domenica 4 maggio 2014

LE CABINE DI VERNICIATURA



In queste cabine viene effettuata l’ultima lavorazione che si fa sui mobili prima dell’assemblaggio eventuale e della consegna al cliente. La verniciatura viene fatta con gli aerografi (o pistole a spruzzo), che possono avere il serbatoio sopra o sotto la pistola; queste usano un getto d’aria a bassa pressione (da 2,5 a 4 bar) che spinge la vernice, dopo averla nebulizzata, verso l’oggetto da verniciare.
Quella che non colpisce l’oggetto viene portata via dall’impianto di aspirazione, per evitare che l’operatore rischi di respirarla. Esiste anche un sistema di verniciatura che si chiama airless che non prevede l’uso dell’aria compressa per spruzzare la vernice, ma quello di una pompa ad alta pressione (da 80 a 200 bar circa) che proietta il prodotto nebulizzato direttamente sul manufatto da trattare, usando una pistola senza serbatoio, visto che la pompa dell’impianto ha un tubo che pesca direttamente nel bidone dove è stata preparata la vernice. 


Le cabine di verniciatura sono nate per creare un ambiante generalmente chiuso, in cui effettuare la verniciatura al riparo dalla polvere che si produce nel resto del laboratorio ed adottando un sistema di aspirazione che porta via tutte le microgocce di vernice che non si depositano sull’oggetto in lavorazione.
Queste cabine sono dotate di filtri speciali per fare in modo che la vernice asportata dall’ambiente non vada dispersa all’esterno, concorrendo quindi all’inquinamento atmosferico.
Le cabine di verniciatura sono fondamentamentalmente di due tipi: ad acqua ed a secco. Quella ad acqua utilizza un velo d’acqua in cascata, alle spalle dell’oggetto che si sta verniciando, coadiuvata da un aspiratore che fa in modo che il liquido inglobi le particelle di vernice, facendole ricadere in una vasca sottostante dove viene filtrata per essere rimessa in circolo, mentre la vernice in sospensione viene indirizzata verso una zona di raccolta in cui diventa un fango che viene depositato dentro a dei fusti che poi vengono ritirati da aziende specializzate nello smaltimento dei rifiuti speciali. 



Nelle cabine a secco la vernice, sotto forma di microgoccioline, viene risucchiata da un impianto di aspirazione che la fa passare attraverso dei filtri che la trattengono e che, una volta saturati, vengono sostituiti con quelli nuovi, mentre quelli vecchi saranno smaltiti come rifiuti speciali. 


Naturalmente queste cabine, per poter funzionare correttamente, devono avere un ingresso dell’aria per poterne permetterne l’uscita senza mettere in depressione il locale. L’ingresso dell’aria dovrà essere dotato di un filtro che impedisca alla polvere di entrare nel locale, col rischio che qualche granello si depositi sul manufatto in fase di verniciatura, creando dei difetti.
Questo tipo di cabina viene comunemente chiamata “a depressione” ed è usata per l’uso di vernici trasparenti o pigmentate, ma con basso numero di gloss, quindi quelle considerate “opache”, sia ad acqua che a solvente.
Queste cabine possono essere anche aperte alle spalle dell’operatore; però in questo caso bisogna che nell’ambiente circostante non vengano sollevate polveri, che potrebbero danneggiare il lavoro. 


Come vedete da questa foto, su suggerimento del Ministero delle Pari Opportunità, si invita ad utilizzare personale femminile e, al posto della tradizionale tuta bianca in tessuto non tessuto, come abbigliamento da lavoro, si consigliano hot pants e tacchi a spillo!
Per le verniciature che comportano l’uso di prodotti che devono avere un effetto lucido brillante, quindi con un altissimo numero di gloss, si usano le cabine a pressione, dove viene pompata all’interno della cabina, dall’alto, dell’aria microfiltrata per evitare che ci sia la possibilità che un piccolo granello di polvere possa entrare, danneggiando il lavoro.

L’aria immessa all’interno della cabina viene fatta uscire attraverso il pavimento grigliato, che è sospeso da terra ed è collegato a delle uscite alla base della cabina.