mercoledì 1 maggio 2013

COMPENSATI E MULTISTRATI






Si definisce compensato un pannello costituito da un numero generalmente dispari di sfogliati di legno, incollati fra loro a vene incrociate; l’incollaggio più frequente è quello che si fa sotto pressa a caldo con colle a base di urea-formaldeide.
Questa colla si usa per i pannelli che restano al coperto e in ambienti non umidi; per quelli che vanno esposti alle intemperie bisogna usare delle colle a base di resine fenoliche o melamminiche, che non vengono intaccate dall’umidità o dalla pioggia.
Il nome compensato deriva dal fatto che le vene incrociate dei vari sfogliati “compensano” le tensioni interne del legno, che invece si manifesterebbero se i fogli venissero incollati con le vene nella stessa direzione, dando origine a pannelli ondulati e privi della tipica rigidità dei compensati.  
Nella stessa famiglia esistono anche i multistrati, che hanno uno spessore maggiore; a tal riguardo esistono due scuole di pensiero: c’è chi sostiene che il termine “compensato” si usi per pannelli al di sotto di spessori di 8-10 mm., al di sopra di tale misura diventano “multistrati”. La maggior parte dei produttori invece sostiene che il compensato sia solo quello composto da tre strati, qualunque pannello con un numero superiore di strati prende il nome di multistrati.
Come si costruisce il pannello di compensato / multistrati?
Per produrlo bisogna partire dagli sfogliati, che sono dei teli di legno ottenuti per derullaggio di un tronco, con una macchina apposita, dopo che il tronco è stato reso plastico con un bagno prolungato in acqua bollente. Il tondello di legno, ottenuto dopo aver scortecciato il tronco, viene posizionato con le due teste tra due perni all’interno di una macchina che ha una lama lunga quanto il tronco; quando i perni mettono in rotazione il tondello, la lama viene avvicinata al legno, affondandovi per produrre i teli di legno (molto simili all’impiallacciatura, ma continui), come si vede in questo filmato:




La velocità di affondamento della lama è in funzione dello spessore dello sfogliato che si vuole produrre: andando verso il centro del tronco lentamente si ottengono dei fogli più sottili (adatti per i compensati), aumentando la velocità di affondamento, si ottengono dei fogli più spessi destinati ai multistrati.
All’uscita della derullatrice c’è una taglierina che dà la giusta dimensione ai teli che sono stati previsti per produrre un compensato di una certa dimensione.
I legni che si usano per produrre i compensati sono diversi, il più comune ed economico è il pioppo, ma esistono anche di betulla, faggio, abete e di okoumè (per il compensato marino con incollaggio fenolico).
Una cosa importante da sapere è che nello stesso formato di compensato, per esempio il 252x152, a parità di spessore esistono spesso due versioni: quella appena citata e la sua omologa che è 152x252. A prima vista sembrerebbe la stessa cosa, ma non è così perché la prima dimensione rappresenta la direzione della vena, per cui nel primo caso avremo la vena lungo il lato di 252 cm., mentre nel secondo caso la vena corre lungo il lato di 152 cm., e si chiama compensato o multistrati trasversale.
Il motivo per cui esistono due versioni della stessa misura è molto semplice: questi compensati o multistrati non vengono prodotti per essere utilizzati allo stato grezzo, ma di solito vengono rivestiti con le più svariate impiallacciature e, per fare questo  (sempre sotto la pressa a caldo), bisogna rispettare il concetto dell’incollaggio a vene incrociate.
Pertanto se dobbiamo fare una fodera di un armadio di dimensioni 240x120 cm. e vogliamo usare un compensato da placcare in rovere con la vena a vista verticale, dovremo obbligatoriamente usare un foglio di compensato con la vena orizzontale, cioè trasversale. Se non lo facessimo ed utilizzassimo un compensato con la vena nella stessa direzione del tranciato, una volta applicata la vernice trasparente, ci troveremmo nella maggior parte dei casi con l’impiallacciatura screpolata e rialzata in corrispondenza delle screpolature, per effetto del ritiro della vernice durante l’essicazione; il pannello risulterebbe improponibile a qualunque cliente.
Nel caso dei pannelli di pioppo abbiamo anche il problema della classificazione, cioè della specifica della qualità delle due facce esterne del compensato, perché nel derulaggio del tondello di pioppo la prima parte è ovviamente costellata di nodi di varia grandezza e, in funzione della frequenza e grandezza di questi nodi e delle stuccature che a volte si rendono necessarie, vengono classificati i compensati.
I compensati sono generalmente rigidi, soprattutto quelli preparati con i legni più duri come la betulla e il faggio, ma se dobbiamo costruire un mobile curvo e vogliamo usare un compensato come supporto esterno, ne esiste uno flessibilissimo (ovviamente nel senso trasversale alla vena esterna). E’ un prodotto che viene generalmente chiamato Multiflex ed è ottenuto incollando due strati di Ceiba (detto anche Fromager) di un certo spessore, mantenendo le fibre parallele, divisi da un sottile strato di sfogliato tenero, con la fibra incrociata rispetto ai precedenti; ne esistono vari spessori e, come al solito, in versione longitudinale e trasversale, per poterli curvare in un senso o nell’altro. 
Naturalmente dopo che i vari fogli di compensato o multistrati sono stati incollati per formare il pannello, vengono levigati e calibrati poi squadrati per dare la dimensione definitiva.