Le cerniere erano già
conosciute nell’antichità ed il loro principale sviluppo si è compiuto soprattutto
con l’avvento dei mobili, come elemento di vita quotidiana nelle case della
gente.
La forma delle
cerniere ha avuto diverse evoluzioni ed è andata di pari passo con le varie
necessità e le funzioni che dovevano assolvere: dall’apertura del coperchio di
un semplice cofanetto, al complicato movimento della porta blindata di un
caveau di una banca.
Cambiano le dimensioni
ed i materiali per far fronte ai diversi carichi che devono sostenere, cambiano
le forme per avere funzionalità ed eleganza, ma la funzione resta sempre la
stessa: permettere l’agevole apertura e chiusura di uno “sportello” vincolato
ad un contenitore.
Naturalmente la
tecnologia degli ultimi decenni ha permesso di costruire cerniere con
caratteristiche sempre più sofisticate ed anche complicate; parlando della
cerniera usata per la costruzione dei mobili, possiamo notare che fino ai primi
anni del dopoguerra per l’arredamento si utilizzavano le cerniere che il
mercato offriva in quel momento, cioè: le cerniere a libro e quelle a nastro.
Poi le cose sono
cambiate quando l’arredamento ha compiuto una svolta decisiva, introducendo i
mobili componibili, soprattutto le cucine. C’è stata anche una continua ricerca
estetica e si è voluto nascondere tutto ciò che poteva disturbare la bellezza
del mobile; pertanto si sono studiate delle cerniere che permettessero di
aprire e chiudere gli sportelli, senza però che se ne notasse la presenza
quando il mobile era chiuso.
Sono nate così, nei
primi anni ’60 le cerniere “a scodellino”, che sono note anche come cerniere
“da cucina”, perché proprio in questi mobili hanno fatto la loro prima
apparizione.
Naturalmente, visto il
successo di questo nuovo tipo di ferramenta nei mobili componibili da cucina,
la cerniera a scodellino si è cominciata ad usare anche per tutti gli altri
mobili dell’arredamento contemporaneo: dai mobili da soggiorno, agli armadi, ai
mobili da bagno.
L’importante era
costruire dei mobili in cui non si vedessero le cerniere e, nell’evoluzione del
mobile moderno, si è arrivati alla nascita del mobile “a spalla continua”, cioè
a quella serie di mobili che si potevano assemblare creando strutture con
larghezza a piacere, utilizzando dei moduli di dimensioni predefinite, ma che
si potevano comporre sviluppandole teoricamente all’infinito.
Bastava aggiungere dei
ripiani ed un altro fianco, poi altri ripiani ed un altro fianco, fino a
raggiungere la larghezza desiderata.
Chiaramente
l’applicazione degli sportelli su queste strutture avveniva in modi diversi, in
funzione della diversa disposizione e posizione degli stessi; per poter
permettere la loro normale funzione di apertura e chiusura senza interferenza
con gli sportelli adiacenti; le cerniere furono diversificate in tre tipologie
principali: in battuta, in mezza battuta
e a filo (detta anche in luce).
Probabilmente non ci
avete mai fatto caso, ma sono strutturalmente diverse e la differenza sta nella
dimensione del cosiddetto collo che
è la parte del braccio della cerniera che si aggancia allo scodellino.
La cerniera in battuta
è la tipica cerniera da cucina, in cui il movimento dello sportello è legato ad
una carcassa chiusa, che ha i fianchi di spessore generalmente variabile da 18
a 20 millimetri e, come si nota dal disegno, con questo meccanismo lo sportello
“batte” sui fianchi, coprendo lo spessore degli stessi quasi completamente.
Le cerniere in mezza
battuta si usano invece quando due sportelli devono essere incernierati sullo
stesso fianco (situazione molto frequente negli armadi e nei mobili a spalla
continua); come si può vedere, il sormonto dello sportello nei confronti del
fianco è molto minore, perché va condiviso con l’altro sportello e, tra i due
deve rimanere lo spazio sufficiente all’apertura contemporanea delle ante (altro
nome per indicare gli sportelli). L’alternativa è costituita dalla possibilità
di utilizzare fianchi mosto grossi, ma risulterebbe decisamente antieconomico e
di difficile gestione durante il montaggio.
CERNIERE IN MEZZA BATTUTA www.hettich.it |
L’ultimo caso, quello
della cerniera a filo, è quello meno frequente; utilizzando questo tipo di
ferramenta si viene a peggiorare l’estetica del mobile, perché con lo sportello
in luce si viene a mettere in evidenza tutta la struttura del mobile (fianchi e
ripiani) che invece rimane nascosta nei casi precedenti. E’ una soluzione che
si utilizza volutamente quando i fianchi hanno il bordo anteriore con una
conformazione particolare, che si vuole evidenziare, mantenendo spesso gli
sportelli in battuta sui ripiani.
CERNIERA A FILO www.hettich.it |
Le prime cerniere che
fecero la loro comparsa erano molto semplificate, spesso avevano lo scodellino
in plastica alettato esternamente, e venivano incastrate nel foro praticato
nello sportello con un colpo secco, senza l’uso di viti di fissaggio; inoltre
avevano la possibilità di essere registrate solo in profondità (molto
rudimentale) ed in larghezza.
In seguito c’è stato
un miglioramento continuo ed oggi, guardando le caratteristiche di questa
cerniera della HETTICH, sappiamo che possiamo disporre di cerniere registrabili
nelle tre direzioni dello spazio, con il montaggio a scatto (quindi senza
perdere tempo a fissarle con la vite sulla basetta).
In aggiunta a questi
miglioramenti, dal 2004 la HETTICH ha iniziato a produrre dei modelli di
cerniera dotati di ammortizzatore esterno, per poter lasciare andare lo
sportello, in chiusura, senza farlo sbattere; nel 2007, sempre per migliorare
l’estetica della cerniera, che oggi è importante che sia bella da vedere anche
quando si apre lo sportello, l’ammortizzatore è stato portato all’interno del
gambo, quindi invisibile, mantenendo la stessa funzionalità.