Come promesso, in
questo articolo mostro come costruire ed utilizzare una dima per la foratura
dei fianchi dei mobili, creando le cosiddette “cremagliere di fori” in cui
inserire i reggipiani.
Nella foto si vede la
dima già pronta all’uso e corredata dei perni ad S per il fissaggio e della
punta da trapano da 5 mm. di diametro; quella che si vede è in Widia integrale,
ma è sufficiente una punta che abbia solo i rasanti esterni in Widia.
I rasanti in Widia
sono indispensabili per eseguire fori perfetti, soprattutto quando si lavora
con materiali come il truciolare nobilitato (che si vede nella foto) oppure
altri prodotti legnosi ricomposti o rivestiti in laminato.
L’uso di una normale
punta da legno, in acciaio HSS, non è consigliabile perché i materiali sopra
citati le farebbero perdere l’affilatura in breve tempo.
Come si vede da questa
foto, la dima è costituita da un piatto di acciaio (io ho usato una sezione 20
x 8, ma si possono usare anche altre sezioni) in cui sono stati praticati dei
fori da 5 mm. lungo la mezzeria; gli assi dei fori sono distanti 32 mm. l’uno
dall’altro per seguire il passo dei mobili commerciali.
I fori non sono
presenti nella parte iniziale, visto che i ripiani non si sistemano mai troppo
vicini al cappello del mobile ed io ho fatto il primo foro a 15 cm. dalla testa
della dima.
Quando si prepara il
piatto da forare bisogna innanzitutto segnare l’asse longitudinale usando una
punta per tracciare, che lascia un’incisione leggera ma indelebile, per segnare
la linea di distribuzione dei fori.
Una volta tracciata
questa linea, bisogna segnarvi sopra i centri dei fori da fare con un trapano a
colonna per garantire la perpendicolarità; si decide quindi a quale distanza
far partire la serie di fori (nel mio caso 15 cm.) e si traccia il primo segno perpendicolare
all’asse longitudinale.
Per segnare la
posizione dei fori successivi la cosa migliore sarebbe usare una riga metallica
da posizionale con lo “0” sul segno del primo foro, fissando la riga con lo
scotch per evitare spostamenti; sempre usando la punta da tracciare si segnano
poi le posizioni dei fori successivi, andando a cercare sulla riga i multipli
del modulo scelto (nel mio caso 32 mm., ma si può scegliere qualunque misura) e
si tracciano pertanto i segni a 32, 64, 96, 128, 160 mm. eccetera, fino alla
fine della dima.
Sconsiglio vivamente
di usare sistemi alternativi alla riga come, per esempio, il compasso o il
metodo di segnare la distanza dei fori riportando ogni volta la misura di 32
mm. in successione; non si riuscirebbe mai ad essere abbastanza precisi nel
definire la lunghezza di 32 mm. ed un minimo errore (anche solo di un decimo di
millimetro) ripetuto tante volte, comporterebbe un errore finale non indifferente:
dopo 10 fori il decimo di millimetro ha generato un errore di un millimetro!
Una volta finita la
foratura, bisogna svasare leggermente i fori su entrambi i lati per facilitare
l’inserimento della punta da trapano, tenendo conto che stiamo lavorando con
una punta dotata di rasanti esterni, quindi: prima si inserisce la punta nel
foro, poi si accende il trapano su cui è montata. Diversamente dalle punte per
metallo, che hanno la punta conica, e quindi sono facilitate nell’inserimento
all’interno del foro anche se sono già in rotazione, quelle da legno non si
possono far ruotare prima di infilare il foro perché è molto alto il rischio di
piantare un rasante nel metallo attorno al foro e, a quella velocità, non si
riesce più a controllare il trapano ed è molto probabile danneggiare il
pannello sottostante.
Adesso bisogna
decidere a quale distanza dal bordo vogliamo fare i fori sui fianchi da
lavorare; i prodotti commerciali hanno la foratura anteriore a 37 mm. dal bordo
perché è la posizione dei fori di fissaggio delle basette delle cerniere e,
quando si eseguono questi fori industrialmente, si prevede il fissaggio delle
cerniere centrando una coppia di questi fori.
Io ho preferito
scegliere una distanza di 50 mm. proprio per avere la massima libertà per
l’eventuale foratura degli sportelli ed il conseguente fissaggio delle
cerniere, in modo da essere sicuro di non rischiare di arrivare vicinissimo ai
fori sul fianco, ma senza centrarli perfettamente, pregiudicando il fissaggio
della basetta e determinando un imprevisto spostamento in verticale dello
sportello.
La scelta della
distanza di foratura dal bordo determina automaticamente la lunghezza dei
braccetti di appoggio che servono per posizionare correttamente la dima. Questi
braccetti, che andranno saldati all’asta forata precedentemente, devono avere
un foro filettato sulla testa esterna per poter bloccare la piastrina che
costituirà l’appoggio effettivo della dima; il foro filettato va preparato
anche in testa all’asta forata.
(fine
prima parte)