giovedì 10 ottobre 2013

LE VERNICI (seconda parte)


LE  VERNICI  POLIURETANICHE

Un’altra categoria di vernici ancora in uso è quella delle poliuretaniche, che sono costituite da due componenti: c’è una base ed un catalizzatore, che viene abitualmente aggiunto in quantità pari al 40 / 50% della base. Essendo vernici da utilizzare con la pistola a spruzzo, si è soliti aggiungere un 10% di diluente, per raggiungere la giusta viscosità.




Naturalmente con tutti questi prodotti volatili, l’uso di questi materiali richiede l’utilizzo di una cabina di verniciatura, dotata ovviamente di un adeguato impianto di aspirazione, con tanto di filtri per trattenere le sostanze aeriformi, evitando quindi di disperderle nell’atmosfera.
Questi prodotti si trovano sia trasparenti che pigmentati (nel qual caso vengono chiamate lacche) ed oggi si possono ottenere della brillantezza voluta. Una volta venivano sommariamente classificate come: opache, satinate, semilucide e lucide, senza che esistesse un riferimento certo per poter ripetere la medesima brillantezza con una vernice della medesima categoria.
Oggi, con l’intervento dei tintometri elettronici, ci possiamo permettere di riformulare una vernice identica ad una precedente, di cui possediamo un frammento. Questo viene analizzato da uno strumento che si chiama spettrofotometro (collegato ad un computer) che stabilisce quali colori compongono il campione in nostro possesso, permettendo così di riformulare una ricetta che la macchina provvederà a realizzare, attingendo dai contenitori dei colori base e mescolandoli nelle quantità previste. (INVEBI sistema tintometrico + spettrofotometro)
Però siamo a metà del percorso: oltre a determinare il tipo di colore, se dobbiamo preparare una vernice che si accoppi esattamente a quella del campione, si deve determinare anche la sua brillantezza e, per questo, bisogna determinare il numero di gloss.
I gloss sono l’unità di misura della brillantezza di una vernice; la scala va da 0, che significa completamente opaco, a 100, che vuol dire completamente lucido brillante e naturalmente le combinazioni intermedie danno origine a vernici più o meno brillanti. Tanto per fare un esempio le vernici di una volta, descritte sopra, avevano un numero di gloss: 25, 35/50, 60/70 e 80/90.
La misurazione della brillantezza di un campione si fa con uno strumento che si chiama glossmetro, che provvede a misurare quanti gloss ha la vernice del campione. Quindi per riuscire a formulare una vernice identica ad una precedente, bisogna determinare sempre due fattori: il colore e la brillantezza; senza uno di questi dati non riusciremo ad effettuare una verniciatura identica a quelle del campione.


LE  VERNICI AD  ACQUA

Da alcuni anni sono disponibili sul mercato delle vernici denominate “all’acqua” che stanno soppiantando le vernici più tradizionali. Queste sono vernici che contengono sostanze che possono essere di derivazione vegetale, minerale o derivante dal petrolio quindi a diverso livello di inquinamento.
Se questa vernice viene stesa a pennello si può utilizzare così come si trova nel barattolo, mentre se si desidera utilizzare una pistola a spruzzo, la si può diluire in maniera limitata, generalmente attorno al 5%, sempre con acqua.
Il grande vantaggio a livello ecologico è che con questi prodotti si sono eliminati i solventi organici, quindi c’è un notevole passo avanti nella lotta contro l’inquinamento, visto che sono stati eliminati i famosi VOC (o COV, come sono chiamati in Italia).
Un altro vantaggio è che tutti gli strumenti usati per stendere questo tipo di vernici: pennelli, rullini o pistole a spruzzo, possono essere puliti utilizzando della semplice acqua, al posto dei diluenti da lavaggio o dell’acetone, quindi un altro passo verso la salvaguardia dell’ambiente.
Quando sono state prodotte nel nostro Paese, all’inizio degli anni ’80, erano veramente scadenti rispetto alle poliuretaniche che in quel periodo la facevano da padrone: i fondi si asciugavano molto lentamente ed erano comunque difficilmente carteggiabili, le finiture rimanevano elastiche, poco resistenti ai graffi ed un po’ appiccicose al tatto; era praticamente impossibile accatastarle se non dopo molti giorni.
Inoltre queste vernici non avevano raggiunto la grande varietà di brillantezza oggi disponibili; invece attualmente le vernici acriliche sono disponibili con un numero di gloss che va da 0 a 90, in condizioni standard, mentre esistono vernici particolari che, con l’aggiunta di un componente specifico, possono raggiungere i 100 gloss.
Il fatto di non avere più solventi organici permette di applicarle a pennello anche in casa senza i problemi delle altre vernici a solvente, sono praticamente inodori e si asciugano in poche ore; sono pertanto molto indicate per riverniciare porte e finestre.