Parlando sempre di
curvatura del legno, se costruiamo uno sportello o un elemento analogo
utilizzando gli stampi, sarebbe molto comodo riscaldare stampo e controstampo
(che trasmetteranno il calore ai fogli all’interno) per velocizzare il
procedimento e, se il riscaldamento è notevole come nelle presse a caldo, dove
si raggiungono agevolmente i 100°C, si può usare anche la colla ureica che,
essendo termoindurente, reagisce al calore indurendosi in fretta e completando
l’incollaggio in tempi brevi.
Inoltre questa colla,
una volta essicata, è più rigida della classica colla vinilica che, essendo
termoplastica, rimane sempre un po’ più tenera della precedente.
Esiste anche un altro
modo per curvare una tavoletta di legno o un pannello di multistrati (oggi
anche di MDF); è un sistema vecchio che sfrutta il concetto che è molto più
facile piegare uno strato sottile piuttosto che una tavoletta o un pannello
intero: consiste nel praticare tanti tagli affiancati con la sega circolare,
paralleli all’asse di curvatura e profondi abbastanza da lasciare uno spessore
di pochi millimetri dal lato in vista.
L’asportazione di
materiale effettuato dalla sega, produrrà degli spazi vuoti dal lato interno
alla curva e il pannello si potrà piegare facilmente perché l’elemento
resistente sarà soltanto quello spessore di pochi millimetri che la sega ha
lasciato intatto.
Questi pannelli si
possono incollare su sagome già predisposte per ospitarli, oppure si possono
riempire i tagli di sega con segatura impastata con colla, che terrà uniti i
settori rimasti, e rifinirli all’interno incollando uno sfogliato o un
compensato (sempre tenendolo in forma su uno stampo); poi, ad incollaggio
avvenuto, il pezzo si potrà sbloccare dal supporto sagomato e resterà curvato.
Esistono poi delle
macchine che risolvono molti problemi e che lavorano più velocemente: sono le
presse a tappeto, che utilizzano un telo di caucciù che ha un’altissima
elasticità e deformabilità, per cui si adatterà ai vari pezzi da incollare
tirandoli verso il basso, per effetto della depressione che viene esercitata da
una pompa da vuoto che toglie tutta l’aria al di sotto del telo, comprimendo le
varie parti (vedi articolo del 29/12/2013).
Oltre alla pressa a
tappeto, ci sono anche delle macchine che pressano i pezzi utilizzano una
tecnologia che ha già qualche decennio e che sfrutta le onde elettromagnetiche
ad alta frequenza.
Negli anni passati
sono stati fatti anche tentativi di tipo chimico per piegare il legno e si
utilizzava l’ammoniaca, che rendeva le fibre legnose talmente plastiche da
poter fare un nodo con un listello trattato con questo procedimento; oggi non
ne sento più parlare e credo che tali procedimenti non abbiano raggiunto un
livello di produzione industriale, probabilmente anche per i problemi legati
all’utilizzo dell’ammoniaca.