LE VERNICI
POLIURETANICHE
Un’altra categoria di
vernici ancora in uso è quella delle poliuretaniche, che sono costituite da due
componenti: c’è una base ed un catalizzatore, che viene abitualmente aggiunto
in quantità pari al 40 / 50% della base. Essendo vernici da utilizzare con la
pistola a spruzzo, si è soliti aggiungere un 10% di diluente, per raggiungere
la giusta viscosità.
Naturalmente con tutti
questi prodotti volatili, l’uso di questi materiali richiede l’utilizzo di una
cabina di verniciatura, dotata ovviamente di un adeguato impianto di
aspirazione, con tanto di filtri per trattenere le sostanze aeriformi, evitando
quindi di disperderle nell’atmosfera.
Questi prodotti si
trovano sia trasparenti che pigmentati (nel qual caso vengono chiamate lacche) ed oggi si possono ottenere
della brillantezza voluta. Una volta venivano sommariamente classificate come:
opache, satinate, semilucide e lucide, senza che esistesse un riferimento certo
per poter ripetere la medesima brillantezza con una vernice della medesima
categoria.
Oggi, con l’intervento
dei tintometri elettronici, ci possiamo permettere di riformulare una vernice
identica ad una precedente, di cui possediamo un frammento. Questo viene
analizzato da uno strumento che si chiama spettrofotometro
(collegato ad un computer) che stabilisce quali colori compongono il
campione in nostro possesso, permettendo così di riformulare una ricetta che la
macchina provvederà a realizzare, attingendo dai contenitori dei colori base e
mescolandoli nelle quantità previste. (INVEBI sistema tintometrico +
spettrofotometro)
Però siamo a metà del
percorso: oltre a determinare il tipo di colore, se dobbiamo preparare una
vernice che si accoppi esattamente a quella del campione, si deve determinare
anche la sua brillantezza e, per questo, bisogna determinare il numero di gloss.
I gloss sono l’unità
di misura della brillantezza di una vernice; la scala va da 0, che significa
completamente opaco, a 100, che vuol dire completamente lucido brillante e
naturalmente le combinazioni intermedie danno origine a vernici più o meno
brillanti. Tanto per fare un esempio le vernici di una volta, descritte sopra,
avevano un numero di gloss: 25, 35/50, 60/70 e 80/90.
La misurazione della
brillantezza di un campione si fa con uno strumento che si chiama glossmetro, che provvede a misurare
quanti gloss ha la vernice del campione. Quindi per riuscire a formulare una
vernice identica ad una precedente, bisogna determinare sempre due fattori: il
colore e la brillantezza; senza uno di questi dati non riusciremo ad effettuare
una verniciatura identica a quelle del campione.
LE VERNICI AD
ACQUA
Da alcuni anni sono
disponibili sul mercato delle vernici denominate “all’acqua” che stanno
soppiantando le vernici più tradizionali. Queste sono vernici che contengono
sostanze che possono essere di derivazione vegetale, minerale o derivante dal
petrolio quindi a diverso livello di inquinamento.
Se questa vernice
viene stesa a pennello si può utilizzare così come si trova nel barattolo,
mentre se si desidera utilizzare una pistola a spruzzo, la si può diluire in
maniera limitata, generalmente attorno al 5%, sempre con acqua.
Il grande vantaggio a
livello ecologico è che con questi prodotti si sono eliminati i solventi
organici, quindi c’è un notevole passo avanti nella lotta contro
l’inquinamento, visto che sono stati eliminati i famosi VOC (o COV, come sono
chiamati in Italia).
Un altro vantaggio è
che tutti gli strumenti usati per stendere questo tipo di vernici: pennelli,
rullini o pistole a spruzzo, possono essere puliti utilizzando della semplice
acqua, al posto dei diluenti da lavaggio o dell’acetone, quindi un altro passo
verso la salvaguardia dell’ambiente.
Quando sono state
prodotte nel nostro Paese, all’inizio degli anni ’80, erano veramente scadenti
rispetto alle poliuretaniche che in quel periodo la facevano da padrone: i
fondi si asciugavano molto lentamente ed erano comunque difficilmente
carteggiabili, le finiture rimanevano elastiche, poco resistenti ai graffi ed
un po’ appiccicose al tatto; era praticamente impossibile accatastarle se non
dopo molti giorni.
Inoltre queste vernici
non avevano raggiunto la grande varietà di brillantezza oggi disponibili;
invece attualmente le vernici acriliche sono disponibili con un numero di gloss
che va da 0 a 90, in condizioni standard, mentre esistono vernici particolari
che, con l’aggiunta di un componente specifico, possono raggiungere i 100
gloss.
Il fatto di non avere
più solventi organici permette di applicarle a pennello anche in casa senza i
problemi delle altre vernici a solvente, sono praticamente inodori e si
asciugano in poche ore; sono pertanto molto indicate per riverniciare porte e
finestre.