materasso che abbiamo visto anche negli altri casi, per poi indirizzarla alla pressa multivano dove viene inserita e pressata inserendo superiormente una sottile rete di acciaio inox, che le fornisce il classico aspetto ruvido sul retro, mentre davanti i pannelli sono perfettamente lisci e costituiscono il lato bello.
L’uso che si fa di questi pannelli è prevalentemente quello di fondi di cassetti o di fodere di mobiletti di poco prezzo, opportunamente laccati per coordinarli al resto del mobile; gli spessori a disposizione sono pochi e quelli usati più spesso sono quelli di 2,5 – 4 mm.
Ne esiste anche un tipo con moltissimi fori che viene utilizzato dove è richiesta una fodera ventilata oppure, dotati di opportuna cornice, proposti come pannelli espositori o porta attrezzi, forniti dei relativi ganci e aste di supporto; questo tipo si chiama salamandra ed è generalmente laccato bianco sul lato in vista.
Esiste anche un sistema produttivo denominato: “ per via secca “(mentre quello precedente era “ per via umida “), dove non viene aggiunta acqua e collante dopo la feltratura, ma si fa affidamento sulla caratteristica collante della lignina, che è presente nel legno in quanto prodotta dall’albero, che è un polimero naturale e che quindi contribuisce ad incollare il risultato dell’operazione di feltratura, una volta che la massa legnosa viene pressata e riscaldata.


Pannelli  OSB


Questi pannelli, il cui acronimo significa Oriented Structural Board (oppure Oriented Strand Board), sono originari degli Stati Uniti e del Canada; sono costituiti da scaglie sottilissime di legno, incollate tra loro senza una direzione prevalente e pressate ad alta temperatura, utilizzando colle di tipo fenolico o melamminico, per poter resistere alle intemperie. Il sistema produttivo di questi pannelli è molto simile a quello del truciolare, come si vede da questo filmato: 





Questi pannelli, che hanno generalmente una dimensione di 244x122 cm. sono nati per costituire il rivestimento delle case nordamericane costruite con l’ossatura eseguita con rigoni di legno. Questo tipo di costruzione rende molto rapida l’esecuzione di un progetto per la realizzazione di una casa, ma questo tipo di abitazione non ha certo la resistenza di una struttura in muratura, ed infatti quando vengono investite da un uragano vengono letteralmente polverizzate.
L’uso che invece ne facciamo noi e quello della costruzione di casse da imballaggio; mi ricordo che quando spedivamo gli arredamenti per gli show- room delle  grandi firme della moda, destinate a qualche località lontana, che richiedeva la spedizione per via aerea, per motivi di rapidità, l’uso delle casse in OSB era obbligatorio in quanto queste venivano predisposte per l’imbarco nei piazzali desinati al carico e non c’era sempre il sole durante l’attesa dell’imbarco e il materiale custodito all’interno non doveva subire danni per colpa della pioggia.
Questi pannelli, come gli analoghi di multistrati di abete con incollaggio fenolico che hanno le medesime dimensioni e funzioni, si usano anche per la costruzione di mobili, inserendoli in tutte quelle posizioni che non sono in vista e richiedono una notevole resistenza.
Faccio una breve divagazione, visto che ho parlato di casse di legno da spedire all’estero; esiste il problema della diffusione degli insetti xilofagi in altri paesi, che potrebbero essere trasportati dalle casse di legno in cui si annidano.
Per esempio esiste il NEMATODE DEL PINO (presente in USA, Canada, Messico e Giappone, dove hanno i loro predatori naturali che ne contengono il numero) e il CERAMBIDE ASIATICO DAL LUNGO CORNO (presente in Cina ed altre zone asiatiche, di cui gli americani hanno molta paura).
Provate ad immaginare cosa succederebbe se questi insetti venissero scambiati di zona attraverso una spedizione di casse in cui si sono fatti il nido: sarebbe un disastro ecologico enorme, visto che nelle zone di arrivo non ci sarebbero i predatori naturali di tali insetti, che quindi sarebbero liberi di espandersi, facendo danni incommensurabili.
Per evitare questa situazione le casse di legno devono rispettare la normativa ISPM-15, approvata da 134 paesi di tutto il mondo, che prescrive le regole che controllano le infiltrazioni di organismi infestanti in paesi dove non esistono predatori naturali.
Per evitare questa diffusione, il legname destinato alla produzione di casse destinate all’estero deve essere sottoposto a riscaldamento a 56°C per 30 minuti al cuore, oppure trattato con fumigazione di Bromuro di metile. Una volta che il legname (che deve essere comunque scortecciato e mi riferisco ai rigoni di appoggio ed al pianale, generalmente realizzato in tavolame) ha subito uno di questi due trattamenti, viene applicato sui pannelli un marchio a fuoco che si chiama IPPC/FAO, che garantisce che sono stati eliminati gli infestanti. Per i viaggi in Europa non è previsto questo trattamento.