Comunque il primo
ebanista che si dedicò allo studio della curvatura del legno, facendo notevoli
esperimenti per raggiungere un obiettivo in cui credeva fermamente fu il
tedesco Michael Thonet, che riuscì a costruire diversi elementi di arredamento
(soprattutto sedie e poltroncine, è famosa la sua n° 14) curvando dei tondini
di faggio, utilizzando il vapore ed il forno di essicazione, e naturalmente
tutta una serie di stampi adeguati.
Gli oggetti da lui
progettati sono stati venduti in decine di milioni di esemplari ed anche oggi
sono prodotti, mettendo in luce la validità del design, la semplicità
costruttiva e la leggerezza.
Probabilmente Thonet,
pur ottenendo un grande successo con le sue sedie, tanto da essere insignito
del titolo di “ Falegname della Real Casa” a Vienna dal Principe di Metternich,
non poteva conoscere a fondo le motivazioni della tecnica costruttiva dei suoi
prodotti.
Quando la scienza
riuscì a capire la meccanica molecolare del legno lui era già passato a miglior
vita, comunque si è capito che il legno è costituito principalmente di molecole
di cellulosa, che trattiene l’acqua, e di lignina che è un polimero naturale
prodotto dall’albero che costituisce “la colla” che lega le cellule della
pianta, irrigidendole, facendo passare il legno dalla fase di alburno a quella
di durame, che costituisce la parte rigida del fusto e che rappresenta la parte
dell’albero destinata alla lavorazione (vedi articolo dell’11/11/ 2012).
Questa lignina si può
rendere morbida con l’apporto moderato del calore (non deve superare i 100°C,
altrimenti torna ad indurirsi); in questa fase l’acqua contenuta nelle fibre
legnose (l’umidità relativa per la curvatura deve essere del 25/30%) aiuta a
diffondere il calore uniformemente in tutto il pezzo, naturalmente impiegando
il dovuto periodo di tempo, che varia da legno a legno.
La consuetudine vuole
che il valore medio di permanenza del legno nella camera di vapore sia circa di
1 ora ogni 25 mm. di spessore del pezzo, ma è un valore sperimentale che va
bene per i pezzi di dimensioni contenute, mentre per i grossi spessori bisogna
aumentare i tempi di vaporizzazione.
Comunque, una volta
tolto il pezzo dalla camera di vapore, lo si può cominciare a piegare,
ricordando che i pezzi più sottili si piegano più facilmente e più velocemente,
mentre per quelli di spessore maggiore bisogna adottare delle velocità di
piegatura più lente e delle cautele maggiori per evitare che il pezzo si
strappi sulla superficie esterna della curva, dove la sollecitazione è massima.
Una volta essicato
completamente il legno, che rimane bloccato sulla sagoma anche per giorni se
non si usano sistemi di riscaldamento, è probabile che tenda a raddrizzarsi un
po’ quando viene liberato; se il pezzo non dovrà essere vincolato ad altri
elementi con incastri o incollaggi, ma deve mantenere la sua forma in piena
autonomia, conviene costruirsi una sagoma con una curvatura più accentuata di
quella che si vuole ottenere.
Purtroppo per questa
situazione non esistono parametri certi da seguire, ma bisogna fare delle prove
finchè non si raggiunge il risultato voluto.
Per chi si vuole
cimentare nella curvatura del legno con sistemi “casalinghi” consiglio di
guardare qui: http://www.legnofilia.it/viewtopic.php?f=24&t=3747.