giovedì 21 luglio 2016

LA DIMA PER LE CREMAGLIERE (parte prima)




Come promesso, in questo articolo mostro come costruire ed utilizzare una dima per la foratura dei fianchi dei mobili, creando le cosiddette “cremagliere di fori” in cui inserire i reggipiani. 


Nella foto si vede la dima già pronta all’uso e corredata dei perni ad S per il fissaggio e della punta da trapano da 5 mm. di diametro; quella che si vede è in Widia integrale, ma è sufficiente una punta che abbia solo i rasanti esterni in Widia.
I rasanti in Widia sono indispensabili per eseguire fori perfetti, soprattutto quando si lavora con materiali come il truciolare nobilitato (che si vede nella foto) oppure altri prodotti legnosi ricomposti o rivestiti in laminato.
L’uso di una normale punta da legno, in acciaio HSS, non è consigliabile perché i materiali sopra citati le farebbero perdere l’affilatura in breve tempo. 


Come si vede da questa foto, la dima è costituita da un piatto di acciaio (io ho usato una sezione 20 x 8, ma si possono usare anche altre sezioni) in cui sono stati praticati dei fori da 5 mm. lungo la mezzeria; gli assi dei fori sono distanti 32 mm. l’uno dall’altro per seguire il passo dei mobili commerciali.
I fori non sono presenti nella parte iniziale, visto che i ripiani non si sistemano mai troppo vicini al cappello del mobile ed io ho fatto il primo foro a 15 cm. dalla testa della dima.
Quando si prepara il piatto da forare bisogna innanzitutto segnare l’asse longitudinale usando una punta per tracciare, che lascia un’incisione leggera ma indelebile, per segnare la linea di distribuzione dei fori.
Una volta tracciata questa linea, bisogna segnarvi sopra i centri dei fori da fare con un trapano a colonna per garantire la perpendicolarità; si decide quindi a quale distanza far partire la serie di fori (nel mio caso 15 cm.) e si traccia il primo segno perpendicolare all’asse longitudinale.
Per segnare la posizione dei fori successivi la cosa migliore sarebbe usare una riga metallica da posizionale con lo “0” sul segno del primo foro, fissando la riga con lo scotch per evitare spostamenti; sempre usando la punta da tracciare si segnano poi le posizioni dei fori successivi, andando a cercare sulla riga i multipli del modulo scelto (nel mio caso 32 mm., ma si può scegliere qualunque misura) e si tracciano pertanto i segni a 32, 64, 96, 128, 160 mm. eccetera, fino alla fine della dima.
Sconsiglio vivamente di usare sistemi alternativi alla riga come, per esempio, il compasso o il metodo di segnare la distanza dei fori riportando ogni volta la misura di 32 mm. in successione; non si riuscirebbe mai ad essere abbastanza precisi nel definire la lunghezza di 32 mm. ed un minimo errore (anche solo di un decimo di millimetro) ripetuto tante volte, comporterebbe un errore finale non indifferente: dopo 10 fori il decimo di millimetro ha generato un errore di un millimetro!
Una volta finita la foratura, bisogna svasare leggermente i fori su entrambi i lati per facilitare l’inserimento della punta da trapano, tenendo conto che stiamo lavorando con una punta dotata di rasanti esterni, quindi: prima si inserisce la punta nel foro, poi si accende il trapano su cui è montata. Diversamente dalle punte per metallo, che hanno la punta conica, e quindi sono facilitate nell’inserimento all’interno del foro anche se sono già in rotazione, quelle da legno non si possono far ruotare prima di infilare il foro perché è molto alto il rischio di piantare un rasante nel metallo attorno al foro e, a quella velocità, non si riesce più a controllare il trapano ed è molto probabile danneggiare il pannello sottostante.
Adesso bisogna decidere a quale distanza dal bordo vogliamo fare i fori sui fianchi da lavorare; i prodotti commerciali hanno la foratura anteriore a 37 mm. dal bordo perché è la posizione dei fori di fissaggio delle basette delle cerniere e, quando si eseguono questi fori industrialmente, si prevede il fissaggio delle cerniere centrando una coppia di questi fori.
Io ho preferito scegliere una distanza di 50 mm. proprio per avere la massima libertà per l’eventuale foratura degli sportelli ed il conseguente fissaggio delle cerniere, in modo da essere sicuro di non rischiare di arrivare vicinissimo ai fori sul fianco, ma senza centrarli perfettamente, pregiudicando il fissaggio della basetta e determinando un imprevisto spostamento in verticale dello sportello.
La scelta della distanza di foratura dal bordo determina automaticamente la lunghezza dei braccetti di appoggio che servono per posizionare correttamente la dima. Questi braccetti, che andranno saldati all’asta forata precedentemente, devono avere un foro filettato sulla testa esterna per poter bloccare la piastrina che costituirà l’appoggio effettivo della dima; il foro filettato va preparato anche in testa all’asta forata. 





                                                                                                                       (fine prima parte)