Il secondo cassetto di
questa mini-cassettiera è stato costruito con il solito sistema, cioè con il
corpo in multistrati di betulla da 15 mm. e la mostra da avvitare sulla
contromostra. In realtà, quando si utilizza la serratura che mostro in questo
articolo, si utilizzano dei cassetti che non hanno la contromostra e la mostra
si incolla direttamente sui fianchi, facendo corpo unico con gli altri tre lati
del cassetto.
Questa operazione si
usa spesso nelle industrie, dove si utilizzano macchine di alta precisione per
la foratura dei fianchi e della mostra, in cui verranno inserite le spine per
il collegamento; più frequentemente nelle piccole falegnamerie, o nei casi in
cui l’intervento è a livello hobbistico, è sempre più comodo adottare il
sistema che vi mostro, anche se questo comporta uno scasso piuttosto vistoso
nella contromostra, come si nota dalla foto:
Lo scasso è
addirittura passante, per effetto della profondità della serratura che è del
tipo da applicare (art. 2139 della ditta Meroni), ed ha una linguetta che ruota
di 90°. Quando questa linguetta è in posizione di chiusura (cioè in verticale),
viene bloccata dall’incontro a L che si vede all’estrema destra della foto e
che va fissato nel lato interno del top con due viti.
La serratura è del
tipo a cilindro e, per evidenziare il foro nella mostra, che per questioni di
omogeneità ho verniciato con lo stesso prodotto utilizzato per la mostra
precedente, vi ho già montato l’anello di finitura.
Si vede la linguetta
(che è stata accorciata per comodità) in posizione di chiusura, mentre quando è
in condizione di apertura è ribaltata sulla destra, come si vede dalla foto
seguente:
A rigor di logica, per
potere infilare e sfilare completamente il cassetto dalla carcassa, avrei
dovuto praticare uno scasso anche sul retro; questa volta però non l’ho fatto
per poter disporre di un fermo che impedisce l’uscita completa del cassetto.
Per poter ottenere
questo risultato, bisogna assemblare la mini-cassettiera con il cassetto già
inserito perché non lo si potrebbe infilare con la struttura già chiusa, visto
che il retro verrebbe bloccato dall’incontro ad L applicato sotto il top.
Comunque, se si
volesse in seguito sfilare il cassetto, si potrebbero sempre svitare le viti di
fissaggio dell’incontro utilizzando un cacciavite corto (il cosiddetto “cacciavite
nano”) infilando la mano nel cassetto, tenendolo in posizione semi-aperta.
E’ ovvio che, se fosse
un cassettone, l’operazione sarebbe molto più agevole per via dello spazio di
manovra notevolmente più ampio; nel caso attuale…ci vuole tanta pazienza.
Nella foto seguente si
vede il top con l’incontro già montato (a destra) a fianco di quello già
istallato la volta precedente.
La fase finale, prima
dell’incollaggio del top, la possiamo vedere nella foto successiva che mostra
anche i cassetti già inseriti; se si volesse mantenere completamente estraibile
anche il cassetto di destra (e non ci piace eseguire lo scasso sul retro), basta
semplicemente costruire un cassetto con la parte posteriore più bassa di quel
centimetro che permetterebbe il passaggio sotto l’incontro, evitando quindi l’interferenza.
Una volta chiusa la
struttura, l’aspetto finale della mini-cassettiera è questo: