Oltre alla sega a
nastro ed a quella circolare sono nate in tempi successivi delle altre macchine
destinate al taglio delle tavole di legno e dei pannelli derivati: le sezionatrici.
La prima ad essere
progettata è stata quella orizzontale, i cui primi disegni vengono fatti
risalire al 1953, mentre la successiva commercializzazione dei primi modelli è datata
1958.
Queste macchine sono
nate per facilitare le operazioni di taglio dei pannelli che, essendo piuttosto
grandi (quelli attuali arrivano anche a dimensioni di 420x210 cm.), creavano
diversi problemi alle aziende che avevano a disposizione solo la sega circolare
con carrello a squadra.
Inizialmente nelle sezionatrici
i pannelli venivano messi in posizione e spostati manualmente ed i fermi di
appoggio che determinavano la dimensione di taglio erano regolati a mano; il
carro lame (con la lama per il taglio e l’incisore) percorreva la macchina in
tutta la sua lunghezza, anche se il pezzo da segare era piccolo, con notevole
spreco di tempo e di energia elettrica.
Il pressore, lungo
come tutta la zona di taglio della macchina, che scendeva per bloccare il
pannello durante il taglio, era molto semplificato.
Naturalmente oggi
queste macchine sono notevolmente migliorate e innanzitutto sono state dotate
di uno spintore nella parte posteriore della macchina, che a volte è dotato di
pinze, per muovere i pannelli con maggior precisione fino alla posizione
desiderata per il taglio, senza che l’operatore debba fare fatica.
Il carro lame ha un
tastatore o un sensore che ferma la sua corsa appena ha finito di tagliare il
pezzo, qualunque sia la sua dimensione; il pressore è spesso dotato di barriere
fatte con setole sintetiche per la chiusura laterale per migliorare l’effetto
dell’aspirazione ed eliminare la fuoriuscita di segatura, inoltre sono dotate
di tutte le sicurezze a raggio laser per evitare di far funzionare la macchina
nel caso che qualcuno distrattamente lasci una mano sotto il pressore.
In certi casi le lame
sono inclinabili fino a 45° ed i comandi ormai non sono più manuali, ma
digitalizzati con un piccolo computer che regola tutte le funzioni della
macchina.
Sempre rimanendo nel
campo delle sezionatrici orizzontali, esistono delle macchine multifunzioni che
possono lavorare in modi diversi, in funzione delle necessità aziendali: come
sezionatrice normale, con addirittura la lama inclinabile da -45° a +45° (cosa
piuttosto insolita), oppure come sega circolare normale, dotata di squadra
orientabile, per poter effettuare dei tagli inclinati, come si può vedere dal
filmato seguente:
Subito dopo le
sezionatrici orizzontali, sono nate quelle verticali nel 1959; il vantaggio
fondamentale di queste ultime rispetto alle precedenti è l’ingombro.
Queste macchine, che
si sviluppano in verticale e lavorano con un piano di appoggio leggermente
inclinato all’indietro, occupano molto meno spazio delle sorelle maggiori e
sviluppano un lavoro analogo (l’unica cosa che non possono fare è inclinare la
lama a 45°).
Di questo modello
esistono due tipi: quello manuale in cui il pannello ed il gruppo motore-lame
vengono mossi dall’operatore, come pure lo spostamento della barra verticale
lungo la macchina, oppure ci sono le macchine più sofisticate tecnologicamente
che utilizzano un computer con un software studiato appositamente, con cui
possono essere programmate per muoversi in completa autonomia ed effettuare
tutti i tagli previsti dall’operatore.
In questo caso l’intervento
del tecnico addetto al funzionamento della macchina si limita alla preparazione
del programma di taglio e all’asportazione dei pezzi, una volta che la macchina
ha provveduto a segarli.
Poiché le sezionatrici
orizzontali hanno un costo decisamente superiore a quelle verticali, si
intuisce subito che le prime sono destinate alle aziende con un’alta produzione
di pannelli segati, perché l’alto costo della macchina deve essere ammortizzato
con un gran numero di ore di lavoro.
Quelle verticali
invece si stanno sempre più inserendo nelle piccole aziende e nei laboratori di
falegnameria, dove l’uso di tali attrezzature non è continuo, ma saltuario.