mercoledì 25 marzo 2015

CURVARE IL LEGNO (Terza parte)




Comunque il primo ebanista che si dedicò allo studio della curvatura del legno, facendo notevoli esperimenti per raggiungere un obiettivo in cui credeva fermamente fu il tedesco Michael Thonet, che riuscì a costruire diversi elementi di arredamento (soprattutto sedie e poltroncine, è famosa la sua n° 14) curvando dei tondini di faggio, utilizzando il vapore ed il forno di essicazione, e naturalmente tutta una serie di stampi adeguati.
Gli oggetti da lui progettati sono stati venduti in decine di milioni di esemplari ed anche oggi sono prodotti, mettendo in luce la validità del design, la semplicità costruttiva e la leggerezza.
Probabilmente Thonet, pur ottenendo un grande successo con le sue sedie, tanto da essere insignito del titolo di “ Falegname della Real Casa” a Vienna dal Principe di Metternich, non poteva conoscere a fondo le motivazioni della tecnica costruttiva dei suoi prodotti.
Quando la scienza riuscì a capire la meccanica molecolare del legno lui era già passato a miglior vita, comunque si è capito che il legno è costituito principalmente di molecole di cellulosa, che trattiene l’acqua, e di lignina che è un polimero naturale prodotto dall’albero che costituisce “la colla” che lega le cellule della pianta, irrigidendole, facendo passare il legno dalla fase di alburno a quella di durame, che costituisce la parte rigida del fusto e che rappresenta la parte dell’albero destinata alla lavorazione (vedi articolo dell’11/11/ 2012).
Questa lignina si può rendere morbida con l’apporto moderato del calore (non deve superare i 100°C, altrimenti torna ad indurirsi); in questa fase l’acqua contenuta nelle fibre legnose (l’umidità relativa per la curvatura deve essere del 25/30%) aiuta a diffondere il calore uniformemente in tutto il pezzo, naturalmente impiegando il dovuto periodo di tempo, che varia da legno a legno.


La consuetudine vuole che il valore medio di permanenza del legno nella camera di vapore sia circa di 1 ora ogni 25 mm. di spessore del pezzo, ma è un valore sperimentale che va bene per i pezzi di dimensioni contenute, mentre per i grossi spessori bisogna aumentare i tempi di vaporizzazione.
Comunque, una volta tolto il pezzo dalla camera di vapore, lo si può cominciare a piegare, ricordando che i pezzi più sottili si piegano più facilmente e più velocemente, mentre per quelli di spessore maggiore bisogna adottare delle velocità di piegatura più lente e delle cautele maggiori per evitare che il pezzo si strappi sulla superficie esterna della curva, dove la sollecitazione è massima.
Una volta essicato completamente il legno, che rimane bloccato sulla sagoma anche per giorni se non si usano sistemi di riscaldamento, è probabile che tenda a raddrizzarsi un po’ quando viene liberato; se il pezzo non dovrà essere vincolato ad altri elementi con incastri o incollaggi, ma deve mantenere la sua forma in piena autonomia, conviene costruirsi una sagoma con una curvatura più accentuata di quella che si vuole ottenere.
Purtroppo per questa situazione non esistono parametri certi da seguire, ma bisogna fare delle prove finchè non si raggiunge il risultato voluto.

Per chi si vuole cimentare nella curvatura del legno con sistemi “casalinghi” consiglio di guardare qui:   http://www.legnofilia.it/viewtopic.php?f=24&t=3747.